Bon! Le torte da cerimonia.....

in , by I Dolci di Pinella, martedì, giugno 30, 2009
Non so voi, ma io credo di aver mangiato una sola volta, diciamo due, suvvia! una torta da cerimonia fatta con tutti i crismi. Nel senso che quella volta, diciamo quelle due volte...la forchettina è riuscita a ritagliare dei piccoli bocconi di un dolce prelibato. Con un pan di spagna morbido e saporito, una crema morbida al gusto e profumata di limone o vaniglia ed una panna fresca , scioglievole, intensa.
E' pur vero che a parziale scusante delle "altre" torte c'e' da dire che vengono gustate al termine di banchetti luculliani e questo di certo non aiuta.....ma anche in condizioni di digiuno spinto riuscire a gustare piu' di 3-4, diciamo 5 se uno è a digiuno da piu' di un giorno, pezzetti di torta con 2 cm di crema al burro rasenta il sacrificio piu' ammirevole.
Che dire? Partiamo con il parlare di un buon pan di spagna? O meglio, parliamo della pasta genovese che io ritengo piu' saporita del normale pan di spagna?
Bon! parliamone....
Ho cercato almeno un paio di volte di riuscire a fare una pasta genovese degna di questo nome. Il risultato è stato veramente insopportabile alla vista e al gusto. Tanto che avevo classificato la preparazione come il classico tallone d'Achille....

Siccome il rischio e lo sprezzo del pericolo aiuta gli audaci, ho deciso di ritentare proprio per la Torta Stefania, dedicata alla mia cara amica bolognese.
Vediamo che ho combinato. Il risultato non esprime un grande senso di perfezione, ma diciamo che ho gettato le classiche basi per ulteriori prove. Ed era buono, il che.....
Pasta genovese
(ricetta di Rossanina-www.coquinaria.it)


6 uova
g. 170 zucchero
g. 200 farina
g. 50 burro
un pizzico di sale
scorza grattugiata di un limone

Montare le uova con lo zucchero in una ciotola posta su un bagno-maria caldo ma non bollente. Arrivare fino alla temperatura di 37°C, quindi togliere la ciotola, versare il contenuto in quella della planetaria e montare fino a quando il composto “scrive”. In alternativa, utilizzare un normale ma buon frullino. Setacciare la farina con il sale e aggiungerla all’impasto, a mano, lavorando dall’alto verso il basso. Completare con il limone grattugiato finemente.Far sciogliere il burro, aggiungerlo ad una cucchiaiata di impasto e amalgamare il tutto. Travasare questo composto al principale, con attenzione. Imburrare ed infarinare una teglia da circa 28 cm di diametro. Versare il contenuto ed infornare a 170°cC fino a completa cottura.
Ecco la pate génoise come si è presentata al taglio.


Come avete potuto notare, nella preparazione dei composti montati, si usa indicare in "quando il composto scrive", quella fase della lavorazione in cui ,facendo calare dall'alto una cucchiaiata di composto, questo non si incorpora subito al resto del composto, ma rimane sulla superficie a formare un nastro. Tipo questo.

Ritengo che la nota dolente nella lavorazione sia rappresentata dall'aggiunta del burro fuso. Essendo un grasso, esso tende a smontare il composto. E allora? questa me l'hanno insegnata all'Etoile. Far fondere il burro, aggiungere una cucchiaiata di montata, mescolare senza ritegno e aggiungere il tutto "con delicatezza" al resto del composto.
Come vedete, il composto finale non si presenta smontato e rimarrà tale anche durante la cottura.

Ancora una cosa! Le dosi possono essere diverse. Puo' essere presente la fecola oppure no....Ma la lavorazione è sempre la stessa.
Insomma, sapete una cosa? Ieri ci ho riprovato, con un'altra ricetta....per un altro giro di torte. Ma di questo, ne parlero' un'altra volta.

