Due biscotti come augurio di buon rientro....

in , , , by I Dolci di Pinella, lunedì, febbraio 07, 2011
Si, lo so. Un gran silenzio da queste parti, vero?
Ma mi sono ritagliata una fuga. Una bellissima fuga. Ed oggi, al mio rientro  leggendo i commenti che stavano li, al freddo e nel silenzio ovattato delle ore, mi sono resa conto di quanto mi siano mancati quei  minuti che strappo  ai giorni per picchiettare le dita rapidissima sui tasti . E scrivere delle cose che riesco, a fatica e non sempre cosi entusiasta, a togliere dal buio e dal sonno della memoria.

Questi biscotti li ho fatti prima di partire. Perché dovevano partire con me. Non posso finire la mia vacanza, quest'anno, senza augurare un felice compleanno alla splendida fanciulla che mi dispensa ore di magia e di serenità....parlo di Rossanina Del Santo.....parlo naturalmente di Coquinaria....e non posso, ovviamente, non portarle un pò di biscotti.

Io so che lei esce pazza per i viennesi. E di certo, altre volte, le ho fatto pervenire qualcosa su questo tema. E pur certa, anzi certissima, che c'è una ricetta per cui lei stravede, stavolta, vorrei dire, come sempre, cambio. Ne faccio un'altra differente. Come  fosse impossibile scappare al rischio delizioso di sperimentare una nuova ricetta....

Ma esiste un modo di sgattaiolare furtivamente dalla pagina dell'Encyclopedie du Chocolat che parla di una certa Pate sablée pochée...?..e di un'altra sablée...breton stavolta ma....?

No, io non posso sfuggire ad un richiamo di tal genere. E allora, coraggio, dolcezze , entrate nella scatola di latta che vi porto in vacanza!

Pate sablée pochée



150 g di burro morbido
100 g di zucchero al velo
1 uovo
15 g di panna fresca
200 g di farina 00
20 g di fecola di mais
1 pizzico di sale
mezza bacca di vaniglia

Per decorare:

Cioccolato fondente
Zucchero al velo

Sistemate il burro morbido tagliato a pezzetti dentro una ciotola e riducetelo in pomata con l'aiuto di un  cucchiaio di legno. A questo punto, aggiungete piano in più riprese lo zucchero a velo eseguendo la lavorazione con l'aiuto di un frullino oppure della frusta di una planetaria. Versate l'uovo, precedentemente sbattuto, a filo continuo senza interrompere la lavorazione e la panna fresca nella quale avrete avuto modo di sciogliere il pizzico di sale. Completate profumando   con la vaniglia. Setacciate la farina con la fecola e aggiungetela all'impasto ma senza prolungare troppo la lavorazione. Solo il tempo necessari per ottenere un amalgama perfetto. Introducete l'impasto, poco alla volta, all'interno di una sac à poche munita di un beccuccio sprizzato e deponete dei bastoncini sopra una teglia rivestita di carta da forno. Fate riposare in frigo per almeno tre ore.
Accendete il forno a 150-160°c in modalità ventilata e fate cuocere i biscotti per circa 15 minuti oppure finché appaiono dorati. Fateli raffreddare poi uniteli a due a due con della marmellata d'arancia oppure con della confettura di albicocche. Tuffate un'estremità nel cioccolato fondente e decorate l'altra metà con dello zucchero al velo.

Sablé Breton aux perles de chocolat



2 tuorli
80 g di zucchero semolato
80 g di burro
120 g di farina debole per frolla
4 g di lievito vanigliato
1 pizzico di sale
la scorza grattugiata di un'arancia
50 g di goccie di cioccolato fondente

Mescolare i tuorli con lo zucchero e un pizzico di sale e montateli delicatamente fino a renderli chiari e soffici. Portate il burro a temperatura ambiente e assicuratevi che abbia una consistenza a pomata prima di incorporarlo ai tuorli montati. Aggiungete la scorza dell'arancia e le goccie di cioccolato. Setacciate la farina con il lievito. Aggiungete la farina in due volte senza spingere troppo la lavorazione. Stendete la pasta tra due fogli di carta forno ad un'altezza di 1/2 cm e fatela riposare in frigo per un'intera notte. L'indomani, accendete il forno a 170°C. Togliete l'impasto dal frigo e ritagliate dei frollini con un coppapasta a bordi lisci. Infornate per circa 15 ' oppure finché i biscotti hanno assunto una colorazione dorata.
Ci sono parole, anche misteriose, mai udite prima, venute forse da molto lontano che le pronunci...piano, lentamente, con silenzio...e esplodono come fuochi nel loro pieno significato.

