Pasteis de Nata.....versione 2.0

in , , by I Dolci di Pinella, martedì, giugno 16, 2020
La storia tra i Pasteis de Nata e me non poteva dirsi conclusa...

La bontà del dolce appena fatto non è servita a farmi chiudere la storia con loro.
Ecco! questi dovrebbero essere i dolci che sono stati al centro dei miei pensieri per tanto tempo...

La ricerca di una croccantezza appena sfiorata e l'idea della bontà di una crema piu' "soave" sono stati un motivo sufficiente a far si che lo studio avesse a continuare...

E qui è successo quello che spesso capita in Pasticceria.

Le indicazioni date da Pasqualina Filisdeo sono state determinanti. E la croccantezza della sfoglia ha trovato il suo punto d'arrivo grazie al regalo di Samuel Gonzalez, pasticcere e lievitista argentino, che ha saputo creare un gruppo molto attivo " Gli amici di Samuel Gonzalez"  farcito di partecipanti con un incredibile spirito di condivisione.
Ho conosciuto Gonzalez durante il periodo del silenzio e dell'isolamento. Forse non è un caso che la mancanza di clamore e la possibilità della riflessione siano di aiuto nella capacità di individuare le persone che hanno molto da dare e da far conoscere.
Il mio augurio è che non abbia a perdersi la notevole ricchezza  che pur in condizioni difficili si è riusciti comunque a creare. Che si riesca a non farsi invadere dal "rumore", dalla inutilità delle cose, dalla "povertà" delle idee e dei comportamenti. Che, insomma, questo periodo ci lasci intatta la possibilità di tirar fuori da ognuno di noi solo gli aspetti veri, importanti, pieni di significato.

In questo assetto, sono poi nati i Pasteis.
Grazie alle indicazioni di Gonzalez , anch'esse nate in virtu' della generosità di Joao Pedro, ho cominciato a capire la strada da seguire. Poi è stato tutto molto facile anche per le indicazioni di Carlos Pimenta e Laly La Dulce Encomienda che hanno cosi generosamente condiviso cio' che era in loro possesso.

A tutti loro il mio grazie ....


I miei Pasteis de Nata...versione 2.0






Per la pasta

250 g di farina sfoglia W300
125 g di acqua
2.5 g di sale
5 g di zucchero
+
125 g di burro in pomata
50 g di strutto morbido

Setacciare la farina e aggiungere il sale e lo zucchero. Impastare con l'acqua fino ad avere un impasto sodo e liscio. Stendere in un rettangolo , coprire con pellicola e far riposare per circa 30-60'. Unire i due tipi di grasso. Dividerli in tre parti uguali.
Stendere meglio la pasta in un rettangolo alto circa 0.8-1 cm. Distribuire il 1 terzo del grasso sui 2/3 della pasta servendosi di una spatola. Si avranno quindi 2/3 ingrassati e 1/3 non ingrassato. Per esempio, se il rettangolo e' lungo 45 cm , avremo 30 cm a sinistra velati di grasso e 15 cm a destra senza grasso. 
Praticare due pieghe da 3 in questo modo.
Prendere il lato non "ingrassato" ( per es 15 cm) e sovrapporlo verso sinistra. Arrivera a coprire i primi 15 cm a sinistra che sono "ingrassati. A questo punto completare la piega a 3 prendendo i 15 cm a sinistra "ingrassati " e sovrapporli sulla parte a destra.

Far riposare in frigo circa 30 minuti.
Allungare di nuovo la pasta e ripetere esattamente la fase già descritta con la seconda parte di grasso.
Ripetere la piega a 3.
Far riposare ancora 30 minuti.
Infine, allungare la pasta in un rettangolo non molto largo ma abbatanza lungo in modo da spalmare con la terza parte di grasso tutta la superfice. La pasta ha da essere tirata sottile come fosse quasi una simil-sfogliatella.

A questo punto, arrotolare il rettangolo strattamente partendo dalla base per arrivare ad ottenere un cilindro di diametro circa 4 cm, cioè come la base dello stampino.
Far raffreddare il cilindro. Poi con le mani ben imburrate, sagomarlo bene e tagliare dei pezzi di circa 2 cm di spessore.
Mettere un cilindretto con la parte tagliata al centro dello stampino. Infossare la pasta al centro con il pollice bagnato nell'acqua e stendere la pasta all'interno cercando di renderla sottile alla base e piu' spessa ai bordi.