Ma che dessert sarà mai questo?

in , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, giugno 26, 2009
E' facilissimo scoprirlo....ma quando ho visto la foto ripresa sul cornicione del mio balcone in un momento di sole raggiante e africano, ho pensato ad un dessert un po' da extraterrestri. Sarà per la forma ad uovo, sarà per il bianco abbagliante dello sfondo..della serie"come non fotografare i piatti...insomma, ho sentito subito la voglia di aprirlo e rivelare il segreto celato all'interno.


Massi. E' una semplicissima mousse al torroncino.
Semplicissima ma buonissima.
Come tutte, si davvero tutte, le ricette di Paco Torreblanca.
Ogni tanto io mi ricordo di aver in freezer del torrone alle mandorle che prende freddo da un po' di tempo..ed allora! ci vuole solo un po' di fantasia. Un gelato, una crema, una bavarese oppure una mousse, come in questo caso.
Vi state anche per caso chiedendo cosa mai sia quella goccina al centro? No, no, nulla di particolare. Siccome ho decorato il piatto con un filo di mosto cotto, ho pensato di servirmene anche per "incollare" le due semisfere .
Coraggio! Avete certamente un cucchiaino a portata di mano, no?


Mousse al torroncino in guscio di cioccolato
(da La Cocina Dulce di P.Torreblanca)

Per la preparazione dei gusci:
Asciugare perfettamente uno stampo a semisfere in silicone. Far fondere del cioccolato fondente e spennellare la superficie interna dello stampo ripetendo l’operazione per alcune volte ed ogni volta riponendo lo stampo in frigo.

Per la mousse al torrone:
200 g di cioccolato con latte
100 g di torrone tritato
240 ml di panna liquida fresca
3 fogli di gelatina da 2 g
475 g di panna semimontata

Far scaldare la panna liquida senza far prendere il bollore. Far liquefare il cioccolato, aggiungere il torrone macinato e sistemare il composto in un mixer, tipo il Thermomix . Far amalgamare la crema e aggiungere i fogli di gelatina precedentemente reidratati. Concludere con la panna calda.
Far freddare fino alla temperatura di circa 35°C . Aggiungere la panna semimontata con molta delicatezza e versare la mousse all’interno degli stampi. Porre in freezer a solidificare.
Una volta ben rappresi, estrarre le semisfere e unirle a due a due.
Decorare con un filo di mosto cotto.

PS Il thermomix è...il bimby. Ma da sempre preferisco chiamarlo cosi....alla spagnola!

La costruzione delle giornate

in , by I Dolci di Pinella, venerdì, giugno 19, 2009
Una lama di luce fa di tutto per scuotermi e farmi aprire le palpebre. Con scarsissimi risultati. Una parte considerevole del mio cervello ha intuito che oggi, forse domani, chissà dopodomani, la costruzione delle giornate sarà nelle mani di....del destino.....non certamente nelle mie, di mani. Che desiderio incredibile di chiudere le porte e le finestre al mondo e inventare quel dolce a cui penso da molto tempo. In quel silenzio tanto desiderato e voluto. Magari finalmente interrotto da quella canzone che non riesco piu' ad ascoltare da un anno, due mesi e due settimane.

Non è possibile, oggi. Ma voglio che il ricordo dell'ultimo dolce mi faccia iniziare la giornata, mi accompagni in queste ore di sole ardente, di vento e di strade sterrate e di campagna e di fiumi asciutti. A costruire una giornata che possa darci sollievo.

Salgo le scale di corsa. Come folletti, mi salgono per la testa da non so dove, decine e decine di modi di decorare la torta. Si fronteggiano spavaldi in attesa di vedere chi la spunta.....Intanto...

I fiori.

Devo avere i fiori ora, subito e controllare se i boccioli di rosa sono veramente cosi piccoli come li immagino e...
E il colore.... il colore deve essere avorio con una sfumatura impercettibile di rosa pallido e tre, certo tre non di piu', appena appena piu' grandi. Non voglio cedere ma solo la pasta di zucchero rende le torte cosi liscie e levigate. E se cercassi di tirarla molto, moltissimo sottile?

Bene, bene. E' deciso.

Santo Cielo....il glucosio. Ne ho sempre in quantità industriali....me ne servono solo 50 grammi...Accendo la mia fedele bilancia:30-40-45 grammi ...ci arrivo, ci arrivo.

