Quando la passione è un frutto profumato.....

in , , , by I Dolci di Pinella, domenica, giugno 05, 2011
I vicoli della città vecchia, ieri mattina, intorno a mezzogiorno, erano chiari e luminosi e quieti. Il passeggiare piano e lento consentiva, a tratti, di sollevare gli occhi verso il cielo per rimanere estasiati a guardare la profusione di gerani e bouganvillee rosse e viola che cascavano dai balconi, lì, agli ultimi piani.


L'obiettivo era quello di raggiungere il Suq, uno dei miei negozi preferiti. Dove, di tanto in tanto, mi rifugio a ritagliarmi manciate lunghe di minuti. A frugare tra il the nero, l'acqua di rose, il coriandolo e lo zenzero fresco e inebriante.
Stavolta, acchiappo al volo l'immancabile busta di zucchero demerara, il golden syrup che non posso rimanere senza e....una bottiglia di sciroppo di guava  che mi ricorda moltissimo delle meravigliose confetture avute in regalo da Manuleo, di Coquinaria.

Che strana combinazione aver trovato proprio stamattina una bottiglina di succo di guava....

La guava...Non è forse una mirtacea? Ma  i suoi fiori non sono cosi incredibilmente simili a quelli della mia adorata piantina di mirto che, in giardino, sfioro con gli occhi tutte le mattine e che vedo crescere sempre di piu'?


No. Io non credo alle combinazioni. Era forse già deciso che il mio amore per la pianta del mirto, per i suoi fiori ed i suoi frutti, per il suo profumo mi portasse dritta come una cometa al succo di guava e a quel dessert tropicale che ho in testa da sempre? Forse che ieri non ho cercato e ricercato i frutti della passione fino a quando non me li sono ritrovati tra le mani a inondarmi di profumo e di sole?

Quando la passione può anche essere un frutto.....

Tropical Mousse Dessert
( liberamente estratta da The Advanced Professional Pastry Chef di Bo Friberg)



Per la mousse tropicale

8 g di gelatina in fogli da 2 g
240 g di succo di guava (o altro frutto tropicale)
90 g di succo di frutto della passione
200 g di meringa all'italiana
300 g di panna fresca
120 g di yogurt bianco naturale

Idratare la gelatina in acqua ghiacciata.
Tagliare in due parti 8 -10 frutti della passione in modo da ottenere circa 220-230 g di polpa di frutta. Estrarre la polpa e sistemarla in una ciotola. Filtrarla  attraverso un colino per ottenere  90 g di succo, privo dei semi. Il liquido restante, circa 80 g, addizionato di due cucchiai di semi, andrà tenuto da parte per la preparazione della gelée di passion fruit. Versare il succo della passione, il succo di guava e qualche cucchiaio di semini di passion fruit rimasti dall'operazione di setacciatura e portare tutto al bollore. Unire la gelatina idratata e perfettamente strizzata. Passare di nuovo attraverso il setaccio e far intiepidire.
Preparare la meringa all'italiana: montare a schiuma 80 g di albumi freschi e tenuti a temperatura ambiente con 30 g di zucchero. Nel frattempo, portare alla temperatura di 118°C 130 g di zucchero leggermente inumidito da 30 g d'acqua. Versare a filo lo sciroppo bollente sugli albumi e montare a spuma soda e brillante finchè la temperatura raggiunge quella ambiente.
Semimontare  la panna fresca. Amalgamare alla panna lo yogurt lavorando dal basso verso l'alto. Versare la montata su 200 g di meringa e amalgamare con una spatola lavorando dal basso verso l'alto.
Quando il succo di frutta è diventato tiepido, versarlo in più riprese sulla montata di panna e meringa cercando di non smontare il composto.
Versare la mousse in stampini monoporzione in flexipan, livellare e riporre in freezer fino al completo consolidamento.




Per la gelée di papaia e frutto della passione

6 g di gelatina in fogli
120  g di polpa sciroppata di papaia
40 g di polpa di frutto della passione
40  g di  zucchero
30 g  di sciroppo di papaia

Idratare la gelatina in acqua ghiacciata. Passare al mixer la polpa sciroppata di papaia, unire lo zucchero, lo sciroppo e la polpa di frutto della passione. Portare al bollore.Unire la gelatina strizzata perfettamente e far sciogliere.