Far riposare un'ora in frigo.

Crema per Pasteis

Preparare uno sciroppo con:

250 g di zucchero semolato
125 g di acqua
scorza di 2 limoni
due bastoncini di cannella

Sciogliere lo zucchero nell'acqua, portarlo al bollore fino alla T di circa 107°-108 °C. Farlo raffreddare, poi filtrare.
Pesarne 250 g

250 g di latte intero
18 g di farina
18 g di amido di mais
250 g di sciroppo di zucchero
30 g di uova intere
40 g di tuorli

Setacciare farina e amido in una ciotola. Versare qualche cucchiaiata di latte fino ad avere una pastella densa e senza grumi. Completare con il restante latte e portare in cottura fino ad ottenere la consistenza di una besciamella. Quindi, a filo aggiungere lo sciroppo mescolando con una frusta. Unire le uova e i tuorli. Passare al setaccio. Riempire una caraffa e versare a filo all'interno degli stampi fino a raggiungere circa 0-5-0.8 cm dal bordo.
Infornare a 250°C per circa 8-10 minuti controllando la cottura in base al proprio forno.
Velare di zucchero al velo e/o cannella. 

Pasteis de Nata....primi passi

in , , by I Dolci di Pinella, mercoledì, giugno 10, 2020



Da alcuni anni, convivo con il pensiero che prima o poi mi ritrovero' a doverli fare..
I pasteis de nata...
Rimando sempre. Forse perchè non li ho mai mangiati. Non so che gusto preciso abbiano. Che consistenza. Se siano croccanti oppure friabili....
Per cui, e' tanto in salita pensare di rifarli..

Sono ricorsa a foto, video, suggerimenti. Fino a quando, complice una pasta sfoglia alla panna di Omar Busi..mi sono buttata.

A dire il vero, ho trovato su You tube un bellissimo video che mi ha dato la spinta decisiva.
Oltre ad una ricetta di un pasticcere portoghese conosciuto sul gruppo del mio amico Samuel Gonzalez.
Vi invito a darci uno sguardo...
In aggiunta, l'averli fatti mi ha aiutato a capire che non è finita qui...la sfoglia deve essere piu' croccante e appena meno friabile...per cui a giorni sono li a riprovarci...
Intanto, sono felicissima comunque del risultato ...una volta tanto....
Che dite? ci si riprova?





I miei Pasteis de Nata......Prototipo....




Grazie a :

JustinCooking
Carlos Pimenta su Gli Amici di Samuel Gonzalez


Massa sfogliata 


Io ho usato circa 250 g di pasta sfoglia alla panna da una ricetta di Omar Busi.
Ho tirato molto sottile in un rettangolo. Ho inumidito spennellando d'acqua e poi ho arrotolato partendo dalla base. L'ideale è di arrivare ad un diametro di circa 4 cm. Conservare coperto da pellicola in frigo. 
Quindi, tagliare dei cilindretti di circa 2 cm e rivestire gli stampini adatti da pasteis cercando di tenere la base piu' sottile delle pareti. Far raffreddare in frigo.


Pasteis de Nata

250 g di latte intero
115 g d'acqua
160 g di zucchero
30 g di farina debole
4 tuorli
scorza di due limoni
un bastoncino di cannella

Preparare uno sciroppo con l'acqua e lo zucchero. Portarlo al bollore insieme alla cannella e al limone fino a raggiungere la T di 105°C. Far intiepidire.
Setacciare la farina in una ciotola e diluire piano con il latte senza formare grumi. Portare il latte con la farina sul fornello e addensare quasi come per una besciamella. 
Togliere dal fuoco. Aggiungere a filo lo sciroppo setacciato sempre mescolando con una frusta, a mano.Aggiungere i tuorli, uno alla volta.
La crema è pronta per essere versata negli stampi

Preparazione

Estrarre gli stampi dal frigo. Versare la crema fino a circa 1 cm dal bordo. Infornare a 250°C per circa 15-16 minuti. Dopo la cottura , lucidare velocemente con sciroppo 1:1.


Molto difficilmente preparo al grammo le basi per un dolce...
Penso spesso che magari mi viene un'idea per qualcos'altro e mi piace il momento in cui "completato" il dolce stabilito, riesco a far viaggiare la fantasia verso cose impreviste.
A parte che mi da grande soddisfazione il sapere che resta qualcosa in ciotola da far fuori con un paio di cucchiaini....