Esattamente 50 grammi.

Il mio angelo custode deve aver imbrogliato la bilancia. E quella punta di colorante giallo che ho aggiunto con imprecisione ha creato perfettamente quel leggero tono d'avorio che vagheggiavo...Forse va bene.Forse andrà bene. E magari riusciro' a metterci una candela su questa torta.

E se ci aggiungessi un velo impercettibile di pasta di mandorle prima del fondente di zucchero? Non l'ho mai usata nelle torte ma ...non dovrei rischiare ma....Vada per la pasta di mandorle.

Tiro fuori il dolce. E' molto morbido: una pasta genovese che ieri sono riuscita a fare bene per la prima volta (ma non potevo fare il mio solito pan di spagna...no, eh?), una bagna di liquore Strega, strati sottili di crema al limone alternati a dischi di gelée di fragola. Non è mica alta tutta uguale...e si vede pure, caspita se si vede......

Magari se sposto la decorazione dei fiori al centro inganno gli occhi....ci tento.

Per fortuna, almeno il mio mattarello gigantesco costato un botto fa il suo dovere e stende come ostia, come fosse velo. Lo adoro questo essere che non mi abbandona nei momenti di lucida disperata tensione. Certo, qualcosa si strappa, qualcosa si stanca di essere manipolata ma, per fortuna, i fiori celano le insofferenze della pasta di zucchero a meraviglia, direi.


E' finita. Prendo la torta e la metto in frigo. Perchè alla fine ho la sensazione che il mio cuore esca dal petto e si vada a riposare lì, al freddo?

Torta Stefania
Quando accendo la candela...beh! E' andata.....


Intanto, il sole fa fatica a non farsi intimorire da un vento sempre piu' forte. Raccolgo le forze come se lo scrivere su qualcosa che mi emoziona fosse come una linfa che mi placa la sete, l'ardore. Uno sguardo alla fetta di torta nella foto, un vago ricordo malinconico e sereno che mi colma la testa. Suvvia, andiamo a vedere che vita c'e' là....fuori.

L'amicizia come il giorno prima degli esami

in , , by I Dolci di Pinella, lunedì, giugno 15, 2009
Un terno al lotto. Per quanto si sia preparati, non si puo' mai essere certi del risultato.

Ero brava a scuola. Un discorso troppo lungo. Troppo ricco di ricordi che scavano nel cuore e troppo delicati anche per essere condivisi. Ricordo di non aver dormito. E, per quanto fossi consapevole di averci investito il passato ed il presente, la certezza di non conoscere il futuro mi impediva di chiudere gli occhi. Ricordo di essermi buttata a capofitto, l'indomani.
Con rabbia. Con determinazione.

Comunque, vada, ricordo di aver pensato, io ci ho messo tutto quello che ho. Comunque vada. Che poi sia andata è solo un dettaglio.

L'amicizia è come quell'esame. Ed il viverla, spesso, è come quella notte. E quando finisce è come quel mattino. Un mattino di rabbia e determinazione.
L'amicizia è darci dentro con tutta la passione che si riesce a trovare. Magari perchè la si scorge in un battito d'occhi. In un'espressione stanca dello sguardo. In un incedere doloroso del passo. In un battito cupo del cuore.

Ed il fatto di uscirne, talvolta, sconfitte..sconfitte?......è solo un piccolissimo dettaglio.

Non c'entra nulla questo dolce. Se non il fatto piccolissimo che ne vorrei tagliare un pezzetto e metterlo in bocca a chi sente scendere lacrime salate.
Perchè l'amicizia è piu' difficile, molto piu' difficile, a volte, dell'amore per un uomo.

All'amicizia, dunque. Che non si finisca mai di rincorrerla.

