Mi sembra sia ormai chiaro che la Foret Noire sia uno dei miei dolci preferiti...
Classica, rivisitata, reinventata, monoporzione....in qualsiasi modo il matrimonio sia organizzato mi basta che ci sia cioccolato bianco , amarene, cioccolato fondente e....
Impossibile resistere.
Poi, i dolci nascono cosi. Per una sorta di curiosa e istintiva combinazione.
Le idee arrivano solo perché si sono passate ore a raccogliere gli sguardi dal video del PC ...sguardi persi e raccolti con curiosità sempre crescente su dolci e ingredienti e decorazioni ideati da splendidi Pasticceri che tu vorresti essere come loro almeno per una sola giornata...
Stavolta, di mezzo si è infilata la vaniglia Messico.
Tre preziosissime bacche avute in regalo da Maria Assunta Acampora, salutata a Napoli di recente a Panettone secondo Caracciolo.
Maria Assunta si è fatta promotrice di un progetto sulla vaniglia che è veramente bello e magico. Non posso che invitarvi a contattarla e informarvi perché sono certa sarete felici sia per la vaniglia che per essere partecipi di una nuova e confortante iniziativa.
Io mi sono conservata due bacche nella speranza di realizzare quell'Infiniment Vanille di Pierre Hermé che vagheggio da tempo. Ma un pezzetto di Messico è stato "sacrificato" in questo dolce perchè mi sembrava proprio un bell'augurio di Nuovo anno.....
Chissà come sarà la mia prossima Foret Noire?
6 commenti
E dire che non ho mai amato le feste natalizie..
A dire il vero, forse, so anche il motivo ma , adesso, con questo tempo e questa vita, non mi sembra neppure più neppure tanto valido per non amarle.
Sarà che spesso conviviamo routinariamente con le cose...facciamo che ci accompagnino per strada come fossero industruttibili, ferme, indissolubili.
Poi, un giorno...capita di fermarsi un momento...restare assorte un nulla e....
Quest'anno le feste di Natale le aspetto serena.
Senza troppa importanza ma non mi metto di lato per ostacolarne il passaggio.
E questo dolce è un segno. Non ho mai prima d'ora neppure immaginato che un dessert di Natale avrebbe fatto capolino in cucina e per di più adesso che dicembre non è nemmeno ancora arrivato.
Ho desiderio di bianco. Di candore. Di neve e di zucchero al velo che mi ci faccia pensare. Di profumo di cannella e di pain d'epices che riempia la casa e uno dica" Ma siamo già a Natale?"
E magari , quest'anno, si scenderà prima del tempo in cantina a recuperare l'albero e farlo troneggiare in soggiorno con le sue piccole luci intermittenti, le palline e i fili argentati che mi regalo' mia madre e che ogni anno penso di sostituire con qualcosa di nuovo e che non trovo mai la forza di farlo.
Come fosse facile, buttare in Cielo un pezzo di cuore...
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Questa settimana sono stata molto occupata a imbastire l'Opera per il contest indetto sul gruppo Facebook " Maurizio Santin....e noi"....
A dire il vero siamo molto presi dall'organizzazione dell'evento ...
che questo prossimo sabato....si, il 12!....si terrà a Milano. Ed è proprio in questa circostanza che verrà scelto il vincitore del contest.Non ho moltissime chances dato il magnifico livello delle Opera presentate ma....se devo dirla tutta... vi confesso che dopo due insuccessi clamorosi in cui le mie Opera svettavano verso il Cielo tanto erano alte...!....stavolta, sono riuscita ad infilare 7 strati in esattamente 4 cm di dolce.
Caspiterina se sono soddisfatta!
Si, ci sono imprecisioni...ho sempre nuovi problemi ...piccole distrazioni ma devo dire che...vada come vada...il contest mi è servito almeno a riprovarci. Altrimenti, io l'Opera non l'avrei di certo riaffrontata!
Quindi, forte della soddisfazione che mi ha "gasata" e rinfrancata, sono stata felice di aver esagerato con le dosi di quella mousse leggera al cocco che costituiva la terza crema da inserire nel dolce. Di biscotto ne era avanzato un pochino ,per cui....
Mi è bastato tirar fuori dall'armadio lo stampo a cuori che già all'arrivo mi aveva entusiasmato e..il gioco è presto fatto!
Non posso dirvi quanto questa glassa bianca con il rosso intenso della decorazione....ah! a proposito!...Grazie infinite al Maestro Emmanuele Forcone per questa splendida idea che ho copiato da un suo bellissimo lavoro....mi abbia fatto tremare il respiro..