E' successo cosi anche con il dolce della scorsa settimana. 
Un mezzo quadro di biscuit Marigny...una mezza ciotola di cremoso al caffe'.....
Tanto in freezer e in frigo ho sempre qualcosa che mi puo' essere utile....In questo caso una tarte di frolla...un paio di etti di glassa pinguino....

Diciamo che sulla barretta ci devo ancora lavorare. Mentre la preparavo ....l'idea e' venuta da una preparazione di Karim Bourgi vista su Instagram....ho pensavo che l'avrei rifatta presto inserendo altri due dettagli....
Insomma, da cosa nasce cosa....

Barretta Cioccolato-caffé





Petite Tarte cioccolato-caffé



Le basi che ho utilizzato sono queste:


Biscuit chocolat Marigny
( estratta da una preparazione di Christophe Michalak)

25 g di cacao in polvere
20 g di fecola
20 g di amido di mais
100 g di albumi
95 g di zucchero semolato
95 g di tuorli
45 g di burro fuso a 45°C


+ caffè leggermente zuccherato

Setacciare le polveri presenti in ricetta per 2 volte. Separare i tuorli dagli albumi: montare a neve gli albumi aggiungendo progressivamente lo zucchero in modo da ottenere una montata lucida e ferma. A mano, con la marisa, incorporare i tuorli cercando di non smontare il composto. Unire le polveri setacciate e infine il burro precedentemente mescolato con due cucchiaiate di impasto. Versare all'interno di uno stampo in silicone a semisfere (o similare) di circa 6 cm di diametro. Infornare a 175 °C per 8-10 minuti. A metà cottura poggiare sullo stampo un foglio di carta da forno e quindi una teglia. Il composto crescera molto in cottura per cui occorre livellarlo per poter successivamente essere utilizzato. Ancora caldo, bagnarlo con il caffé senza eccedere nell'inzuppo.

Cremoso al cioccolato fondente e caffé
( estratto da una preparazione dell'Ecole Valrhona)

105 g di panna al 35% di grassi
105 g di latte intero
42.5 g di tuorli
20 g di zucchero semolato

+ 102.5 g di Cioccolato Guanaja Valrhona

Preparare con gli ingredienti sovracitati  cioè panna, latte, tuorli e zucchero  una crema inglese fino alla temperatura di 82°C. Versare la crema sul cioccolato ridotto in scaglie e attendere 5 minuti. Quindi, mixare con un mixer ad immersione fino ad ottenere una emulsione liscia e brillante. Versare una piccola quantità di cremoso sulla superficie delle semisfere di biscuit Marigny e sistemare in frigo. Dopo un'ora trasferire lo stampo in congelatore. 
Versare il resto del cremoso all'interno di uno stampo in silicone a base cilindrica con diametro di circa 3.5 cm ad un'altezza di 1.0-1.5 cm. Si stemare in frigo per un'ora e quindi in congelatore.


Per la barretta:

Ho colato il biscuit in stampo a rettangolo in silicone . Il biscuit è alto circa 2 cm. Ancora caldo, l'ho bagnato con del caffé zuccherato e ho fatto raffreddare. Quindi, con beccuccio liscio ho dressato il cremoso a semisfere appena sovrapposte una sull'altra. Avevo del Cara-Crakine della Barry Callebaut e ne ho inserito una piccola quantità all'interno della sfera di cremoso. Ho congelato. Quindi, ho scaldato della glassa pinguino e l'ho colata sopra la barretta. Semplice decorazione con cioccolato al latte in fili sottili e carta alimentare oro.

Per la Petite Tarte:

Ho preso un fondo di tarte e ho inserito all'interno un velo di Cara-Crakine Barry Callebaut. Ho colato il cremoso fino al bordo e ho fatto cristallizzare in frigo. Quindi ho velato con glassa lucida trasparente e decorato con cacao amaro mediante uno stencil. Un nulla di carta alimentare argentata.

Ogni tanto faccio un elenco dei dolci piu' buoni mai gustati.
Uno è certamente il Koeur di Christophe Michalak.
Si potrebbe pensare che sul giudizio possa aver influito l'essere all'ultimo piano dei Grands Magazins Printemps ...un cielo terso e un sole mediterraneo...gli occhi sull'Opera Garnier...ma non è cosi.