Cake tiepido di banane
(da un dessert di Maurizio Santin)


100 g di burro morbido "a pomata"
200 g di zucchero
15 g di lievito
200 g di farina
300 g di banane molto mature
20 g di rum
2 uova intere
150 g di albumi
1/2 limone
un nulla di sale

Frullare le banane con il succo del limone e aggiungere il rum.Lavorare a spuma il burro e aggiungere 100 g di zucchero, mescolando con cura fino ad avere un composto molto soffice. Unire le uova, poco per volta ed aggiungere il resto dopo aver amalgamato bene la parte precedente. unire, mescolando con una spatola, poco per volta, la farina setacciata con il lievito ed il nulla di sale. ultimare con le banane frullate. Montare a neve gli albumi con i restanti 100 g di zucchero fino ad avere una meringa ben soda. aggiungerli al composto con molta cura. Versare in uno stampo da plum cake ed infornare a 180°C fino a completa doratura.
Grazie a Maurizio Santin a cui devo un piatto d'amicizia. A cui devo ancora piu' passione per la pasticceria. Che mi ha confermato la generosità nello scrivere delle ricette. Che ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino.
Che il suo libro voli ancora piu' alto.















I miei consigli
Burro a pomata: cos'è? E' solo il burro reso molto morbido proprio come fosse la nostra crema per il viso......Con questo caldo lasciatelo a temperatura ambiente per circa 15 minuti e poi lavoratelo con un cucchiaio in modo da renderlo spumoso.

Il sogno di un sapore

in , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, giugno 12, 2009
Me lo trascino da circa una settimana.
Per tutto il giorno lo spingo a forza in un angolo da qualche parte dentro di me ma poi....verso sera...c'e' sempre un momento che mi proietta a forza verso un angolo della dispensa e...almeno un frammento , almeno uno, lo devo assaporare.

Parlo del sapore del cioccolato al sale di Maldon. Una scoperta inebriante.

Quante cose non ho ancora sperimentato? Quante cose sono lì, in silenzio, che aspettano di essere svegliate e fatte respirare? Uff...tantissime. Un'infinità.
Ma...stasera... a piedi nudi, con la serranda quasi del tutto abbassata, con le voci di due bimbe, lì fuori che cantano e gridano, la mamma che dice" Dai, su, è ora della merenda"..incurante del caldo umido, del vento torrido, di tutto cio' che invita a non prendere in mano il cioccolato, ebbene! si...la pazzia c'e' stata.

Una vera follia, non ci sono dubbi. Con il cioccolato che, come lava sputata da un vulcano, non riesce a solidificarsi e rimane nero, lucente, denso...liquido....
Ma, come posso resistere al pensiero di non far venire alla luce dei deliziosi cannoli di cioccolato farciti di una suadente mousse al caramello e cardamomo?

Dovete riconoscere che tutti i supplizi affrontati sono, ebbene si!... valsi a qualcosa.
Cosa? Come, cosa?
Vogliamo mettere cosa è stato affondare la forchettina nel cannolo e sentire il crock del taglio ....e il salato della cialda di cioccolato...e il sapore del cardamomo e del caramello?
Divino. Strepitosamente, celestialmente divino.
Ne è valsa la pena, credetemi. Absolument.

Cannoli di cioccolato al sale di Maldon con mousse al caramello e cardamomo






Per i cannoli di cioccolato

320 g di cioccolato fondente al 70%
4 g di sale di Maldon
bande di acetato da 4.5 cm d’altezza

Sciogliere il cioccolato e, possibilmente, temperarlo. Sciogliere il sale di Maldon in un cucchiaio di cioccolato e poi aggiungerlo alla parte restante. Tagliare della lunghezza desiderata le bande di acetato in modo da avere dei rettangoli. Stendere il cioccolato con una spatola fino ai ¾ della lunghezza della banda. Far combaciare i due lembi velati dal cioccolato e arrotolare la banda. Chiudere con un pezzetto di adesivo e porre in frigo a solidificare. In inverno, questo passaggio non serve in considerazione della bassa temperatura.

