Tomber en amour avec.....

in , by I Dolci di Pinella, giovedì, agosto 26, 2010
Tomber en amour avec....

Forse non ci vogliono i puntini...Direi, ne sono certa....avec Paris.
Non potrebbe essere altrimenti, considerato che, tantissimi anni fa, Parigi mi ha investito gli occhi, la testa, il cuore con una sciabolata di luce che mi ha frastornato. Ricordo di quel primo viaggio come in effetti non avessi visto effettivamente nulla della città....ed infatti ho una sensazione offuscata di musei e chiese, vie e piazze, ristoranti e brasseries....Dopo, tornandoci ancora...e ancora...e ancora...la sorpresa e l'incanto hanno lasciato il posto ad una sorpresa e ad un incanto sempre più forti, più intensi. Come se questa città avesse ingaggiato una sfida sulla mia capacità di assorbire meraviglie e magie.

Ogni volta è sempre più bella. E ogni volta mi sorprendo di riuscire a trovare piazze non ancora viste, di ammirare capolavori non ancora analizzati con stupore, di sedermi in tavolini di brasseries e cafés  illuminati dal sole all'angolo di vie non ancora calpestate.

Tomber en amour avec.....

Guardare la città dall'alto è come perdersi per poi ritrovarsi. Ho scoperto che all'ultimo piano del grand magazin Au printemps.....io che salivo sempre e solo au dernier étage del Lafayette.... su... al 9° piano,  al café Delicieux si può osservare la città con un giro completo degli occhi e si avrebbe voglia di non andar più via...

Da questa parte la Tour....

Da questa parte Le Sacre Coeur....



E da quest'altra uno sguardo sui Grand Boulevards....magari da lontano si vede pure l'Opéra....



Tomber en amour avec....

Ci sono cosi tante cose per le quali potrei scrivere Tomber en amour avec......Potrei dire... per i giardini. Per le sedie sulle quali adagiarsi  in un pomeriggio alle Tuileries. Per uno sguardo al Carrousel. Per l'insegna di una boulangerie....per un marché a Saint Germain.....per la libreria della Lafayette maison....Per impigrirmi sul bordo della fontana al Jardin du Luxembourg, a vedere le papere e le anatre ed i bimbi rincorrere le piccole barchette a vela sui bordi della vasca.....Per tutto questo, ho pensato di creare un petit cahier....qui a lato, tra un dessert ed un macaron....del tutto personale, naturalmente. L'intento é quello di suggerire indirizzi, posti, strade che in tutti questi anni ho imparato a conoscere.
Anche se forse, la realtà vera é che , cosi, mi sembrerà di esserci ancora.....

Le dernier Tomber en amour avec....

Sadaharu Aoki. Ci volevo proprio andare a vedere i suoi dolci. E quando, durante una escursione a La Grande Epicerie, ho scoperto che rue Vaugirard non era poi cosi lontana....mi sono trovata di fronte alla sua pasticceria tanto a lungo vagheggiata. E i suoi, si!, che li ho comprati di macarons.....

Ne ho presi due allo yuzu e due  al wasabi...ma li avrei assaggiati tutti.
Sedermi ad un café di fronte ad una tazza di the early grey e scartare i dolci è stato un tutt'uno..


Che dire?

La meraviglia di Aoki è stata certamente quella di acquisire la conoscenza della pasticceria francese e averle dato i sapori ed i colori del Giappone. L'essenzialità delle forme. La vivacità dei colori. La limpidezza dei tratti e dei contorni.
Come nei cioccolatini.....





E' certamente stata una strana coincidenza del destino che il mio hotel fosse proprio ad un battito di ciglia da rue des Petits Champs...e che al  46 di  rue des Petits Champs ci fosse un delizioso marché giapponese, Kyoto .....e che io abbia trovato lo  juzu e il wasabi e......

Troverò qualcuno che accetti di assaggiare i miei macarons facendo finta che siano quelli di Sadaharu Aoki?.......Chissà......

Una famiglia in tre messaggi

in , , by I Dolci di Pinella, giovedì, agosto 19, 2010
Per riunire tutta la famiglia qui in zona sono bastati tre messaggi. L'esca è stata del tipo..." Volete venire a mangiare maialino alla brace a casa mia?".... ma il vero motivo è che avevo proprio voglia di rivederli.Mio padre diceva sempre che non c'era assolutamente cosa più importante della famiglia e mi rendo conto, andando avanti negli anni, quanto le sue parole....cosi misteriose e un pò incomprensibili a quel tempo....siano in realtà cosi semplici e cosi vere.
E sono bastati tre secondi per farli aderire, divertiti ed entusiasti.

