Un pò di dolce...un che di salato....

in , , by I Dolci di Pinella, sabato, maggio 14, 2011
Alcuni giorni fa, come sapete, la mia casa ha respirato la presenza di un gruppetto di amiche. E, come succede spesso in tali circostanze, è stata grande la voglia di preparare qualcosa di buono.
Qualcosa che da me ci si aspetta. E allora, via con i macarons multicolore e multigusto.
Qualcosa di classico. E allora, andiamo certamente di ciambelline doppie alla marmellata.
Qualcosa che non posso non preparare perchè fanno parte del mio codice genetico. Vedi biscotti, biscotti, fortissimamente biscotti.
Qualcosa di spalmabile lentamente ad un pugno di minuti dal risveglio. Qualcosa di intenso, dal sapore avvolgente che magari ti riporta ad un tempo che non c'è più...Una pate à tartiner agli speculoos può  fare la differenza..

Ed è stato allora che mi ha oltrepassato la mente un fulmine di idea.

Ma perchè non preparare un pan brioche? Qualcosa che faccia da trait d'union tra quella pate à tartiner e quella spuma di pesce spada  che sta lì, in frigo, in attesa di essere sperimentata...
E cosi è nato il mio primo pan brioche. Ricetta classica che non si può sbagliare, quella della Ravaioli su indicazioni della carissima  Paola di Coquinaria....

Ah, certo! Sono rimasta folgorata. Ma non lo sapevo mica che un pan brioche potesse essere cosi buono...E allora ho preso coraggio. Ho tirato fuori la ricetta di Stefano Deidda, magico chef del Ristorante Dal Corsaro, qui in città, e .......via di corsa ad impastare.

Definitivamente conquistata. Posso provare a conquistare anche voi?



Pan brioche
(da una ricetta di Stefano Deidda)






250g di farina manitoba
550 g di farina 00
175 g di zucchero
8 tuorli
8 uova medie
375 g di burro
40 g di lievito
30 g di sale







Avevo solo uova L per cui impastando mi sono accorta, ovviamente, che qualcosa non andava. Per cui, tenendo ferma la quantità di uova e lievito ho usato:
1000 g di farina
220 g di  zucchero
450 g di  burro

In questa preparazione , che di base non prevedeva la maturazione in frigorifero, ho sperimentato il riposo a +4°C come previsto nella ricetta di Ravaioli & Balestrini. Il che ha pure un suo lato di comodità dato che si può preparare l'impasto la sera prima e cuocerlo la mattina dopo.




Lavorazione


Con la foglia del Kenwood ho amalgamato la farina e lo zucchero. In una ciotola ho mescolato i tuorli e le uova. Ho aggiunto 3/4 di essi all'impasto e ho sciolto il sale nel quarto rimanente. Ho versato nell'impasto anche quest'ultima parte cercando di amalgamare bene il composto. Quindi, ho sbriciolato finemente il lievito e l'ho aggiunto in lavorazione sempre con l'uso della foglia. Ho preferito non usare altri liquidi perchè avevo usato uova grandi e avevo la preoccupazione di eccedere.
Ho tolto la foglia e ho messo il gancio.
A questo punto, molto lentamente, ho aggiunto il burro all'impasto, tagliandolo a dadini e facendoglielo incorporare piano. Dopo un po' l'impasto si è incordato, si presentava leggermente appiccicoso ma non ho aggiunto altra farina. Ho fatto la prova del velo cioè  ho staccato un pezzetto di impasto che era abbastanza elastico e l'ho allargato in controluce con le dita. Non si è rotto e quindi  la lavorazione si poteva considerare ultimata. Ho messo l'impasto in una ciotola e l'ho coperto con pellicola. Passaggio in frigo per tutta la notte. L'indomani matina, ho fatto per alcuni stampi normali da plum- cake delle palline che ho unito une alle altre. Lievitando, si sono presentate ben unite, affiancate ma hanno creato una superficie regolare, dritta, non bombata che mi è piaciuta.
Ho fatto lievitare fino al raddoppio e poi ho infornato a 180°C per circa 35-40 minuti.



