Le gelatine di Luca Montersino

in , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, febbraio 01, 2013
Quando mi scatta la passione...quando sono contenta di una preparazione, soddisfatta del risultato....quando passo minuti interi seduta da qualche parte con il piattino davanti agli occhi,  il cuore leggero come una nuvola di zucchero filato e mi assale un rivolo di gioia infantile....allora penso che quella ricetta entrerà dritta-dritta nel gruppetto di quelle che mi terranno sempre compagnia.

Si incollano a me come i quadratini di cotone che cercavo di cucire per i vestiti delle bambole, da piccola. Ricette unite le une all'altra dai fili sottili e resistenti della passione e dell'entusiasmo. Amo tutte le ricette su cui dispiego la mia mente. A tutte ho dato in regalo il mio tempo, a tutte ho affidato il mio batticuore.

Ma, tra esse, alcune si sono inserite cosi profondamente nelle mie emozioni che stanno lì, in attesa di rivivere....sicuramente  certe di rivivere altre volte, magari con abiti nuovi e differenti.

Come quelli che, da piccola, cucivo per le mie bambole..... 




Gelatine di fragole 
( da una ricetta di Luca Montersino)






250 g di purea di fragole setacciata ( 47.5%)

80 g di sciroppo di glucosio in polvere ( 15.2%)
85 g di isomalto (16.1%)
100 g di zucchero semolato ( 19.0%)
4 g di pectina per paste di frutta ( 0.8%)  
7 g  di soluzione di acido citrico diluito 50:50 (1.3%)
( oppure 3.5 g di acido citrico in polvere)

Peso Totale: 526 g



Riscaldate la purea di fragole fino ad una T di 50°C. Unite tutti gli zuccheri tranne circa 10 g di zucchero semolato che saranno mescolati alla pectina.
Quando il composto prende il bollore, versate a pioggia la pectina e rimescolate vigorosamente. Usando una frusta, tenete  il composto in agitazione continua e portate ad una T di 106°C. Aggiungete  l'acido citrico in soluzione, rimescolate benissimo, togliete dal fornello e continuate sempre a rimescolare. Colate immediatamente sullo stampo prescelto versando la gelatina velocemente e stendendola con la spatola. Riponete al fresco.
A gelificazione ottenuta, far rotolare le gelatine nello zucchero semolato.












Prima di cominciare.....


Ops.....
Stavo giusto pensando che a me piace tanto trovare in una ricetta il peso totale e la % degli ingredienti. Perché? ma perché.....facciamo un esempio..potrei avere solo 200 g di purea di fragole e allora devo fare tutta una serie di calcoli e il peso totale mi serve....Ecco! Vi evito un banalissimo calcolo in più....



1. Se non si ha sottomano il glucosio in polvere, usare lo sciroppo di glucosio che contiene circa l'85% di glucosio e il 15% d'acqua. In questo caso gli 80 g di glucosio in polvere possono essere sostituiti da circa 95 g di sciroppo di glucosio. Ricordiamoci anche che il glucosio ha un potere dolcificante inferiore a quello del saccarosio, cioè pari a 74

2. Non tutti hanno in dispensa l'isomalto. Puo' essere sostituito dallo zucchero semolato anche se cio' comporta la perdita delle sue proprietà.  Ricordiamoci che il suo potere dolcificante è pari a 50, cioè esattamente la metà di quello del comune zucchero 

3. La pectina da usare: non la comune pectina per marmellate e confetture ma la pectina arricchita di sali ritardanti che ritardano la gelificazione. Infatti, questa avviene a temperature superiori che  consentono di far evaporare meglio l'acqua contenuta nella frutta . La gelificazione avviene a 106°C. In tal modo le nostre gelatine non saranno molli e umide ma consistenti al taglio 

4. E' da tenere sott'occhio che questa pectina gelifica in modo irreversibile per cui se non stiamo attenti a tenere tutto pronto e nello spazio fisico vicinissimo a dove facciamo le gelatine, corriamo il rischio che solidifichi con l'impossibilità di farla colare negli stampi

5. Dove comprarla? Ci sono tanti siti ..basta digitare pectina per paste di frutta e controllare che ci siano i sali ritardanti con le sigle E337, E452......oplà! Il gioco è fatto!