Per la mousse al caramello e cardamomo
( estratta da “La cocina dulce” di Paco Torreblanca)

250 g di zucchero semolato
300 g di panna fresca liquida
5 tuorli d’uovo (circa 80 g)
4 fogli di gelatina da 2 g
350 g di panna montata fresca
Alcuni grani di cardamomo
Un pizzico di sale di Maldon

Portare fin quasi al bollore la panna liquida. Aggiungere i grani di cardamomo e lasciare in infusione. Preparare il caramello con lo zucchero appena bagnato con un po’ d’acqua. Aggiungere con molta cautela evitando gli schizzi la panna molto calda. Mettere i fogli di gelatina in acqua fredda fino ad ottenere una buona idratazione. Sbattere sommariamente i tuorli, aggiungere il caramello e la panna e portare fino alla temperatura di 82°C. Aggiungere la gelatina e filtrare bene.
Far abbassare la temperatura fino a circa 35°C mescolando ogni tanto con una frusta. Versare la crema nella panna in tre soluzioni. Mescolare con cura dall’alto verso il basso.
Versare la mousse all’interno dei cilindri di cioccolato e riporre in freezer a solidificare.

Quando i cilindri sono ben solidificati, con attenzione rimuovere l’adesivo e la banda in acetato.
Servire decorando a piacere.



I miei consigli
Cercate di lavorare sempre in una stanza molto fresca, naturalmente specie d'estate....
Usate sempre dei sottili guanti in lattice per non "macchiare" il cioccolato oppure per evitare che si sciolga al contatto delle mani calde
Non togliete la banda in acetato prima di versare la mousse per evitare di rovinare il cannolo 

Sognami

in , by I Dolci di Pinella, martedì, giugno 09, 2009
Che questa mia canzone .... arrivi a te
ti porterà dove niente e nessuno l'ascolterà
la canterò con poca voce ... sussurrandotela
e arriverà prima che tu...... ti addormenterai....


E se...... mi sognerai
Dal cielo cadrò
E se .....domanderai....
Da qui risponderò
E se...... tristezza e vuoto avrai

da qui .......... cancellerò
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai.....
E se mi sognerai
Quel viso riavrò
mai più..mai più quel piangere per me
sorridi e riavrò
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono il tempo che consola
Sono dove vai.....

Rèves de moi amour perdu
Rèves moi, s'il neigera
Je suis vent et nostalgie
Je suis oщ tu vas

Sognami mancato amore
La mia casa è insieme a te
Sono l'ombra che farai
Sognami da li..........


Il mio cuore è li....


Ricetta stra-richiesta delle ciambelline. Già pubblicata qui come ciambelline di Carmen. E' diversa solo la forma e la sostituzione dello strutto con il burro (dato che non ne avevo....). Per la forma, dopo aver ritagliato le ciambelle, basta deporre sulla superficie un mezzo cucchiaino di marmellata. quindi, fare un cordoncino di pasta e avvolgerlo intorno alla marmellata. Cuocere come al solito e ancora caldissime farle rotolare nello zucchero semolato.
Beh! Questa è super-nota. Sul fondo una salsa di fragole leggermente gelatinata. A seguire una crema leggera al limone ottenuta aggiungendo ad una crema pasticciera addizionata di pochissima gelatina pari quantità di panna montata fresca. Sulla superficie un crumble con farina di mandorle.Zucchero a velo vanigliato a gò-gò.
Per la crema pasticciera, ho provato ancora una ricetta di Paoletta.
Molto buona la sua crema pasticciera alla panna. Ho solo introdotto alcune varianti: 200 gr di panna, 200 gr di latte, 100 gr di limoncello, 2 uova intere, 60 gr di farina, 150 gr di zucchero, scorza di limone dopo la cottura. A questa base ho aggiunto 1 foglio di gelatina da 2 gr e, quindi, 500 gr di panna montata fresca.
Di questa crema, la novità è data dall'uso delle uova intere che, in altre preparazioni, ho usato spesso anch'io. Ma trovo che nelle mousses acquisti ancor piu' leggerezza. Veramente una deliziosa conquista....Grazie Paoletta!

Ah! les patissiers francais.....

in , , , by I Dolci di Pinella, domenica, giugno 07, 2009
Ho appena finito di parlarvi di C.Felder che compare all'orizzonte il mitico P.Hermé.
Che dire che non abbia già detto?
Magico, insuperabile, favoloso Pierre Hermé.