Presentazione


Estrarre i dessert dal  freezer. Velare con un leggerissimo strato di glassa neutra a freddo. Ricoprire con una spatola la superficie del dessert di gelée di frutta. Passare al setaccio la restante gelée e decorare il piatto. Ultimare con le palline di polpa di papaia e alcuni fiori di mirtacea ...che nel mio caso, non può che essere un fiore di mirto sardo....
e...infine! Setacciare la restante gelée e servirla, a parte, in una ciotolina come accompagnamento alla mousse.


Les Allumettes.....

in , , , by I Dolci di Pinella, giovedì, giugno 02, 2011
Quando ho fermato la mano sulla pagina del libro di Claudio Sadler " Le ricette per il dolce", esattamente sulla pagina in cui parla delle Sfogliette in salsa vaniglia con lamponi, ho pensato che nulla mi avrebbe impedito di provare a rifarle.
Mai dire mai...ma...se poi succede che ricaschi dritta sulle stesse sfogliette descritte anche da Alain Ducasse nel fantasmagorico "Desserts, allora  il tutto è da prendere come un segno del destino....

Queste sfogliette mi piacciono.Sarà per via che, all'arrivo a casa di mia madre, non capita mai che non apra l'anta del mobile, lì nel soggiorno, a sbirciarne il contenuto. Come a cercare un bonbon, un biscotto, un cioccolatino, un...qualsiasi cosa che possa stemperare quella irrefrenabile voglia di  stop.
Di ricerca di un minuto di serenità. Dopo tanto andare.

E sempre, sempre trovo una scatola di sfogliatine. Tutte le volte.
Credo sia per questo che sono andata, infine, a rifarle. A volerle rifare uguali, con lo stesso ondeggiare caramellato. Lo stesso intrecciarsi di righe.

Sembra, quindi, possibile fuggire di fronte a questa ricetta di Luca Montersino che mi insegue dalle pagine solari e lucide dell'ennesima rivista di cucina comprata al volo la mattina e poi...come non bastasse... rivista anche  in Peccati di Gola?

Impossibile sottrarsi. Certi segni vanno colti, assolutamente colti prima che sbiadiscano al sole e si dissolvano nel vento caldo.

Les Allumettes
( da una ricetta di Luca Montersino)



400 g di di pasta sfoglia

Stendere la pasta sfoglia in uno strato di pochi mm di spessore su un piano leggermente infarinato. riporre ancora in frigo per circa 15 minuti.

Per la glassa

250 g di zucchero al velo
60 g di albume d'uovo
30 g di farina
un cucchiaino di succo di limone

Setacciare lo zucchero al velo. Aggiungere l'albume d'uovo, il limone e mescolare per consentire un perfetto amalgama degli ingredienti e completare con la farina ben setacciata. Coprire con pellicola fino al momento dell'uso.


Per la crema frangipane alle mandorle

125 g di farina di mandorle
125 g di burro
125 g di zucchero al velo
125 g di uova intere
50 g di farina 00
vaniglia /scorza di limone
2 cucchiai di liquore alla vaniglia

Versare in planetaria il burro morbido e montarlo a spuma. Aggiungere lo zucchero al velo e continuare la lavorazione. Profumare con la vaniglia in bacche oppure la scorza grattugiata del limone ed il liquore. Unire la farina di mandorle, le uova intere precedentemente mescolate e poi versate a filo ed, infine, la farina setacciata.



Preparazione

Riprendere i fogli di pasta dal frigo. Con una spatola stendere uno strato sottile di crema frangipane e ricoprire con un altro foglio di pasta. Rifilare i lati con un coltello affilatissimo. Velare tutta la superficie con uno strato di glassa bianca. Prendere della buona confettura di albicocche, scaldarla leggermente al micro-onde e passarla al setaccio. Riempire un cornetto di carta dal beccuccio finissimo ed eseguire  delle righe trasversali sulla superficie della glassa. Riporre in frigo per 30 minuti. Con un coltello affilatissimo oppure la rotella taglia-pizza, ritagliare dei rettangoli di 10 cm x 3 cm.
Accendere il forno a 200°C.
Infornare per circa 15-20 minuti.

