Grazie ai social ho avuto modo di "conoscere" una donna generosa, affettuosa, delicata.
Si chiama Rosaria Dodi.
Bravissima. Riesce sempre a realizzare preparazioni armoniose cha catturano immediatamente l'attenzione.
E da settimane che ho le sue castagnole in testa. Loro e Is arrubiolus della mia infanzia.
Is arrubiolus erano i dolci fritti per i quali mio padre lasciava tutto il resto sul piatto.
Piccoli cilindretti di pasta fritta, a base di formaggio fresco grattugiato oppure ricotta di pecora, profumati con zafferano, liquore forte e scorza d'arancia grattugiata.
E quando mia zia li preparava, mio padre stava seduto ad aspettare che i primi arrubiolus uscissero dal tegame e venissero fatti rotolare nello zucchero semolato ancora caldissimi. E vederlo mangiare di gusto leccandosi le dita, era per noi un momento di felicità e di serenità.
Quando ho deciso che avrei fatto le castagnole di Rosaria, ho subito pensato che forse ci poteva stare che , invece di limone e limoncello, usassi zafferano, scorza d'arancia e liquore d'arancia.
E cosi ho fatto.
Non le ho preparate a cilindretti ma questo non mi ha impedito di friggere come se il tempo stesse facendo un doppio salto all'indietro.
E ho pure fatto la stessa cosa. I primi tre appena fritti, li ho tuffati nello zucchero e uno l'ho mangiato subito, senza attendere oltre...con una sorta di batticuore...cercando di confrontare quel sapore a quello del ricordo.
Per un attimo, il tempo si è proprio fermato.
Per cui, forse ora capirete la gratitudine che ho per Rosaria . Lo sapevo che questa ricetta mi sarebbe piaciuta e sono felice che possiate ancor più conoscere Rosaria, bearvi delle sue preparazioni e prendere da lei tutte le idee, dettagli, colori e armonia che riesce a trasmettere.
E io continuerò a chiamarle cosi.....
Castagnole come fossero Arrubiolus....
240 g di ricotta di pecora
60 g di zucchero semolato
1 uovo da 60 g
un pizzico di sale
scorza grattugiata di un'arancia
un cucchiaio di Cointreau
due prese di zafferano ( lo zafferano deve essere sentito ma non deve essere in quantità eccessiva)
140 g di farina 00 debole
6 g di lievito chimico per dolci
Inoltre:
un piatto con zucchero semolato
olio di semi di arachide per friggere
Tenete la ricotta sopra un setaccio, con un peso sulla superficie per eliminare il più possibile i liquidi contenuti all'interno del frigo. La ricotta deve essere asciutta per quanto possibile. Quindi, setacciatela in una ciotola, aggiungete lo zucchero e mescolate. Continuate con l'uovo prima sbattuto sommariamente, unite il sale, la scorza dell'arancia e il Cointreau. Infine, lo zafferano e qui vi dovete regolare in base alla qualità che avete: si deve sentire al gusto ma senza esagerare.Setacciate la farina con il lievito per due volte e incorporatela all'impasto.
Fate riposare la massa in frigo per 30 minuti.
Quindi, mettete l'olio a scaldare in una casseruola alta e non troppo grande e assicuratevi che la temperatura non salga sopra 160 °C.
Infarinatevi leggermente le mani e formate tante sfere che andranno poggiate su un vassoio leggermente infarinato.
Quando l'olio ha raggiunto la temperatura indicata, infarinatevi ancora le mani, ridate la forma sferica alle prime 4-5 palline e tuffatele nell'olio. Aspettate che vengano a galla e poi giratele con un cucchiaio di legno. Fatele cuocere piano, senza fretta , facendo in modo che l'interno si cuocia perfettamente. Alla fine saranno intensamente dorate.
Scolatele molto velocemente e mettetele subito sullo zucchero semolato rigirandole velocemente.
Nota: La ricetta di Rosara non prevede arancia né zafferano ma scorza di limone grattugiato e limoncello come liquore.