E come resistere a questo semplicissimo Cake Carrement Chocolat? Appena l'ho visto anche in questo bel blog non ho saputo resistere!
Sarà che ha ben tre "C" nel nome che evocano dessert sublimi a base di cioccolato. Sarà per quel Carrement che fa cosi tanto patisserie francaise.....Ed il sale...il sale.....Come resistere al sapore inebriante di un pezzetto di cioccolato al sale? Oh, sia ben chiaro. Non ho usato le fleur de sel raccomandato , ma giuro! che il sale di Maldon ha fatto la sua figura.....
Monsieur Hermé, merci encore ........
Cake Carrement Chocolat
(da una ricetta di P.Hermé)



Per i pezzetti di cioccolato al sale

160 g di cioccolato al 60%
2 g di fleur de sel ( oppure sale di Maldon)

Ho fuso il cioccolato, quindi ho aggiunto il sale. Mescolato velocemente e travasato in una teglia di alluminio. Ho subito coperto con un velo di pellicola e messo in frigo. Al momento, ho ripreso il cioccolato, l’ho tagliato a pezzetti e tenuto in frigo sino all’utilizzo.

Per il cake

Temperatura del forno: 175°C-180°C

160 g di farina 00
40 g di cacao amaro in polvere
5 g di lievito per dolci

Ho setacciato insieme le polveri ripetutamente e le ho tenute da parte.

Intanto:

Ho montato a spuma 190 g di burro morbido, in pomata.
Ho aggiunto poco per volta 190 g di zucchero semolato.
Ho sbattuto con una forchetta 4 uova intere, medie e a cucchiai le ho aggiunte all’impasto fino ad ottenere un composto soffice ed omogeneo.
Con l’aiuto di una spatola ho aggiunto le polveri mescolando dall’alto in basso, con delicatezza. Alla fine, ho aggiunto i dadini di cioccolato.
Ho imburrato ed infarinato uno stampo da plum cake. Vi ho deposto l’impasto e ho fatto cuocere per circa 50 minuti. Poiché l’impasto ha i dadini di cioccolato che rimangono fluidi con il calore, ho estratto il dolce dal forno proprio ai 50 minuti nonostante la lama del coltello, inserita nel dolce per la prova cottura, fosse ancora umida.

Per lo sciroppo

120 g di acqua
40 g di zucchero

Ho fatto bollire i due ingredienti fino allo scioglimento completo dello zucchero. Con questo sciroppo, ho inumidito per due volte il cake.

Presentazione

Ho stratificato un velo di cioccolato al sale sulla superficie del cake e ho decorato con del grué di cacao.






I miei consigli

Non prolungate la cottura oltre il tempo indicato. Raffreddandosi, il cioccolato solidificherà.
I plum cake tendono a "bombarsi" in superficie. Per ottenere un effetto "rettangolare " piu' lineare, tagliate la parte bombata con un coltello affilato e capovolgete il cake.

Vi va una brioche?

in , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, giugno 05, 2009
Anzi, per meglio dire, vi va una mezza pesca leggermente inumidita con uno sciroppo d'alkermes e farcita di crema pasticciera al limone?

Si? Ho capito bene? Era un Siiiiiii?
Va bene.

Vada per la mezza pesca.

Naturalmente, ho tanto, tanto da dirvi.
Cominciamo nel dire che un po' mi ha convinto la Rita Mezzini con il suo splendido post.Di seguito, l'altro bellissimo post di Paoletta. Quello con le sue stratosferiche pesche dolci. Tanto belle che non ho potuto non copiare a piene mani anche la preparazione della crema pasticciera.....anche come tagliare le sfere di pasta....anche..insomma, ve lo consiglio proprio questo post. C'e' veramente molto da imparare.
E, infine, la botta finale me l'ha data il bancone di una pasticceria, qui in città, con i vassoi stracolmi di mezze pesche.


Da queste tre combinazioni sono venute alla luce le mezze pesche alla Felder. Sant'uomo Felder. Non puo' non esserlo se è stato in grado di insegnarmi questo mirabolante impasto lievitato.