6. Per l'acido citrico oppure l'acido tartarico, che servono da starter per la gelificazione...comprateli in Farmacia. Si trovano facilmente. E poi, tornate a casa, fatevi la vostra soluzione. Pesate, per esempio, 50 g di acido citrico e ci aggiungete 50 g d'acqua. In tal modo l'avete sempre pronta e utilizzabile. Se avete acido tartarico, ricordiamoci che 10 g di acido tartarico diluito corrispondono a 15 g di acido citrico diluito, cioè ha un potere di starter certamente magiore per cui se ne userà meno.


Che c'entra la Cheese cake?...C'entra, c'entra...




Naturalmente, questa gelatina in cottura subisce una gelificazione irreversibile, cioè,  una volta indurita pur cercando di scaldarla non ritorna più liquida. E questo è un gran vantaggio quando dobbiamo inserirla all'interno dei dolci che prevedono una cottura in forno. Come le Cheese cakes per esempio....In questo caso sopra i biscotti lavorati con il burro ho inserito un disco di gelatina al di sopra della quale ho colato l'impasto del dolce. E subito in forno...

Una glassa, uno specchio....

in , , by I Dolci di Pinella, lunedì, gennaio 28, 2013
Tutto  è nato da una discussione su quale glassa fosse perfetta per un dessert al Gianduia.
Questa? Oppure è meglio quest'altra? E perché non questa, invece?

In realtà lo sperimentare cose nuove mi da una carica gioiosa. 
Il tempo scorre veloce, troppo veloce. E  io cerco di prendere le ore per la coda e far rallentare loro la corsa verso il futuro.

Il tempo, il tempo. Non posso fare una glassa e non poter poi vedere l'effetto che fa sul dolce....
Ed è insopportabile, d'inverno, aspettare sempre il fine settimana quando posso ritagliarmi il mio tempo solo per me...

E questa domenica nulla mi ha bloccato. Come un'ape operaia ho sbrigato frettolosa ma efficiente..tutte le incombenze "obbligate"..
Le lasagne. Il pesce. Il contorno. 

Perchè in piena mattina di sole avevo questa glassa da provare....Avevo preparato un cubo di bavarese già dai giorni prima e quindi nulla mi poteva ostacolare....

Il risultato è stato una glassa che è colata sul dolcino come fosse un panno di seta morbida. Vellutata e morbida. Giusto un po' di movimento per far colare l'eccesso ma....Stop! Null'altro...

E' stato un attimo tirar fuori dal freezer un dessert Carrément Chocolat di Pierre Hermé e....ma di questo vi scrivero' presto. Con calma. 

Giusto per ritagliarmi ancora uno scampolo di gioia....

Glassa di cioccolato al latte
( da una ricetta di Marc Hemery)




75 g d'acqua
150 g di zucchero semolato
150 g di sciroppo di glucosio
100 g di latte condensato
10 g di gelatina granulare oppure  in fogli da 2 g l'uno 
150 g di cioccolato al latte al 38%

Idratare la gelatina con 5 volte il suo peso in acqua.

Fondere al micro-onde il cioccolato al latte.
Versare l'acqua e lo zucchero semolato in una casseruola e far scaldare fino a sciogliere lo zucchero. Aggiungere lo sciroppo di glucosio e portare fino alla temperatura di 103°C. Togliere dal fornello e aggiungere il latte condensato, la gelatina idratata e mescolare molto bene. Versare sul cioccolato fuso e mescolare. Quindi, usando un minipimer emulsionare la glassa evitando la formazione di bolle d'aria. Passare la glassa al setaccio.
Far abbassare la temperatura fino 30-32°C.
Estrarre dal freezer il dolce congelato. Versare la glassa e far oscillare delicatamente il dolce allo scopo di consentire una distribuzione uniforme.
Sistemare il dolce in freezer finché la glassa si presenta solida ed elastica ma non colante ai bordi.








Gelatina: I fogli da 2 g l'uno che si trovano facilmente al market sono quelli ideali da utilizzare. Non trovandoli, si possono acquistare i fogli di peso differente ma occorre tener presente che si tratta di articoli di qualità e potere gelificante differente. In ogni caso, quando si devono usare, è bene tenere a mente che un foglio da 2 g gelifica allo stesso modo di un foglio da 2.5 oppure da 5 g. Questo perché la tipologia della gelatina è differente ( Oro oppure argento ecc.). Oggi, in commercio si trova la praticissima gelatina granulare con indicati la forza gelificante in gradi Bloom (in genere 200). Si utilizza come la gelatina in fogli da 2 g. 