Da non so più quanto tempo nei miei armadi .....che accolgono una vastità di stampi di cui ho perso da tempo il numero e la tipologia...giaceva inoperoso uno stampo cilindrico a forma di cuore che dovrebbe essere destinato proprio alla foggia e cottura di pan brioche, plum cake e quant'altro.
Mai usato.
Beh...l'ho proprio intravisto per una casuale combinazione e....non mi è parso vero di infilarci un pò di impasto giusto per vedere se....

Si. E' andata. Ce l'ho fatta proprio a veder venire fuori un pan brioche perfettamente cilindrico con una forma inalterata di cuore.....

Sembrava più buono anche il pan brioche....Quando si dice che la forma può essere sostanza....





Oui, Je suis une macarroniste....

in , , by I Dolci di Pinella, lunedì, maggio 09, 2011
Non mi si chieda il perché, stasera, di questo post. Non era nell'aria. Non era nei miei pensieri.
Ma pensavo che sono cosi rari i momenti di gioia...si, gioia...che felicità è una parola grossa e non si può usarla  cosi, cosi facilmente, intendo.
Pensavo a questi giorni senza dolci. Pensavo che stasera inserire un cremoso al cioccolato e vaniglia in un quadro d'acciaio da 1  cm d'altezza può dare un momento di serenità. Come se quel dolce che sto andando a costruire fosse già nato. Fosse li, pronto da rimirare. E, invece, è tutto dentro la testa.

Senza la fantasia non so cosa  sarei. Senza il colore non so cosa sarei. Senza l'entusiasmo non so cosa sarei. E allora, è venuto di getto questo post su Coquinaria, stasera. A chiedermi dove sono finiti i miei ultimi macarons . Che li ho fatti e sono rimasti li, in attesa.

Ma che si può forse dimenticare un macaron?

Oui, Je suis une macarroniste.

Il titolo del topic dice tutto. Ossia, faccio parte,con grande ardore e sprezzo del pericolo delle amanti dei macarons. Si, proprio amanti.....Pazzescamente amanti. Indissolubilmente amanti.
Ma vi diro' di piu'.
E', senza alcuna ombra di dubbio, il dolcino che preferisco. Santi Numi, me lo sono chiesto un sacco di volte il perchè.
Sono colorati. E solo io so se ho bisogno di vedermi colore intorno. Un caleidoscopio di colori. Uno spettro di colori. Tutti i colori. Il piu' possibile colori.
Sono piccoli. Piu' carino dire " Petits". Pitticcus.
Sembrano innocui. Incapaci di somministrare felicità. Gaudio sarebbe forse il termine piu' adatto. Felicità, in fondo, è una parolona.
Sono cosi piccoli e innocui che mettermi il vassoio davanti con le gambe sollevate ad incrocio sull'angolo del tavolo rappresenta un'esperienza quasi indimenticabile.
Sono fantasiosi. In questo regno di grigio finalmente qualcosa che ha del fantasioso.
Infiniti modi di farcire. Tutti i modi possibili di farcire. Si è mai sentito qualcosa di simile per altri dolci? Una si mette li una sera e decide che dentro quei due gusci ci puo' stare per intero una fetta di mondo possibile.
Sono buoni. ..
Fosse facile definire il buono. Buono per Savita-Sole il gusto al caramello salato. Buono per Giuliana il gusto al caffè. Buono per me il gusto al Campari.....Buono per mia nipote Eleonora quello al cioccolato.
Tanti gusti....tante persone....Tanti modi di vedere le cose....

Oui, Je suis absolument une macarroniste.

Mi piace il colore. Mi piace la differenza. Mi piace la fantasia.
Qualcuno vuol far parte del club, s'il vous plait?
Ogni partecipante del club è libero di dichiararlo.
Di dire qual'è il suo macaron preferito. Quale colore lo fa andare in visibilio. O lo farebbe andare in visibilio se....
Di fare una foto. Di esprimere un desiderio. Di volerlo regalare a qualcuno. Forse anche a se stessi.
In questi tempi in cui tutto finisce. Tutto si consuma. Tutto viene a noia. Tutto....Uffa!ma ancora c'e' chi parla di macarons?

Oui, Je suis une macarroniste.

Shumi, come si dice " Macarroniste nel profondo dell'anima"in francese corretto?

Macarons façon Zuppa Inglese



Cosa ci vuole?

Pochissimo.
La solita Pate à macarons. Magari con un nulla di biossido di titanio.
Un po' di fantasia che quella non deve  mancare. Specie al momento di fare un punto rosso alla giapponese.
Una crema pasticciera che sappia di buon limone.
Una  perla di gelatina d'alkermes.....