Mezze pesche. Ma non solo. Anche simil-cornetti. Chi non è a dieta puo' farcirle di crema gianduia, a colazione....
E le brioches à tete? Si, eccole. Anche se la testa mi pare un po' sparita.....

Coraggio. Con queste calde giornate non si puo' non impastare una buona dose di pasta brioche..E credetemi! Alla fine ne sarà valsa veramente la pena....

Mezze pesche alla crema
(da una ricetta di C.Felder)

Per la pate à brioche

400 g di farina 00
100 g di farina manitoba Favola (Lo Conte)
60 g di zucchero
2 cucchiaini da caffè di sale
20 g di lievito di birra
6 uova (circa 300 gr)
2 cucchiai di latte
330 g di burro morbido

Preparazione:

Versare la farina, lo zucchero ed il sale nella ciotola della planetaria. Mescolare ed aggiungere il lievito sbriciolato senza che questo tocchi il sale e lo zucchero in modo diretto.
Aggiungere le uova , il lattee impastare per un paio di minuti a bassa velocità finché si forma una pasta omogenea molto densa.
Incorporare il burro a dadini e continuare la lavorazione a media velocità per circa 20 minuti o, comunque, finché l’impasto prende corda e si stacca dalle pareti del recipiente. L’impasto è pronto quando si può prendere con le mani senza che si attacchi.
Fare lievitare per circa 1 ora. L’impasto deve gonfiarsi e raddoppiare di volume.
Dare alla pasta la forma di un salsicciotto e conservarla in frigo per almeno 2 ore.
A questo punto, procedere a dare le forme. A croissants, a pallina oppure dare la forma della classica brioche à tête. Cioè, stendere un pezzo di pasta da circa 30-40 gr con il palmo della mano. Fare una pallina e allungarla a forma di seme. Con il lato della mano, procedere come a staccare un’estremità in modo da ottenere come una testa, un collo ed un corpo. Imburrare uno stampino, deporre la brioche stringendo la “testa” tra le dita ed infarinarsi le mani. Affondare l’indice a livello del “collo” separando la testa dal corpo e premendo fin giu’ quasi a toccare il fondo dello stampino. Occorre fare questo movimento fino a completare il giro.In questo modo, la piccola pallina sarà deposta proprio sulla superficie della pasta restante.
Far lievitare per altre 2 ore circa a temperatura ambiente.
Velare la superficie con del tuorlo d’uovo.
Infornare a 180°C per circa 10-12 minuti

Per le mezze pesche alla crema

Preparare le palline di pasta per ottenere le mezze pesche. L’impasto è piuttosto morbido, liscio ed elastico per cui si puo’ seguire il metodo della mozzatura. Cioè ungersi le mani di burro, prendere l’impasto e staccarne un pezzo fra pollice ed indice senza provocare bolle d’aria. Far lievitare per il tempo necessario affinché la pasta raddoppi di volume. Lucidare con l’uovo ed infornare a 180°C per circa 10 minuti.


Preparare crema pasticciera seguendo la ricetta estrapolata dal blog di Paoletta.

200 ml di latte intero
50 ml di limoncello
1 uovo intero
75 g di zucchero
40 g di farina 00

Portare fino al bollore il latte. Montare l’uovo con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata e amalgamare bene. Versare poi il latte caldo tutto di un colpo, aggiungere il limoncello e cuocere finchè la crema è densa.

Per la preparazione delle mezze pesche

Tagliare la brioche di sbieco senza arrivare a tagliare completamente con un coltellino affilato,. Aprire delicatamente e inumidire l’interno con dell’alkermes . Infine, velare con un cucchiaio di crema pasticciera.
Spolverizzare con zucchero al velo.

Le ricette in quarantena

in , , , by I Dolci di Pinella, lunedì, giugno 01, 2009
Sono le salate, of course. Un po' mi dispiace perchè, povere!, se ne stanno lì in paziente attesa di uscire, senza protestare nè recriminare per la snervante anticamera. Sono le ricette appese, quelle che adesso ho inserito in una stanzina separata, con la porta semiaperta in modo da far capolino con la testa , una volta ogni tanto.