Quando la scelta è cosi difficile.....

in , , , by I Dolci di Pinella, domenica, maggio 29, 2011
Ci sono cose che accadono per  fortuite e inspiegabili combinazioni.

Quando i giorni sono più difficili del solito, quando la stanchezza è pesante come quel sacco di mandorle che mi sforzavo, da piccola,  di trascinare per dimostrare che potevo esserne all'altezza, quando ci vuole tanto e ancora tanto per recuperare un entusiasmo partito per un viaggio troppo lungo...ecco, in quei momenti occorre solo sentire che è giunta di nuovo l'ora del ritorno alla  piccola pasticceria.

Frolle, petits fours, cialde, tartelettes, bonbons, gelatine.....e cosi può perfino capitare che decida di far respirare quel libro sulla pasticceria svizzera, acquistato da cosi tanto di quel tempo che non mi ricordo nemmeno più che viso avessi allora.

Per tutta la settimana, dedico un paio d'ore a vedere se proprio ci posso riuscire ad imbastire dei dolcetti per accompagnare un buon the, magari  quell' Early Grey comprato l'anno scorso a Parigi da Mariage Frères...li al Marais..
....E poi, inciampo nel contest di Tuki ....E' sempre l'ora del té......
Me ne innamoro. Sarà per quel rosso fiamma del Kitchen Aid....sarà per il tema del contest...mi piace cosi incredibilmente il the....sarà che sto proprio facendo delle cose che rendano ancora più piacevole quella pausa...Forse, per tutto questo insieme. Come capita sempre, d'altronde.

Sta di fatto che, man mano che ci lavoro, scopro incredula che non posso scegliere...
Come faccio a sceglierne uno? Solo uno?
Quale saro' costretta a scegliere per metterlo a fianco della mia tazza da the?



Per tutta la settimana li assaggio. Uno per uno. E ciascuno ha qualcosa che mi prende...Poi, nasce l'ultimo. Quello che già per il colore mi prende alla gola. Quello che per l'intenso sapore di limone mi fa rituffare nei ricordi.
" A che gusto lo vuoi il plum cake? Al limone...."
" A che gusto le vuoi le tortine allo joghurt? Al limone"....
" A che gusto la vuoi la crema per la torta del tuo compleanno? Al limone..."

Eccolo il dolce che mi fa correre giù in giardino a cogliere uno degli ultimi frutti della stagione.
Di un profumo che stordisce. Di un colore che ti fa palpitare. Di una forma che ti fa sprofondare.

Io sono certa che gli altri dolcetti capiranno i motivi della scelta. Che non se ne avranno a male. Ci saranno altre mattine per loro. Altri pomeriggi da far trascorrere lenti. Altri dopocena da snocciolare. Altri momenti da vivere.

Ma oggi,  oggi.... per il contest di Tuki.....è il momento delle.......


Tartine al limone
(ricetta  estratta da La Pasticceria Svizzera- Scuola Professionale Richemont)



Ho scelto due forme, anche se la sostanza non cambia.....Ma, alcune volte i dolci sembrano acquistare un sapore differente se sono tondi oppure quadrati oppure rettangolari....



Per i fondi in pasta frolla
( da calcolare la quantità desiderata)

1000 g di farina
375 g di burro
625 g di zucchero semolato
250 g di uova intere
scorza di limone

Amalgamare le uova con lo zucchero montandole fino ad ottenere un composto leggermente spumoso. Aggiungere il burro morbido, la scorza di limone grattugiata finemente e la farina setacciata. Impastare brevemente e far riposare la pasta in frigo per circa 12 ore. Al momento, imburrare ed infarinare degli stampi per tartelette. Stendere la pasta ad un'altezza di pochi mm e ricoprire gli stampi. Stendere dei foglietti di carta stagnola /da forno sopra ciascun stampino, ricoprire con pesetti in alluminio o ceramica oppure anche dei fagioli secchi e infornare a 175°C per circa 15 minuti. Eliminare i pesetti, la carta stagnola /da forno e rimettere in forno ancora per pochi minuti.
Far raffreddare e conservare in una scatola di latta.


