Una challah apre la porta al mondo dei lievitati

in , by I Dolci di Pinella, domenica, dicembre 26, 2010
Non ho mai avuto una gran passione per i lievitati. Ogni volta mi proponevo di provarci, di superare l'imbarazzo dovuto ai molti insuccessi e agli scarsi risultati ottenuti pur dopo svariate ore di lavoro. Ma...avrei dovuto capire da tempo che nulla si improvvisa e i miracoli non vengono fuori assemblando farina, acqua, lievito, zucchero....cosi come capita.

C'è voluto un bellissimo corso a farmi aprire completamente gli occhi.
C'è voluta la profonda conoscenza di Adriano Continisio e le stupefacenti mani e cuore di Paoletta per farmi aprire il libro magico delle farine. E cercare di leggere, imparare, capire. Oh, di certo...non credo che avrò mai lo stesso entusiasmo che mi rapisce quando preparo un vassoio di macarons...ma sono quasi certa che posso, con il tempo, magari imparare a dialogare con il lievito e convincerlo che la cucina di casa mia può essere un delizioso nido per crescere e moltiplicarsi.

E mentre il lievito madre, prezioso regalo di Adriano, prende vita e fuoco, mi prende un vago ma preciso desiderio di provare a sperimentare qualcosa.
E non so neppure per quale motivo mi viene in mente la Challah. Forse per via delle trecce che Adriano ha cercato di insegnarmi. Appena tornata a casa non ho fatto altro che frugare tra schemi e video, in una marea di intrecci, di capi che si uniscono e si scambiano, ognuno differente e sempre bellissimo e attraente.

Cosi è nata la mia Challah. E mi perdonino i miei insegnanti per gli errori che certamente troveranno...ma sono certa capiranno che sto facendo le aste e i bastoncini, come quando mi sono seduta per la prima volta sul banco di legno della mia scuola, in prima elementare.


Challah alla mia maniera
(da una ricetta di Amarillina-Coquinaria)


600 g di manitoba 
400 g di farina 00
60 g di zucchero
25 g di lievito di birra
4 uova intere
140 g di burro morbido
285 g d'acqua
4 cucchiaini da the di sale


Per lucidare:
1 uovo intero e un pò di latte

Procedimento

Ho fatto un lievitino con:
285 g di farina
285 g d'acqua leggermente intiepidita
25 g di lievito di birra
1 cucchiaino di miele d'acacia

Ho impastato ottenendo un composto molto molle e l'ho fatto lievitare in forno spento a circa 28°C per circa 45 minuti.
Quindi, l'ho messo nella ciotola del Ken. Ho aggiunto alcune cucchiaiate di farina e ho cominciato la lavorazione con la foglia a bassa velocità, a circa 1. Ho continuato la lavorazione aggiungendo la farina a cucchiai, le uova uno alla volta. Al momento di aggiungere il terzo uovo, ho messo anche lo zucchero sciogliendolo bene. Il sale l'ho messo nell'ultimo uovo che ho aggiunto, quindi, all'impasto.Man mano che la lavorazione procedeva, aggiungevo la farina avendo l'accortezza di ribaltare l'impasto ogni tanto in modo da renderlo omogeneo ed uniforme.
Quando l'impasto ha cominciato ad incordarsi,  ho aggiunto il burro in tre volte cercando di spalmarlo bene sull'impasto. L'ho fatto assorbire poi ho tolto la foglia e messo il gancio. Ho continuato la lavorazione aumentando la velocità a circa 2 e togliendo ogni tanto l'impasto dal gancio.Quando la massa si è presentata setosa, scarsamente lucida e ben incordata, ho tolto l'impasto. Ho fatto la prova del velo e appena mi sono accorta che andava bene ho messo in forza l'impasto. Quindi, l'ho fatto lievitare, sempre a circa 28°C in forno spento, per un'ora o comunque fino al raddoppio.
Ho sgonfiato l'impasto e l'ho diviso per fare le trecce.

Per la treccia due capi bassi, ho preso il sistema da questo sito.





Per la treccia circolare a 4 capi, mi è stato di grande aiuto questo bellissimo blog.





Per fare la treccia a 6 capi, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Io ho optato per questo schema, oltremodo facile a realizzarsi.




Una volta fatte le trecce, ho spennellato con un velo di uovo diluito con il latte e ho passato in forno a 175°C per circa 30 minuti.

Buon Natale....sognando la neve......

in , by I Dolci di Pinella, giovedì, dicembre 23, 2010
Molti, molti anni fa in questo periodo, quando mi alzavo la mattina per andare a scuola, non riuscivo, nonostante il freddo intenso e pungente, a non aprire la porta della terrazza e appoggiare le dita su una bacinella di plastica che, la notte prima, non mancavo di riempire d'acqua, sino al bordo.Non mi si chieda il perchè ma mi piaceva enormemente controllare che durante la notte si fosse formata una lastra di ghiaccio.Mi dava, forse, l'idea che più freddo piombasse durante l'oscurità, più fosse Natale. Spesso, non trovavo null'altro che acqua fredda e, colma di delusione, me ne andavo a scuola mangiando la fetta di pane che mia madre mi dava perchè la consumassi durante il percorso.
"E, ricordati che l'altra ....è per lo spuntino di mezza mattina. Non fare come sempre che hai l'occhio più grande della pancia"

Altre volte, invece, la punta delle dita picchiava con un rumore sordo sul ghiaccio e, come una furia, facevo i gradini a due a due per scendere in cucina e annunciare che " C'è un freddo incredibile, si, si, certamente domani nevica. Dici che nevica, mamma? E se dovesse nevicare, ti prego, non mi far andare a scuola...E tu non andare al lavoro, dai ti prego, ti prego, ti prego..."