Financiers à la noisette di E'ric Kayser

in , , by I Dolci di Pinella, mercoledì, gennaio 23, 2013



Neppure un anno fa si camminava lesti in rue du Bac, a Parigi.
Avevamo deciso di fare una passeggiata invece di prendere il Metro davanti al Musée du Louvre. Giusto per assaporare ancora una volta l'emozione che dava l'attraversare la Senna.
Uno sguardo a destra, uno a sinistra. Gli occhi lanciati e a tratti persi nella meraviglia del paesaggio offerto dalla città.

L'intento era di raggiungere la Patisserie des Reves di Philippe Conticini ma io coltivavo in gran segreto l'obiettivo di spingermi....ancora una volta..fino a rue de Sèvres, alla Grande E'picerie...Che era proprio ad un tiro di schioppo da li.
In gran segreto perché non riuscivo a spiegare il perché, dopo cosi tante volte, non potessi riuscire a fare a meno di andarci ancora. Come per il Musée d'Orsay....Ogni volta che incollo gli occhi su un Renoir, un Matisse, un Van Gogh....è come non li avessi mai visti prima e la meraviglia e l'entusiasmo fanno dire a chi mi sta accanto:
" Ma non l'avevi visto la scorsa volta?"
" Si..ma....non vedi anche tu che..."

Parigi è bellissima anche stavolta. Immergo il cuore in ogni angolo di strada. In ogni vetrina. In ogni scorcio. In ogni balcone e in ogni vaso di fiori che sporge colorato dai balconcini in ferro battuto traforati come fossero pizzi.
E......

E'ric Kayser.
E'ric Kayser? Si, vedo il nome scritto sulle insegne di una deliziosa pasticceria-panetteria in ru du Bac..
Ma ho giusto acquistato appena un giorno prima il suo delizioso libro sui Biscuits...
La vetrina..ma anche quelle di metà Parigi ... sono stracolme di piccoli financiers a semisfera e di tutti i colori: al cioccolato, gialli al limone, verdi al pistacchio, alle nocciole, alla frutta,....un tripudio di aromi e colori. 

Non mi sembra poi cosi male..all'improvviso..il pensiero di far ritorno a casa e....


Financiers à la noisette
( estratto da Mes Petits Biscuits sucrés et salés di E'ric Kayser)





Per circa 40 piccoli financiers

125 g di burro
4 albumi
un pizzico di sale
200 g di zucchero di canna
30 g di farina di nocciole
65 g di farina 00
6 g di lievito chimico per dolci


Ponete il burro in una casseruolina e fatelo sciogliere fino a renderlo nocciola chiaro ma senza bruciarlo in quanto potrebbero liberarsi sostanze nocive oltre al fatto di renderlo poco appetitoso....
Montate i bianchi a neve ma senza prolungare eccessivamente la lavorazione, cioè solo fino ad ottenere una meringa ancora appena morbida. Man mano che la fase di montaggio prosegue, incorporate lo zucchero . Aggiungete a mano la farina di nocciole e di seguito la farina 00 setacciata con il lievito. Versate il burro nocciola raffreddato e mescolate delicatamente con una spatola. Conservate il composto in frigorifero per un'ora. 
Trascorso il tempo indicato, accendete il forno a circa 170-180°C .
Con l'aiuto di un cucchiaino da the, distribuite il composto all'interno delle semisfere di uno stampo in silicone e fatele cuocere per 15 minuti.



Nota: Nulla vieta di cuocere la pate à financiers in stampi diversi da quello indicato. Se decideste di cuocerlo in uno stampo singolo, come per esempio uno stampo da plum cake, ricordatevi di prolungare la cottura fino alla classica prova dell'inserimento di uno stecco di legno che, ricordo, deve uscire perfettamente asciutto.



Pate de fruits à l'orange de Pierre Hermé....

in , , , by I Dolci di Pinella, domenica, gennaio 20, 2013

Ma da quanti anni volevo fare queste gelatine?
A dire il vero...una volta ci ho provato. Ma devo dire che non erano esattamente le stesse gelées che mia madre scartava con aria deliziata dalle confezioni acquistate in pasticceria....

A dire il vero c'era un motivo.
Forse piu' di uno....
Ma uno era certamente la pectina sbagliata...Io, allora, credevo che le pectine fossero tutte uguali e che non potesse essere possibile che per fare queste pates de fruits io dovessi vagare di negozio in negozio a domandare..." Ma avete quella pectina per le gelatine di frutta?"