Prova a dire "Sole"
"So"...e già ti senti un mondo intorno. E basta che tu aggiunga "le" a fare "Sole" che ti senti esplodere l'universo.

Prova a dire"Luna"
"Lu"...e ti inabissi nel mistero. E basta che tu aggiunga "na" a fare "Luna"  che ti  senti immersa in un crespuscolo di insondato.

Ci ho giocato per anni con le parole. Se incontravo per caso una persona, immaginavo che nome avesse.Quanto le si confacesse. Se avesse delle "u" nel nome...a significare ombra e buio...oppure una doppia "elle"a esprimere leggerezza e infanzia . O...una zeta? Veloce come una staffilata. E le V? Eteree come ninfee.
Belle le "Emme"....specie le doppie che sanno di mamma.

Ci pensavo su nei giorni scorsi. A fare cremosi. E mousses. E ganaches.Spumose. Montate. Per tartes.
Con panna. Senza.
Con albumi.Senza.
Con pate à bombe. Senza.
Con latte...con glucosio...con....
Quante...quante...non basta una vita a farle tutte....Tutte si sciolgono in bocca come le parole che le indicano.

Ma ce n'é una che ha un nome che al solo pronunciarlo capisci che cosa sentirai.

Namelaka.

 Ma é un nome da favola. Ci puoi inserire dentro un sogno.
Che nome è Namelaka?
E' un capo tribù africano...dice un caro signore dagli occhi di bimbo.

Ma no...è la crema che hai appena mangiato...dico io. Il nome viene dal Giappone....

Hai dei dubbi su cosa sia una Namelaka?
Dovessi averli...guarda questo bicchiere e prova ad immaginare che cosa potresti mai sentire al chiudere sommessamente gli occhi.

Namelaka di cioccolato al latte e caffé
( da una ricetta dell'Encyclopedie du Chocolat)



350 g di cioccolato al latte
5 g di gelatina in fogli Oro da 2 g
200 g di latte fresco intero
10 g di sciroppo di glucosio
400 g di panna fresca liquida
3 cucchiaini di caffé liofilizzato

Ho tagliato il cioccolato e l'ho fatto fondere dolcemente nel micro-onde, a bassa potenza. Ogni tanto l'ho rimescolato per non esporlo eccessivamente ad un calore prolungato. E' meglio se arriva a 50°C e non di più.
Ho rimescolato bene e l'ho tenuto da parte. Nel frattempo ho sistemato i fogli di gelatina in una pirofila e li ho sommersi di acqua ghiacciata. Per idratarli al meglio. In una casseruola ho versato il latte. Ho messo sul fornello medio e ho portato al bollore. Ho spento. Ho aggiunto lo sciroppo di glucosio, il caffè liofilizzato e la gelatina. Ho passato tutto al setaccio fine. Intanto, ho controllato che il cioccolato fosse ben fuso. Lo era. Ho versato il latte caldo in tre riprese sul cioccolato, ogni volta mescolando dal centro verso la periferia fino a veder apparire un "nodo" elastico e brillante.
Quando ho finito, ho versato la panna. Fredda. Ho anche azionato un minipimer senza fare bolle.
In ultimo, passaggio in frigo per la notte.


Non ti piace il cioccolato al latte? poco importa...A tutto c'è una soluzione...

Puoi certamente usare:
250 g di cioccolato fondente al 70% + 5 g di gelatina
340 g di cioccolato bianco+ 4 g di gelatina

F. Bau docet.....






E come non accompagnarli con dei Sablé Breton al caffé?
Potenza evocativa del nome.
C'è qualcosa di più friabile del nome Sablé?

Sablé Breton  al  café
(da una ricetta di Mercotte)



125 gr di burro
Un pizzico di sale
100 gr di zucchero
155 gr di farina
8 gr di lievito
50 gr di tuorli
1 cucchiaio di  caffé liofilizzato


Ho sabbiato il burro con lo zucchero. Ho aggiunto i tuorli, poi la farina setacciata con il lievito. Un pizzico di sale e poi il caffé sciolto in un cucchiaino d'acqua calda. Ho fatto riposare in frigo per almeno 1 ora. Ho quindi steso ad uno spessore di mezzo cm. E fatto riposare ancora. Con un coppapasta quadrato ho ritagliato le forme e infornato per  circa 10-15 minuti a 180°C.


C'è qualcosa di più buono di una Namelaka, stasera?   No..credo di no. Anche se tutto è assolutamente possibile..........
" Créer un dessert, c'est un peu comme un acte d'amour, il faut laisser vagabonder son imagination, ouvrir son coeur et etre à l'écoute de ses sens. Une création réussie est la concrétisation basée sur un souvenir d'enfance, une èmotion, une oder, une couleur, une forme"

Da L' Encyclopédie du chocolat




Poche parole come queste ed, in particolare, l'espressione il faut vagabonder riescono a definire esattamente, come fa una  cornice con un quadro, la sensazione che invade all'idea di fare un dolce. E' proprio vero che non si possono mettere dei lacci all'immaginazione o pensare di dar vita ad un qualcosa che non sia legato ad una libertà dell'anima.