Un dolce per me, uno per lui.
Ma li ho scelti io entrambi. Una petite tarte Noisette-Karamel "Delphine" per capire che dolce Michalak avesse mai potuto associare alla moglie Delphine e il Koeur rosso che mi aveva estasiato già al suo primo apparire.

Divini entrambi...ma le Koeur....le Koeur è stato tutto una sorpresa. Sarà per il biscuit Marigny avvolto dalla glassa Rocher...sarà stato per il cremoso al cioccolato, per la composta esotica..lo yuzu ...la mousse legère. E poi quel leggerissimo glaçage rouge!

E poi arriva lo stampo. Ma di rifarlo cosi non se ne parla. Troppo forte la bellezza del dolce..
Ho pensato di unire tre ingredienti e di far ruotare tutto intorno a loro. E' nato un dolce goloso, leggero, saporito.
Certo. Non è rosso. Non ho Parigi intorno ma...chiudendo gli occhi tutto puo' essere quasi reale...











Biscuit chocolat Marigny
( estratta da una preparazione di Christophe Michalak)

25 g di cacao in polvere
20 g di fecola
20 g di amido di mais
100 g di albumi
95 g di zucchero semolato
95 g di tuorli
45 g di burro fuso a 45°C


+ caffè leggermente zuccherato

Setacciare le polveri presenti in ricetta per 2 volte. Separare i tuorli dagli albumi: montare a neve gli albumi aggiungendo progressivamente lo zucchero in modo da ottenere una montata lucida e ferma. A mano, con la marisa, incorporare i tuorli cercando di non smontare il composto. Unire le polveri setacciate e infine il burro precedentemente mescolato con due cucchiaiate di impasto. Versare all'interno di uno stampo in silicone a semisfere (o similare) di circa 6 cm di diametro. Infornare a 175 °C per 8-10 minuti. A metà cottura poggiare sullo stampo un foglio di carta da forno e quindi una teglia. Il composto crescera molto in cottura per cui occorre livellarlo per poter successivamente essere utilizzato. Ancora caldo, bagnarlo con il caffé senza eccedere nell'inzuppo.

Cremoso al cioccolato fondente e caffé
( estratto da una preparazione dell'Ecole Valrhona)

105 g di panna al 35% di grassi
105 g di latte intero
42.5 g di tuorli
20 g di zucchero semolato

+ 102.5 g di Cioccolato Guanaja Valrhona
caffè liofilizzato qb

Preparare con gli ingredienti sovracitati  cioè panna, latte, tuorli e zucchero  una crema inglese fino alla temperatura di 82°C. Profumare la crema sciogliendo il caffè liofilizzato in quantità a gusto. Versare la crema sul cioccolato ridotto in scaglie e attendere 5 minuti. Quindi, mixare con un mixer ad immersione fino ad ottenere una emulsione liscia e brillante. Versare una piccola quantità di cremoso sulla superficie delle semisfere di biscuit Marigny e sistemare in frigo. Dopo un'ora trasferire lo stampo in congelatore. 
Versare il resto del cremoso all'interno di uno stampo in silicone a base cilindrica con diametro di circa 3.5 cm ad un'altezza di 1.0-1.5 cm. Si stemare in frigo per un'ora e quindi in congelatore.

Croustillant praliné craquant


( estratto da una preparazione dell'Ecole Valrhona)

70 g di pralinato alle nocciole/mandorle
15 g di cioccolato al latte al 33%
20 g di Eclat d'or Valrhona

Versare il pralinato in una ciotola. Aggiungere il cioccolato fuso e mescolare . Completare con l'Eclat d'or mescolando con cura. Stendere il composto tra due fogli di carta da forno ad uno spessore di 3-4 mm. Congelare. Ritagliare dei dischi di circa 5-6 cm di diametro e riporli in congelatore fino all'uso.

Ganache montata alla nocciola


( estratto da una preparazione dell'Ecole Valrhona)

125 g di panna al 35% di grassi
10 g di zucchero invertito
10 g di sciroppo di glucosio
25 g di burro di cacao
60 g di pasta nocciola
165 g di panna al 35% di grassi

Scaldare i 125 g di panna con gli zuccheri in ricetta. Versare il burro di cacao fuso sulla pasta nocciola e aggiungere piano la panna calda mescolando con un mixer ad immersione. Aggiungere a filo la seconda parte di panna ben fredda e conservare per una notte in frigo. L'indomani semi-montare la ganache in modo molto leggero. Versarla all'interno di uno stampo Silikomart Ring Fleur fino a 3/4 di altezza. Inserire un cremoso cilindrico congelato infossandolo leggermente e ricoprire con ganache. Congelare subito.