L'attesa della neve.....L'avevo vista solo una volta nella mia vita  fino ad allora. Noi bambini avevamo passato la mattina a giocare nei cortili innevati ridendo a più non posso e cercando di acchiappare con la bocca i fiocchi candidi che planavano leggeri e silenziosi sulle nostre teste. Ci sembrava anche buona ...come sapesse di zucchero.

Come sarebbe stato bello se fosse scesa la neve durante la notte di Natale.
Come succedeva nelle fiabe.
Come capitava sempre nei racconti che mia madre ci regalava la sera tardi, seduti intorno ad un braciere, i piedi poggiati in verticale sull'asse di legno a catturare le fiamme......Allontanati dal fuoco! o vuoi finire come Pinocchio ?.....muti ed insaziabili, smaniosi che le storie non avessero mai fine.
Come visto nelle vere città, quando loro..... i bambini di città... cosi diversi da noi...bambini dei paesi .... si svegliavano la mattina e, ancora in pigiama, aprivano i  regali mentre la neve alta e spessa come una coltre era solo da sbirciare dietro i vetri appannati delle  finestre.

Sarebbe bello se quest'anno ci fosse la neve.
Ma, seduta nel silenzio a cercare di far riposare il cuore, sento che il  tepore intorno mi invita a smettere di sognare.
Sarà sicuramente, anche quest'anno, un Natale senza neve.
E solo ora mi rendo conto che da troppi anni, ormai, non metto più neppure la bacinella piena d'acqua sulla terrazza.

Sarà per tutto questo che anche quest'anno non ho potuto sottrarmi al mio gioco preferito. Quello di fare case, cortili, alberi, porte, stelle....tutto di frolla. E farci volare sopra dell'impalpabile zucchero, come fosse la neve. Certa che se fossi una bimba ne sarei cosi assurdamente entusiasta di riceverli da qualcuno.
Probabilmente, una parte di me la sogna ancora,  la neve.

Buon Natale!


Il paese dei miei sogni



Per la pasta frolla


500 g di farina 00
300 g di burro morbido
200 gr di zucchero a velo
80 gr di tuorli
una bacca di vaniglia

Impastare il burro con lo zucchero a velo e l'interno di una bacca di vaniglia. Aggiungere un pizzico di sale sciolto in mezzo cucchiaino d’acqua ed i tuorli. Setacciare molto bene la farina e versarne metà nell’impasto cercando di amalgamarla bene  servendosi della frusta K della planetaria. Naturalmente, lo stesso risultato si ottiene con un mixer oppure semplicemente impastando a mano. Completare con la farina restante. Far riposare la frolla in frigo per circa un’ora. Stendere l’impasto sull’asse lievemente infarinato ead un’altezza di 1 cm.. Con un coppa pasta quadrato ritagliare dei frollini e sistemarli su teglie rivestite di carta forno. Fare lo stesso con coppapasta a forma di stelle di differenti dimensioni. Servendosi di una fascia per semifreddi ritagliare una base di frolla di circa 28-30 cm di diametro.Ritagliare Far riposare in frigo per 30 minuti ed infornare a 175°C per circa 10-15 minuti.

 
Costruzione delle casette
 
Gelatina o confettura di albicocche
Pasta di zucchero di differenti colori
Marshmallows
Confettini colorati
Cioccolato bianco
 
Stendere la pasta di zucchero in uno strato di pochi mm di spessore.Ritagliare le sagome dei biscotti servendosi degli stessi coppapasta usati in precedenza. Deporre un marshmallow sul biscotto che fungerà da base per la casetta e farlo aderire con un pò di cioccolato bianco.Sul davanti incollare un cuoricino argentato. Velare altri due quadrati con la gelatina di albicocche e incollare la pasta di zucchero.Usando un pennellino, prendere del cioccolato bianco e far combaciare i due quadrati ( saranno i due pezzi di tetto) al centro e sui bordi della base.Decorare a piacere con confettini e zucchero al velo.
 
Costruzione degli alberelli
 
Costruire gli alberelli servendosi delle stelle di diverse dimensioni. Ricoprire i singoli pezzi con la pasta di zucchero e incollarli con il cioccolato bianco. Per ottenere un effetto ad abete, sfalsare le diverse stelle fra loro.Decorare deponendo un confettino argentato ad ogni  punta delle stelle.
 
Costruzione del villaggio
 
Sistemare la base tonda di frolla su un vassoio piatto. Disporre le casette e gli alberi a proprio gusto e fissare tutto con un pò di cioccolato bianco. Con l'aiuto della pasta di zucchero, fare i tappettini per le case e spolverizzarli di zucchero brillante. allo stesso modo, con la pasta di zucchero rossa fare delle piccole sferette a mò di bacche.  Infine, spolverizzare con abbondante zucchero al velo.
 

Nota: Lo stesso villaggio può essere poggiato su una base di pasta paradiso. In questo caso, fare i tetti con pasta di zucchero colorata per far risaltare il candore ......della neve!


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