I dolci nascono cosi, da soli. Vengono fuori con meccanismi oscuri e misteriosi per un improvviso battito di ciglia.  Non occorre far altro che allungare le mani e prenderli.
Senza fretta.
Che, tanto, una volta apparsi non scompaiono più come  folate di nebbia al mattino.
E dopo, dopo la felicità del  guardarlo, osservarlo e quindi  dell'assaggiarlo, il dolce rimane lì per molto tempo.
Quasi per sempre, direi. Specie se associato a ricordi da rispolverare piano nelle sere d'inverno.

Foret- Noire
( da un dessert di Frédéric Cassel)



Per il biscuit au chocolat

8 uova ( 4 intere e 4 separate in tuorli ed albumi)
150 g di zucchero semolato
60 g di zucchero di canna
50 g di farina
40 g di cacao amaro

Setacciare per almeno 2 volte la farina con il cacao. Montare le uova intere ed i tuorli in una ciotola con lo zucchero semolato fino ad ottenere un composto soffice e chiaro. Gli albumi devono essere montati a parte con lo zucchero di canna. Mescolare con grande attenzione i due composti, preferibilmente versando la montata di tuorli nella montata di albumi e rimescolando dall'alto verso il basso. Con gli stessi movimenti, aggiungere le polveri.
Versare l'impasto su teglie rivestite di carta forno ad un'altezza di circa 1 cm ed infornare alla temperatura di 180°C per circa 8-9 minuti.

Con una fascia da 24 cm di diametro ritagliare tre dischi e metterli da parte.

Per la crema leggera

400 g di panna fresca
30 g di zucchero semolato
1 bacca di vaniglia morbida e profumata
4 g di gelatina in fogli da 2 g

Far idratare la gelatina in acqua ghiacciata. Tagliare in due la bacca di vaniglia ed estrarre la polpa che si aggiungerà alla panna fresca, resa dolce dallo zucchero semolato. Togliere un paio di cucchiai di panna e scaldarla in modo da far sciogliere i fogli di gelatina, precedentemente strizzati e tamponati. Montare la restante panna e quando diventa simile ad una mousse, versare a filo la gelatina continuando la lavorazione con attenzione in modo da lasciare la panna moussosa e non troppo ferma.

Per la bagna

1 confezione di amarene sciroppate (sgocciolate, circa 300 g )
lo sciroppo di conservazione
mezzo bicchiere di liquore Sangue Morlacco Luxardo
in alternativa, dell'ottimo Kirsch

Estrarre le amarene dallo sciroppo e tenerle da parte. Aggiungere il liquore allo sciroppo nella quantità ottimale secondo il proprio gusto.

Composizione del dolce

Sistemare una fascia da 24 cm di diametro su un vassoio adatto ad andare in freezer. Disponete all'interno una striscia di acetato in modo da avere i bordi del dessert perfettamente lisci. Inserire il primo disco di biscuit e , con un pennello, velare la superficie con la bagna. Versare  la crema leggera in una sac à poche con beccuccio liscio e stendere sul biscotto in cerchi omogenei e concentrici. Allineare le amarene sulla crema in modo regolare. Ricoprire con un altro disco di biscuit e ripete l'operazione concludendo la lavorazione con l'ultimo disco. Bagnare con lo sciroppo, stendere un velo di crema leggera e riporre in freezer per un'intera notte o, comunque, fino al consolidamento del dolce.

Ganache al cioccolato

270 g di cioccolato fondente al 60%
300 g di panna fresca

Far fondere il cioccolato. Riscaldare fin quasi al bollore la panna e versarla, in tre volte, sul cioccolato. Fare l'emulsione rimescolando dal centro in piccoli cerchi fino ad ottenere una crema liscia, elastica e brillante. Far freddare. 

Decorazione del dolce



Estrarre il dolce dal freezer. Sistemarlo sopra una ciotola capovolta alla cui base si è provveduto di sistemare un foglio di carta forno in modo da raccogliere l'eccedenza della glassa. Far scendere la ganache tutta insieme al centro del dolce e, velocemente, con una spatola distribuirla sul dolce in modo che le pareti ne siano rivestite in modo uniforme. Raccogliere la ganache rimasta e conservarla. Lasciare che la glassa si indurisca poi, con delicatezza, trasferire il dolce su un piatto da portata adatto ad essere conservato in frigo.