Glassa Rocher

La ricetta da utilizzare la trovate qui


Gelatina neutra q.b.

Una volta scaldata, aggiungere una punta di coltello di vaniglia e mescolare.


Composizione

Estrarre il biscuit Marigny dal congelatore. Immergerlo nella glassa Rocher temperata a 24°C fino al bordo superiore della semisfera. Adagiare sulla superficie un disco di croustllant craquant. Al momento, estrarre e smodellare il Fleur di ganache montata alla nocciola e spruzzare con un velo di gelatina neutra calda. Deporre il Fleur sopra il biscuit. Decorare semplicemente con della carta argento alimentare.

Impediamo ai macarons di....rater?

, by I Dolci di Pinella, venerdì, maggio 15, 2020
Mercoledi scorso, ho fatto una diretta Instagram sui macarons.
Ho aperto la porta di casa almeno virtualmente...e ho detto tutto quello che in questi anni ho immagazzinato dentro la testa.
Spero di esserci riuscita in qualche modo.

Le dirette IG durano solo un giorno e a dire la verità ho preferito non darle altro tempo. Credo che ci sia una sorta di magia nel far durare poco le cose...almeno alcune...perchè amo l'idea di lasciare cio' che stiamo facendo per andare come ad una sorta di incontro tra amici.

Mi rendo pero' conto che molte cose qualcuno le ha perse e allora ho deciso di scriverle.

Forse sarà un post un po' lungo e me ne scuso ma.....

Ho lasciato volutamente un punto interrogativo nel titolo del post. 
Il macaron richiede fedeltà. Tempo. Attenzione. Non ama essere trascurato e trattato con velocità.
Sembra quasi una persona.....
Per quanto si possa stare attenti, puo' capitare che una piccola variabile ci dia ansie e preoccupazioni ma...non demordiamo.

Sono certa che la volta successiva andrà meglio....



Cominciamo?

Mandorle

E' consigliabile comprare la polvere di mandorle. In casa, con i nostri cutter non riusciremo ad ottenere una polvera finissima se non con la presenza dell'olio estratto che rappresenta un pericolo importante nella lavorazione successiva. Quando le comprate al market leggete l'etichetta: deve essere presente solo la polvere di mandorle e non farina , zucchero, amidi o altri ingredienti.Preferite le mandorle non grasse: le nostre sono migliori come gusto ma spesso sono anche piu' ricche in grassi. 
Poichè noi conserviamo le mandorle in dispensa, con il tempo possono inumidirsi. Allora, passate in strato omogeneo in forno alla T di 140-150°C per circa 8 minuti e girandole spesso con un cucchiaio. Quindi, fatele raffreddare benissimo prima di continuare la lavorazione.

Zucchero al velo

Compratelo . Contiene una piccola % di amido che facilita la lavorazione. Non è necessario setacciarlo prima perchè comunque andrà setacciato con la polvere di mandorle.

TPT

Per TPT si intende il Tant pour tant: cioè pari peso di mandorle e zucchero al velo. Il giorno prima di fare i macarons, unite alla polvere di mandorle lo zucchero al velo. Mescolate bene con una frusta a mano. Quindi, passatelo in un cutter almeno in tre volte ( 100 g /volta) e mixate per circa 10 sec. Se avete mixato bene e non troppo, vedrete che toccando il TPT non si attacca alle dita e non lascerà tracce di unto. Una volta completata la fase di mix, prendete un setaccio di acciaio a maglia finissima e passate tutto il TPT al setaccio. Otterrete la polvere finissima necessaria.Questa fase è determinante.