Eh, si. Ci voleva proprio la pectina Jaune di cui scrive le  meilleur Patissier de France...Monsieur Pierre Hermé....e se lo scrive lui non si puo' non andare alla disperata ricerca dell'introvabile prodotto.

Trovata. Comprata. Lasciata in dispensa per lunghi mesi persa tra agar-agar, carragenina, acido citico e tartarico  e....di tutto, insomma.

Ma ieri...ieri....è sembrato quasi un segno del destino che il mio ragazzo sia entrato in cucina con un bel cesto di splendide arance....


Pate de fruit à l'orange
( da PH 10 di Pierre Hermé)



Il giorno prima.....

Per les tranches d'orange pochées

250 g di zucchero semolato
750 g d'acqua
400  g di fettine d'arancia 

Ho preparato uno sciroppo con lo zucchero e l'acqua. Ho fatto solo prendere il bollore controllando che tutto lo zucchero si fosse ben sciolto. Ho tagliato a fettine molto sottili le arance e le ho disposte all'interno di una teglia in strato sottile. Ho versato su di esse lo sciroppo e ho coperto con pellicola a contatto. Ho conservato per 24 ore e l'indomani ho estratto le fettine e le ho ben asciugate. Poi, ho passato tutto al mixer. Ne ho pesato 350 g e le ho tenute da parte.

Per la pate à fruits à l'orange

6 g di acido tartarico                                                    ( 0.7%)
4 g d'acqua 
60 g di zucchero semolato                                         ( 4.4%)
11 g di pectina Jaune                                                    ( 0.8%) 
350 g di fettine d'arancia ridotte in purea          ( 25.5%)
250 g di succo d'arancia                                             (18.2%) 
50 g di succo di limone                                                (3.6%)
500 g di zucchero semolato                                      ( 36.5%)
140 g di sciroppo di glucosio                                    (10.2%)                             

Peso totale: 1371  g

Nota: In effetti non mi sono limitata ad usare i 6 g di acido tartarico....Ho pensato bene di pesarne 60 g e di aggiungere 40 g d'acqua. Ho fatto dissolvere bene e ho conservato in apposito contenitore in vetro per altre occasioni..

Ho preparato un vassoio sul quale versare la gelatina in modo da essere veloce e non perdere tempo....
Ho mescolato la pectina con i 60 g di zucchero.
Ho unito alla purea d'arancia, il succo delle arance e del limone. Ho scaldato a fuoco dolce fino a 40°C , ho incorporato il miscuglio di zucchero e pectina  e ho portato al bollore. Quindi, ho aggiunto i 500 g di zucchero e lo sciroppo di glucosio.Quando la T ha raggiunto i 106°C che corrispondono  a circa 75°Brix, ho tolto la casseruola dal forno, ho aggiunto la soluzione di acido tartarico e ho mescolato vigorosamente. Molto velocemente, ho colato la gelatina . Ho lasciato a temperatura ambiente per un giorno intero. quindi, l'ho ritagliata con un coppapasta e ho fatto rotolare le gelées nello zucchero semolato.












Pectina Jaune? 
Si. E' sempre una pectina ma ha una caratteristica. Quella di essere dotata di certi sali ritardanti che ritardano la gelificazione. In altre parole, consentono la gelificazione a circa 75° Brix  ( circa 106°C) in modo da un residuo secco molto elevato. Senza questi sali, la pectina gelifica a circa 70 °Brix  e in tal caso le gelatine avrebbero ancora troppa acqua. Il risultato sarebbero gelées  molli e collose.

Sigla della Pectina Jaune
Si tratta di una pectina E440 + sali ritardanti E 337, E 452



Acido Tartarico?
E, si. L'acidità è fondamentale per costruire una rete di molecole di pectina. Si puo' usare l'acido tartarico oppure l'acido citrico, sempre in soluzione. E il succo di limone? Si, si puo' utilizzare ma occorre ricordare che ogni 10 g di acido tartarico oppure 15 g di acido citrico ( diluiti 50:50) corrispondono a circa 110-120 g di succo di limone....

Perchè essere veloci al momento dell'aggiunta dell'acido tartarico?
Bisogna essere velocissimi. Aver già pronto tutto su cui colare la gelatina. Perchè l'acido tartarico innesca la gelificazione che in questo caso è irreversibile per cui una volta fissata...ahimè...non c'è piu' nulla fa fare....


COPYRIGHT © I Dolci di Pinella · THEME BY WATDESIGNEXPRESS