Per la crema al limone

150 g di zucchero
75 g di burro
100 g di uova intere
50 g di succo di limone
scorza grattugiata di un limone

Sciogliere il burro a bagno maria. Filtrare il succo del limone e grattugiarne la scorza. Montare le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso, il succo del limone, la scorza e cuocere a fiamma bassa rimescolando in continuazione. Appena la crema si addensa, toglierla dal fuoco e setacciarla. Far raffreddare in un bagno d'acqua e ghiaccio e conservarla in frigo fino al momento dell'uso.

Per la crema al burro

100 g di tuorli
35 g di zucchero

Montare a spuma i due componenti e tenere da parte. Quindi, versare in un padellino:

135 gr di zucchero semolato
50 gr d'acqua
e portare alla temperatura di 118°C.
Versare questo sciroppo bollente sui tuorli montati e continuare la lavorazione finché la crema si presenta gonfia e spumosa. A raffreddamento raggiunto, montare a spuma:

170 g di burro morbido
e unirlo con una spatola al restante composto.


Per la farcitura

Crema al limone e crema al burro in rapporto 1:1. Unire le due creme con delicatezza. Versarne alcune cucchiaiate all'interno di ogni tarteletta e rimettere in frigo in modo che la crema si solidifichi completamente.





Infine la decorazione.....

La decorazione è molto semplice. Si prende dello zucchero fondente e lo si fa sciogliere al micro-onde con alcuni cucchiai d'acqua. Lo si colora con i coloranti alimentari in pasta e lo si stende, aiutandosi con un dito oppure una spatola in metallo, su tutta la superficie del dolce. Si rimette in frigo a solidificare. Infine, una semplicissima scritta "Citron" eseguita con cioccolato fondente e un minuscolo cornetto di carta....

Ora! Noi appassionate pasticciere siamo incredibilmente curiose...Almeno, io lo sono....

La domanda che....forse.....aleggia sul post é: per questo dolcino




chi è stato al palo?


Ringrazio per la partecipazione, la comprensione, il senso dell'umiltà, la bontà.....

Les Allumettes di Luca Montersino




I Sablés Arlecchino della Scuola Professionale Richemont



I Sablés di praliné della Scuola Professionale Richemont


Gli impronunciabili Wienerwaffeln



Et enfin....i Carac della Scuola Professionale Richemont visti con i miei occhi.....








Non so se vincero' mai il contest di Tuki. Chissà. Ma, comunque vada, l'importante è che due giorni fa abbia sentito bussare con vigore alla porta del mio cuore.
Dopo un lungo viaggio, cosi lungo che ho temuto non ci fosse ritorno, lui,  l'entusiasmo, è tornato finalmente a casa......

Buon Compleanno, Coquinaria!

in , by I Dolci di Pinella, sabato, maggio 21, 2011


Difficile dire cosa sia Coquinaria per me.
All'inizio é stato un posto dove potermi un pò rilassare. Distendere la testa e districare lentamente tutto ciò che riuscivo durante il giorno a farci stare dentro.

Poi, é stato molto di più.
Potrei scrivere di tutto ciò che ho imparato. Delle passioni che ho sviluppato. Delle tecniche che ho appreso. Della zavorra che ho buttato ai lati della strada. Potrei parlare di tutto questo e fors'anche di più.

Ma, a pensarci bene, Coquinaria per me é stato potermi appoggiare alla sedia, liberare il fiato, aprire le labbra ad un sorriso e respirare l'amicizia che usciva a fiotti  dallo schermo. Alcune volte, il sorriso ha lasciato il posto alla malinconia. A volte, alla tristezza e alla preoccupazione.
Ma spesso, molto spesso, la serenità e la gioia hanno preso il sopravvento.

Come in questi giorni, mi pare.
Si festeggia proprio oggi il compleanno di Coquinaria. Il giorno in cui tutto è partito. E, in genere, ci si ritrova tutti insieme come nella più classica delle feste. Stavolta non é andata cosi. E siamo tutti pazzamente felici che quest'anno ci sia qualcosa di diverso....

