Devo proprio sforzarmi per crederci davvero che oggi è il primo giorno di primavera.
Un tempo non era cosi.
Quando ero ragazza, dico...
Allora, già dagli inizi di marzo dovevamo mettere da parte stivali e sciarpe. Me lo ricordo benissimo perché il tormentone quotidiano di mia madre era..." Non mettere da parte la sciarpa...questo è il periodo più pericoloso..non ti sei ammalata tutto l'inverno e vuoi farlo proprio ora?"
Non ascoltavo. Nulla mi avrebbe impedito di provare quella gioia incontenibile di andare a passeggio con la giacchetta sulle spalle..finalmente libera di tutti quei legacci...guanti, sciarpe, maglioni, stivali...che per tutto l'inverno sopportavo con insofferenza.
Sarà che da noi, a Marzo, non era primavera. Era quasi estate.
E regolarmente, ogni anno, il 19 marzo...che allora era un festivo...nulla e nessuno ci impediva di indossare il costume, infilare una felpa leggera, una borsa con asciugami e panini e....goderci come non mai la fatidica prima giornata di mare.
Altre giornate, lungo la stagione estiva, ci avrebbero visto indossare il costume e infilare l'asciugamano nella borsa. Ma nessuna avrebbe avuto la gioia scalpitante di quel 19 marzo. Quell'entusiasmo incontenibile. Quel senso di veder l'inverno andar via..finalmente!....e lo stupore del futuro.
Oggi è il primo giorno di primavera.
Il cielo non riesco neppure a vederlo...cosi coperto da un velo spesso di foschia grigia e umida.
E il 19 marzo è andato via come non fosse mai arrivato.
Molte cose non le ritrovo più. Né sentimenti, né cose, né persone.
Ma rimane la gioia malinconica dei tesori avuti e goduti.
E lo stupore del futuro. Quello c'è. Ho idea che ci sarà sempre....
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