Mi è piaciuto cosi tanto che ho idea ci faro' anche il dessert di Natale....
Dopotutto, non è il modo migliore di dire ai miei cari quanto loro siano nel mio, di cuore?
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Non ho una smisurata passione per le Feste di Natale....
Probabilmente ha una buona ragione nel fatto che, da piccola, le caricavo di troppe aspettative. Volevo con tutta me stessa che tutto fosse perfetto. Tutto doveva scorrere liscio come le acque di un fiume al cominciare dell'estate.
Senza una increspatura. Senza un movimento, pur leggero, che andasse a turbare quel lento e calmo andare.
Ovviamente, questo non poteva succedere.
Ma, allora, non potevo saperlo.
E nonostante ora il tempo sia andato e non veda fiumi calmi neppure all'inizio dell'estate, un velo di inquietudine continua a velare questo periodo.
Strano come non lo avverta quest'anno.
Per quale strano incantesimo mi sorprendo a perdermi nelle foto dei Buches de Noel?
Cosa è la magia che mi fa vagare tra glasse rosse e fiocchi dorati? Che mi fa sognare di boules di crema ammantate di cioccolato brillante e di polvere di stelle?
Sono fermamente convinta che i sentimenti affettuosi e calorosi che bussano alla porta in modo inaspettato e gentile non debbano stare ad aspettare.
Facciamoli entrare...e per strapparci un sorriso, lasciamo che una boule di cioccolato plani sul nostro piatto.
Come fosse su un ramo di quell'albero che salirà in casa tra ancora molti giorni....
Alcuni giorni fa, il postino ha bussato alla mia porta.
E quando ho visto il contenuto del pacco, ho sentito l'entusiasmo invadermi e assorbire ogni mio pensiero.
Era il pacco che attendevo impaziente.
Dalla Silikomart.
Apro sempre i pacchi in un modo cosi convulso e impaziente....e l'altra metà del mio Cielo ride e mi blocca le mani" Piano, piano....cosi sfasci tutto...magari ti serve la scatola!"
Non c'è niente da fare.
Apro, strappo, frugo, libero con impazienza i tesori come avessi paura di vederli volar via verso altre destinazioni.
E poi, prendo gli stampi. Li guardo. E vedo già come potrei utilizzarli.
Come se le idee , fino a quel momento, imbrigliate e bloccate, si liberassero dalla testa come un fiume in piena.
Calma. Calma. Piano.
Vorrei star li a pensarci....a fare ordine. Ma l'idea primitiva è lì.
Sa di avere la meglio. E poco importa se altre idee sono altrettanto meravigliose. "Lei" ..la prima..sa di essere in prima posizione.
Mi è successo cosi con lo stampo Zen.
Un sasso.
Volevo fare proprio un sasso.Bianco. Come spruzzato dei piccolissimi semini scuri di vaniglia.
In un piatto che sembrasse un prato in campagna. Ornato di piccoli fiori colorati, di arbustelli di cioccolato e di granella di biscotto.
Si vede tanto che la fiaba per me più bella era quella della casetta di pan di spezie con le porte di cioccolato e le finestre di zucchero?
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Mi piace tanto il colore delle amarene.
Quel rosso cosi caldo e cosi intenso che sembra sparga un alone di gioia ...Ma se devo essere sincera adoro terribilmente anche il sapore delle amarene...quelle in sciroppo dentro il barattolo bianco e blu ...e non manco mai di averne uno sottomano, in frigo.
In questo periodo di intenso lavoro e di stanchezza che sembra non finire mai, tutti i propositi di costruire i dolci delle mie cartelline si dissolvono frettolosamente. E non può esistere, però, che almeno una..solo una cosa....non sia in grado di tirarla fuori.
E allora ...perché non provare la glassa rubino che mi sorride da un libro meraviglioso comprato in primavera a Parigi?
Ricordo di essere entrata con emozione alla Librairie Gourmande, in rue Montmartre...pioveva di una pioggerellina fine fine---e ho srotolato un foglietto con l'elenco dei libri che avrei voluto acquistare...e quando l'ho visto...Inspirations et Creations...non mi è parso vero....un vero parterre de rois dell'E'cole Bellouet Conseil con desserts uno piu' bell'altro....
E ora , eccomi.
E questa glassa è esattamente come la volevo. Come consistenza, come colore, come densità.
E per un attimo.....molto più di un attimo...mi è parso che la stanchezza abbia aperto la porta e mi abbia abbandonato per riposarsi anch'essa, al sole del giardino...
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