Ma  la nostra Francesca ha pensato bene che alla festa non si doveva rinunciare proprio per niente. E allora é decollato uno strabiliante incontro a distanza....Ognuno di noi ha avuto il compito di preparare un piatto speciale e di presentarlo agli altri, in una sorta di magica navigazione nell'aria...
Un piatto qualsiasi? Manco per niente.

IL piatto che non abbiamo mai avuto il coraggio di fare. La nostra bestia nera. Il nostro incubo in cucina. Il piatto che sogniamo di saper fare e non si é mai fatto.

Come potevo farmi sfuggire l'occasione di affrontare i Canederli di Marina Braito? I mitici canederli di pane e formaggio che al solo pensarci mi assale un'acquolina incontenibile e un vago senso di angosciante impotenza dato che non ho mai avuto l'ardire di provarci?
I Canederli. Ecco il mio piatto da brivido.

Devo dire che sarà stata la voglia impetuosa di riuscirci, sarà stata la gioia di partecipare tutti insieme ad un evento che sa d'amicizia e d'affetto, sarà stato il desiderio di strappare un sorriso a chi avrebbe, poi, letto...insomma, ci sono riuscita a farli, i Canederli.

E se volete veramente sapere tutto di un magico venerdi e riuscire a sorridere anche per tutte le altre preparazioni, non mancate di bussare alla porta di Coquinaria. E anche se nessuno sentirà, voi affacciatevi e date uno sguardo .....
Sono certa che  vi coglierà un sorriso...un lieve, impalpabile sorriso.

Tutti alla festa di Coquinaria  dunque!

I Canederli di Marina Braito







300 g di pane raffermo
circa 1/2 litro di latte
300 g di formaggi misti
2 uova medie
1 cucchiaio di farina
prezzemolo-erba cipollina
brodo di manzo
burro
parmigiano reggiano
timo-sale-pepe-noce moscata

Alcuni giorni prima dell'esecuzione della ricetta, togliere la crosta al pane. Tagliare la mollica a cubetti regolari, sistemarli in una ciotola e farli indurire. Non passare il pane in forno per facilitarne l'indurimento ma lasciare che il pane si asciughi naturalmente. Riscaldare il latte in modo da renderlo tiepido e versarlo sul pane. Lasciare che il pane si ammorbidisca per circa 30 minuti e non aggiungete altro latte. Impastare il pane con le mani ed eliminare eventuali frammenti di crosta. Tagliare i formaggi in minuscoli cubetti, anche usando la mezzaluna oppure la grattugia a fori grossi. Io ho usato i formaggi della mia terra: provola, caprino fresco, dolce sardo, pecorino semistagionato e anche un cubotto di parmigiano reggiano. Aggiungere al pane le uova, il sale, il pepe e la noce moscata. E il cucchiaio di farina. Quindi, i formaggi tritati. L'impasto deve avere una consistenza da...polpette!  omogeneo.
Completare la lavorazione con l'erba cipollina ed il prezzemolo, entrambi tritatissimi.
Lasciar riposare l'impasto ancora per pochi minuti, poi con le mani leggermente inumidite, formare delle sfere di circa 6 cm di diametro e disporle su un vassoio infarinato.



Per verificarne la consistenza, fare la prova cottura con un canederlo: al taglio deve apparire ben cotto, morbido e il formaggio magari fila un po'......



Porre sul fornello una pentola con il brodo di carne e farlo sobbollire. Versare i canederli e farli cuocere per circa 12-15 minuti ma sempre con attenzione che il brodo non faccia le grosse bolle.
Se i canederli sono stati congelati, versarli nel brodo bollente e allungare il tempo di cottura a 20 minuti.
Con una schiumarola estrarre gli gnocchi, adagiarli su un piatto fondo e cospargerli con abbondante buon burro fuso e una generosa spolverata di parmigiano reggiano grattugiato.
Ci sta molto bene anche un nulla di timo fresco....

Non posso esimermi dall'aggiungere un piacevolissimo dettaglio: il piatto doveva essere preparato indossando un paio di scarpe molto fashion ...L'ho fatto anch'io anche se, devo ammetterlo! ho barato un minimo sul momento di indossarle.....



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