Albumi

E' il secondo ingrediente fondamentale. Io non sono ancora riuscita a trovare albumi pastorizzati adatti; nè riesco sempre a trovare gli albumi liotizzati che certamente garantiscono , per mia esperienza, una montata migliore. L'aternativa è versare negli albumi pochi grammi di albumina in polvere che rende gli albumi piu' ricchi in proteine.
La procedura da me seguita è quella di separare gli albumi dalle uova almeno due- tre giorni prima. Lasciarli in contenitore ermetico in frigo fino al giorno della lavorazione ; il giorno , estrarli dal frigo almeno 6 ore prima in modo che raggiungano la temperatura ambiente. Da ricordare che il freddo e i grassi ostacolano la lavorazione degli albumi a neve. Da sottolineare che l'uso degli albumi invecchiati e' per la mia esperienza il sistema migliore nella lavorazione casalinga dei macarons. Di utilità e' anche l'aggiunta di una piccolissima quantità di sostanze acide ( limone, aceto, cremor tartaro) che abbassando il PH facilitano la lavorazione.

Coloranti

Assolutamente importante che siano in polvere e idrosolubili. I liposolubili in questo ambiene acquoso non avrebbero la possibilità di sciogliersi restando come particelle corpuscolate che poi in cottura potrebbero dare problemi. Attenzione all'eccesso di coloranti perchè sono stati documentati casi di problemi,  poi, in cottura. Dato il problema che gira intorno all'uso dei colori sintetici, sarebbe preferibile dedicarsi alla ricerca di coloranti naturali estratti da ingredienti alimentari.

Teglie e tappetini

Da preferire le teglie microforate piatte senza rialzo dei bordi laterali perchè potrebbero ostacolare il passaggio uniforme del calore . Di grande utilità sono: i gabarit, cioè fogli di carta scaricabili da molti siti in quanto hanno le impronte dei macarons di diverso diametro. Si mettono sopra la teglia con sopra il tappetino e poi, una volta dressati i macarons, si estraggono . I tappetini che preferisco sono i Tapis de cuisson in fibres de verre che potete trovare in molti siti. Ma funzionano molto bene: i silpat senza impronte preformate ( basta allungare di 2 minuti i tempi di cottura) e anche la carta da forno Cuki professional.

Lavorazione

Piu' di mille parole, sono sufficienti i video che ho caricato sul mio account Instagram: @pinellaorgiana.
Riguardano tutte le fasi della lavorazione: dalla incorporazione degli albumi fino al macarronage.
Ricordiamoci che in casa è preferibile lasciare la pate à macarons dentro la sac à poche e dressare la pate teglia per teglia ( nel caso della meringa italiana). Una volta inserita la pate à macarons dentro la sac à poche, con un tarocco spingete la pate verso il beccuccio: servirà ad eliminare le bolle d'aria.
Dopo il dressaggio dei macarons, è opportuno sbattere la teglia per consentire la fuoriuscita delle bolle d'aria eventualmente presenti.

Cottura

La cottura va regolata obbligatoriamente in base al proprio forno. Io inforno sul mio UNOX a 130°C per 15-16 minuti ma non è una regola. Fate la prova con il vostro forno dressando pochi macarons per volta e infornandoli a turno in un range da 120°C fino a 150°C. Solo cosi potrete sapere come funziona il vostro forno e trovare le condizioni ottimali. Poichè il nemico del macaron è l'umidità , ricordatevi di evitare che la vostra cucina sia satura di vapore acqueo ( cioà non fate bollire acqua sui fornelli....) cosi come buona norma è di aprire lo sportellino del forno circa due volte durante la cottura. Non nei primi 5 minuti perchè in questi minuti il macaron sta cercando di prendere calore e sviluppare la collerette. 
Provate anche, al momento dell'accensione, a introdurre una teglia in forno sulla quale poi andrete a poggiare la teglia con i macarons. Buona norma dice di verificare la temperatura del forno con un termometro da cucina: si possono fare scoperte sorprendenti....Controllare anche che i ripiani siano sistemati bene: pena la comparsa di macarons cresciuti solo da un lato. Almeno i primi tempi, nel forno di casa cuocete una teglia per volta: la cottura di piu' teglie potrebbe provocare un eccesso di vapore che renderebbe i macarons "craquelés". 
Avete dubbi sul grado di cottura? Aprite il forno e toccate un macaron spostandolo con le dita da destra a sinistra. Se ondeggia, dategli ancora tempo.
Quando estraete la teglia a fine cottura, togliete il tappetino con i macarons dalla teglia ma non staccate i macarons. Aspettate due minuti e poi si staccheranno da soli. A questo punto, provocate con il pollice un'infossatura al centro per poter accogliere meglio la farcitura.
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