Decorare con tuiles di cioccolato fondente e poche amarene ben sgocciolate dallo sciroppo.
Al momento del servizio, scaldare la lama di un coltello e tagliare il dessert.

Biscottini da imitazione....Li chiamiamo "Les petits Kostèr?

in , by I Dolci di Pinella, mercoledì, gennaio 19, 2011
Koster è un carissimo amico che ho la fortuna di leggere su Coquinaria.
Koster con una  smisurata passione per dei biscotti al cioccolato. Esattamente questi.
Una vera, grandissima, irresistibile passione. Biscotti croccantissimi al cacao, che sanno pero' di nocciole a tratti e forse anche di qualcosa di cioccolatoso, di fondente.
Biscotti cult, ormai. Amati disperatamente da tantissimi che li ritengono favolosi.

"Che fai? Ci provi a farli?"
Basta questa frase innocente buttata lì per caso....pare.... ed io non mi faccio supplicare di più. Adoro imitare i biscotti commerciali. Mi entusiasmo a cercare di rifarli solo per sentirmi dire che....in effetti...un pò c'hai preso....!!!
A dire il vero ci sarebbe  solo un  piccolissimo dettaglio .

Io non li ho mai assaggiati. Mai.

Non ne conoscevo neppure l'esistenza sino ad un mese fa.E in aggiunta, non ne ho mai neppure visto uno dal vero, non ne ho mai  spezzato uno per sentire il rumore del taglio, non ne ho mai percepito l'aroma.

Si può cercare di fare un biscotto con questi presupposti?
Si può.Certo, ci vuole una certa dose di sfrontatezza...

Si legge, si valuta, si chiedono lumi. Poi ci si butta.
E....chi li assaggia ....e non conosce i veri....loro, gli originali....magari dice: " Ma quanto mi sono piaciuti quei biscottini rustici, al cacao, un pò bassetti....Buoni, buoni sul serio!"

Infine arriva una confezione  regalo da lei. La magica Rossanina.
E finalmente assaggio, confronto, valuto. Guardo, specialmente.
E  impasto ancora. E cambio qualcosa. E vario lo stampino. E....
Non credo che la storia finisca qui. So che andrà per le lunghe. Ma posso dirvi  con parca soddisfazione che finalmente annuncerò a Koster che....massi, ci siamo quasi.

Les Petits Kostèr sono nati, infine!

Les Petits Kostèr

Grazie a Paola Lazzari per gli spunti estrapolati da una sua ricetta. Ma, non posso che segnalare che questa ricetta è nata anche da un  delizioso scambio di informazioni tra la Rossanina Del Santo e me. E forse, questa è la parte più piacevole di tutta la preparazione.....




400 g di farina 00
50 g di amido di mais
50 g di cacao amaro
1/2 di cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 di cucchiaino di ammoniaca per dolci
un pizzico di sale
360 g di zucchero semolato
190 g di burro morbido
4 cucchiaini di miele d'acacia
2 cucchiai abbondanti di pasta di nocciole biologica
70 g d'acqua

Impastare il burro morbido con lo zucchero semolato usando la foglia della planetaria.
Setacciare la farina con l'amido, il cacao, il bicarbonato. Sciogliere l'ammoniaca in 50 g d'acqua ed il sale nei restanti 20 g. Aggiungere al composto di burro e zucchero il miele e la pasta di nocciole. Mescolare bene e versare la metà delle polveri. Appena il composto comincia ad assemblarsi versare l'ammoniaca disciolta , ancora farina. Quindi, aggiungere il sale nella restante acqua e completare con le restanti polveri. Amalgamare bene e rovesciare l'impasto su un foglio di carta forno. Dare una forma rettangolare e farlo riposare in frigo per un'ora. Stendere l'impasto sull'asse infarinato leggermente ad  un'altezza di 1/2 cm. Ritagliare con un coppapasta ovale di piccole dimensioni dato che, in cottura, i biscotti crescono decisamente. Poggiare sulla superficie i rebbi di una forchetta in modo da imprimere delle righe. Far riposare i biscotti pre-formati in frigo per almeno 8 ore. Infornare a 190°c per circa 15 minuti. Far freddare e conservare in scatole di latta per preservarne la croccantezza.



E' finita qui? Ma no...adesso voglio vedere se grattugiandoci un pò di cioccolato fondente.....


Eccomi, Eccomi!!!!

Non era, naturalmente, finita qui!!!
Variazione interessante nella ricetta: ho aggiunto 50 g di cioccolato fondente grattugiato e 2 cucchiai di ottima pasta spalmabile, una Majani straordinaria!!
I biscotti erano ancora più saporiti, friabili e .....
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