Forse un filo di gelatina d'alkermes.....



Oppure...Oppure...un piccolo pezzetto di savoiardo inzuppato in....Si...forse....

A' la recherche du sucre vergeoise brune....

in , , by I Dolci di Pinella, domenica, maggio 08, 2011
Peccato non averlo avuto sottomano solo una manciata di giorni prima, il Vergeoise brune...Dalla texture moelleuse et fondante...


Tanto di quel tempo a cercarlo. Cosi tanto che, negli anni, non ho potuto far altro che soccombere al destino e provvedere alla sostituzione con altri tipi di zucchero, quasi uguali.
Quasi.

E quando ormai la ciotola di cristallo era colma di fragranti speculoos, quando ormai il ciambellone era già accomodato su un piatto bianco e ricoperto di carta lucida e trasparente...ecco che arriva lei, la mia amica Savita.
Arriva per quella festa attesa per tutto un anno.Un lungo anno.
E, ancora lì, al momento di salire per i primi gradini  della scala, mi porge un pacco colorato. E' proprio lui.
Il mitico Vergeoise brune.
Lo rigiro incredula tra le mani con un istinto insopprimibile di ultimare la rampa di scale e precipitarmi in cucina , tirar fuori, farina, burro, cannella.....

Esistono talvolta delle combinazioni particolari. Cose che si concatenano come perle di una collana. E adesso sono qui a guardarlo, il Vergeoise, con un timore infantile che finisca..."Se lo uso poi finisce..." Come quando ero piccola e cercavo di custodire le tre monete d'argento ricevute in dono il giorno del mio compleanno...Per poi, esplodere e spenderle tutte insieme in una gioia irrefrenabile....
Credo che farò cosi anche con il Vergeoise......

Speculoos
(estratta da Il Cavoletto di Bruxelles)



550 g di farina 00
400 g zucchero vergeoise bruno (in alternativa zucchero scuro di canna)
225 g di burro
3 cucchiai di cannella ( oppure a piacere)
70 g di latte
15 g di bicarbonato di sodio

Versare nella ciotola il burro morbido a dadi. Aggiungere lo zucchero e rimescolare con la frusta K del Kenwood per ottenere un impasto omogeneo. Setacciare la farina con il bicarbonato e la cannella. Aggiungere tutto all'impasto e regolarne la consistenza unendo a poco a poco il latte. Avvolgere la pasta in un foglio di carta forno e conservarlo in frigo per alcune ore. Velare il ripiano dell'asse con un po' di farina. Stendere l'impasto ad un'altezza di 1/2 cm e ritagliarne dei biscotti usando coppapasta ovali, quadrati e tondi. Riporli sulle teglie rivestite di carta forno tenendoli ben distanziati perché crescono molto in cottura.  Imprimere la dicitura "Speculoos" sulla superficie dei biscotti.
Accendere il forno a 160°C. Infornare i biscotti per circa 15 minuti. Lasciar raffreddare e conservare in scatole di latta.

Certamente, non mancate di utilizzare questi biscotti per rifare la ormai collaudata Pate à speculoos che avete visto di recente....Ma, i deliziosi biscotti si prestano ad una molteplice varietà di utilizzi..
Girovagando in rete, mi sono imbattuta in un Fondant aux Pommes che non ho fatto giusto per un caso fortuito...Ma mi ha dato la possibilità di sperimentare una variante di ciambellone che ha ottenuto da un mio carissimo amico entusiastici commenti e....anche suggerimenti molto interessanti!

Insomma, il ciambellone allo yogurt di antica memoria è diventato...

Ciambellone allo yogurt, speculoos e mele caramellate




2 vasetti di yogurt
6 vasetti di farina
4 vasetti di zucchero
6 uova medie
2 vasetti di olio di arachide
2 bustine di lievito
6 mele golden medie
100 g di speculoos

Eliminare la buccia alle mele e tagliarle a dadetti piccoli. Versare la frutta in una padella insieme ad una noce di burro e qualche cucchiaio di zucchero. Far appassire le mele e proseguire la cottura finché i dadini di frutta sono dorati, quasi caramellati.
Versare lo yogurt nella ciotola della planetaria insieme allo zucchero. Aggiungere la farina setacciata in precedenza con il lievito, le uova, uno alla volta, quindi, l'olio. Passare i biscotti al mixer in modo da ridurli in polvere.
Versare l'impasto in uno stampo a ciambella imburrato ed infarinato. Infornare a 180°C finchè il ciambellone supera la prova dello stecco. Spolverare con abbondante zucchero vanigliato.