Beh! Sapete che vi dico? Le faccio uscire a prendere una boccata d'aria. Prometto che di ognuna scrivero' una scheda adeguata, altrimenti mi sentirei doppiamente inconcludente.
Coraggio, entriamo nel magico mondo del salato......

Iniziamo con dei deliziosi biscottini al formaggio e olive nere, from E.Knam

Salatini
(da Pasticceria salata di E.Knam)


140 g di burro morbido
50 g di tuorli
65 g di edamer grattugiato
50 g di parmigiano grattugiato
180 g di farina
sale, pepe
50 g di olive nere (oppure pistacchi)

per lucidare: 1 tuorlo allungato con acqua

Amalgamare i tuorli con il burro, aggiungere l'edamer ed il parmigiano , la farina e profumare con sale e pepe q.b.Inserire le olive tagliate a pezzetti oppure i pistacchi interi. Far riposare la pasta in frigo per alcune ore poi stenderla a circa 1/2 cm di spessore. Ritagliare con un coppapasta da 5 cm di diametro, lucidare con un velo di tuorlo e cuocere a 180°C per circa 20 minuti.
Nessun primo piatto. Caldo, no di certo. Magari freddo ma ugualmente delizioso.
Crepes, crepes, fortissimamente crepes. Da tagliare a losanghe, un po' di sbieco e poi farcire con tanti ripieni.
Girelle di crepes al prosciutto & formaggio



Ancora girelle. La fantasia è sovrana in questo regno.

Girelle di crepes al la ricotta e pesto

Una succulenta ricetta della mia amica Barbara di Coquinaria. Fa tanto wild-wild West e assolutamente insuperabili se mangiate con le mani , leccandosi le dita di quando in quando....
Buffalo wings



Alette di pollo (circa 30)
150 g di burro
8 cucchiai di zucchero di canna
10 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cucchiaino di aglio tritato
1/2 cucchiaino di cipolla tritata
1/2 cucchiaino di pepe
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
1/2 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di origano
1 spruzzo abbondante di tabasco
olio per friggere

Tagliare le alette all'altezza della prima articolazione in modo da ottenere due pezzi perchè l'estremità va eliminata. Friggerle in olio profondo fino ad averle ben dorate. In una casseruola sul fuoco sciogliere il burro e lo zucchero, aggiungere la passata di pomodoro, aglio e cipolla tritati finissimi, pepe, peperoncino, origano e sale. Unire anche uno spruzzo di tabasco, la quantità si decide secondo il proprio gusto. Cuocere per qualche minuto finchè il tutto è ben amalgamato e cremoso.A questo punto aggiungere le alette e mescolare per bene.
Sfoglia? No, no. Non è proprio pasta sfoglia. E' pasta matta....si avete capito bene. Matta ma caspiterina se è buona.... La ricetta gira un po' sul mondo della cucina ma io l'ho letta sulla mia adorata Coquinaria...




Pasta finta sfoglia al formaggio




250 g di farina
250 g di burro morbido
250 g di Philadelphia
un po' di sale

Impastare il burro morbido con il formaggio Philadelphia. Quindi, aggiungere la farina ed il sale. Fare un impasto che poi si stende sulla spianatoia in un rettangolo dello spessore di 1/2 c. ripiegare in tre parti come quando si fa la pasta sfoglia e far riposare in frigo per almeno mezza giornata.Il giorno successivo, tirare la pasta col matterello, e fare almeno due giri, sempre come per la sfoglia facendo riposare la pasta in frigo per circa 15 minuti. quindi, stendere la pasta in un rettangolo e procedere alla forma: cornetti, quadrati e quant'altro. Farcire il tutto a piacere: prosciutto e ricotta, salmone e robiola, funghi e ricotta ecc ecc. spennellare con uovo ed infornare in forno molto caldo fino a completa doratura.

Qualcos'altro ci sarebbe dentro la stanza, ma non si vorrà entri in carenza di zuccheri?
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