Sono rimasta la sola ad avere in casa un caminetto. Diciamo una sorta di incrocio tra un caminetto ed un barbecue ma, comunque sia, ritengo di avere tra le mani un tesoro. Durante gli anni, ci ho arrostito piccoli maialini da latte, intensi agnellini e capretti, dorate ali di pollo...."che abbiano anche il pezzo di petto, mi raccomando"-ammoniva mia madre, lunghe spirali di salsiccia al finocchietto, pezzi succulenti di carne di maiale macerata per giorni nell'acqua calda, aceto e aglio....la faceva cosi in maniera irripetibile mia zia diddina....e tanto, tanto altro ancora.
Ogni volta, quando poi distribuivo l'arrosto era tutto un fiorire di esclamazioni..." Meraviglioso....eccezionale.....straordinario.....se ti avanza mettilo da parte e portalo che è buono pure freddo"

Credo, in effetti, che la vera ragione dell'entusiasmo familiare risiedesse nella capacità che quell'arrosto aveva di farci ritornare al passato. Cosi bello, adesso, ammantato da una densa e protettiva coltre di teneri ricordi. E' come se gli altri...quelli difficili, sofferenti, spinosi fossero scesi sul fondo del fiume della mia infanzia, trascinati da pietre pesanti e liscie e intrappolati dalle reti che tessevano i pescatori di anguille. Gli altri ricordi, quelli leggeri, protetti da malinconici sospiri, densi di dolci sorrisi , sono rimasti a galla sull'acqua trasparente e calma, come fossero fiori e nastri  di alghe.

Quando, poi, ho aggiunto che avrei certamente preparato una torta al cioccolato speciale....da parte di qualcuno di loro, è salito fragoroso ed incontenibile l'entusiasmo.

Sarà per questo, sarà per tutto questo e molto altro ancora, che ho deciso che la torta al cioccolato più indicata fosse la Torta ebrea della mia cara sorella di cuore se non di nascita, Fiorella.
Certamente, di torte simili se ne vedono  in tanti altri posti. Ma ritengo che questa sia speciale perchè i dolci non nascono, vivono e crescono per i soli ingredienti . Cioccolato, burro, uova, zucchero.
Certi dolci hanno la fortuna, per come vengono concepiti e  messi a respirare appena nascono, di assorbire umori e sentimenti e battiti del cuore dalle persone  che li desiderano.

In fin dei conti, si può essere intensamente emozionati se qualcuno, al primo boccone, ti guarda con gli occhi sereni e ti dice che buona come quella torta non se ne è mangiata mai.

Torta ebrea di Fiorella


200 g di cioccolato fondente al 60%
150 g di burro
3 uova medie
5 cucchiai di zucchero* ( 3 nella ricetta originale)
1 tazzina di caffé ristretto
2 cucchiaini di caffè liofilizzato (assenti nella ricetta originale)
1 cucchiaio di fecola di patate
cacao amaro e burro per la teglia

Sciogliere il burro dolcemente anche al microonde e tenerlo da parte. Far liquefare il cioccolato. Preparare il caffé e scioglierci il caffé liofilizzato. Montare i tuorli a spuma gonfia con i 3 cucchiai di zucchero. Montare a neve gli albumi versando, nel momento cui si cominciano a formare le bolle della schiuma ulteriori 2 cucchiai di zucchero che renderanno la meringa più stabile. Versare il  cioccolato nei tuorli montati, aggiungere a filo il burro fuso e amalgamare con attenzione. Ultimare con il cucchiaio di fecola ed  il caffé. Versare la crema sugli albumi mescolando dall'alto verso il basso.
Accendere il forno a 180°C.
Imburrare una teglia da 20 c. Spolverizzare del cacao amaro in polvere e travasare la crema.Infornare per circa 30 minuti.

Nota: La torta non crescerà molto essendo senza farina e senza lievito. Io ho preferito ottenere una sorta di tarte ma volendo si puo' utilizzare uno stampo da 16 cm. per raggiungere uno spessore più  grande.

La presenza del caffé nella torta e la disponibilità di un cartoccio di panna fresca in attesa di un urgente utilizzo mi ha spinto ad accompagnare la Torta ebrea con una spuma al caffé...che , devo dire, ha dato il braccio alla torta con grande comunione dei sensi.....

Spuma al caffé




500 g di panna fresca
2 tazzine di caffé
2 cucchiaini di caffé liofilizzato
mezzo bicchierino di liquore al caffé
2 cucchiai di zucchero

Setacciare al passino la panna. Preparare le 2 tazzine di caffé, aggiungere quello liofilizzato e lo zucchero mescolando bene. Versarlo sulla panna. Passare al setaccio per la seconda volta e versare nel sifone. Chiudere e passare in frigo per alcune ore. Al momento del servizio, caricare il sifone con una cartuccia di gas, agitare e servire.
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