Sablés chocolat à la fleur de sel

in , , by I Dolci di Pinella, martedì, maggio 03, 2011
Arrivano delle amiche dalle mie parti.
Amiche speciali che anche quest'anno hanno deciso di infilarsi in un aereo e di respirare l'aria satura di profumo di lentischio che invade i luoghi della mia vita. Quell'aria che mi  prende alla gola e alla testa quando torno da un viaggio e si apre il portello a  far entrare le folate di vento che mi scompigliano i capelli e mi disorientano, per un attimo.

Un'aria che è aria di casa. Aria di ritorno a casa.

Prepariamo i dolci per le amiche. Dolci da gustare al mattino. Che predispongano alla giornata. Dolci semplici e buoni che ne prendi uno e poi magari anche un altro che tanto per la dieta ci possiamo pensare anche domani.

I nuovi speculoos con il nome impresso in superficie:ovali, tondi, quadrati. Che quando si solleva il coperchio di cristallo della boule ti danno uno stordimento con il loro profumo intenso di zucchero bruno e di cannella.

 I soliti occhi di bue alla confettura...soliti ma cosi irrinunciabili ....con mia sorella che dice" Se ti avanzano me li regali , per favore?"...e come fare a dirle che non ne ho più neppure uno?....

Un ciambellone allo yogurt . Cosi semplice che diventa squisito se arricchito con una manciata di speculoos sbriciolati e mele caramellate al Calvados....cosi fantasticamente moelleux e mai termine fu più adatto a definirlo. 

E poi...non può certamente mancare il Gateau au chocolat de Colette del patissier Pierre Hermé..che ogni volta che la faccio ci sarebbe solo da sedersi di fronte con una tazza di the e non alzarsi più se non.....

Ah...che sogno Pierre Hermè.
 Chissà mai se un domani riuscirò a frequentare un suo corso...
Difficile. Difficile da matti.
E allora non mi resta che aprire un suo libro....in questo caso Infiniment .....e mettere un segno da qualche parte. Il segno, stavolta, è caduto su una ricetta di biscotti al cioccolato e fleur de sel che non avevano neppure una foto che mi potesse condizionare e invitarmi al rifarli. Il fatto é  che, sotto la ricetta, era descritta una pate à tartiner, fatta con gli stessi biscotti ed è bastato questo a farmi bloccare e decidere di farli assaggiare a loro.
Alle mie stupendissime amiche.

Sono piaciuti? Hum....Io credo di si. Non per altro. Ognuna di loro è partita con un pacchetto profumato in valigia e sono certa che troveranno il modo di  sedersi pensierose in cucina con un piattino in mano a ricordare con piacevole malinconia i giorni trascorsi a respirare l'aria satura di vento e di lentischio.

Sablés chocolat à la Fleur de sel
( tratto da Infiniment de Pierre Hermé)


 

175 g di farina 00
30 g di cacao amaro in polvere
5 g di bicarbonato di sodio
150 g di burro in pomata
120 g di zucchero di canna
50 g di zucchero al velo
3 g di Fior di sale
Estratto di vaniglia liquido
150 g di cioccolato fondente al 70%





Tritare finemente il cioccolato con un coltello seghettato da pane e ridurlo in lamelle esilissime. Mescolare la farina, il cacao e il bicarbonato e setacciare ripetutamente in modo da amalgamare benissimo le polveri. Ridurre il burro in pomata, aggiungere lo zucchero di canna, quello al velo, il sale e la vaniglia. Mescolare e completare aggiungendo le polveri ed il cioccolato.  Impastare il meno possibile. Formare dei cilindri del diametro di  circa 4 cm.  Conservare in frigo per circa 2-3 ore. Con un coltello affilato, ritagliare dei dischi ad uno spessore di circa 1 cm. Infornare a 180°C in modalità ventilata. Lasciar cuocere per non più di 12 minuti in modo che rimangano "poco cotti" e farli raffreddare benissimo prima di conservarli in una scatola di latta.
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