No. Non era cosi il dolce fatto da Marie Meunier alla Masterclass.
Al posto del mango c'era il cocco e...mica ha usato il "quasi Yuzu" come ho dovuto fare io.
No, no. Lei ha usato proprio lo Yuzu vero e io lo sapevo che al rientro a casa mi sarei dovuta arrangiare...E poi, leggi che rileggi, ho visto che lo yuzu sa un po' di mandarino..un po' di lime...forse limone....e allora ..ecco! che ho dato vita al "quasi Yuzu".
Frutto strano che cresce solo nelle cucine delle Appassionate Disperate dei fine settimana.....
E allora...non ho neppure la purea di cocco...Che faccio?
Desisto ? Non lo faccio piu'? Faccio un altro dolce?
Non se ne parla neppure. Dopotutto ho del mango, della farina di cocco, del "quasi yuzu".
Non sarà la stessa cosa ma forse che da una ricetta non possono nascere centomila e una variante?
E come quando capita per le cose che si vogliono fortissimamente fare, ecco che il dolce è nato.
Appena l'ho visto tra le mie mani, ho pensato al Sole. Al sole caldo e luminoso dei mari lontani. Il profumo del mango mi ha spalancato la porta dei ricordi e il sapore del cocco mi ha preso per mano e fatto volare oltre il tempo.
Un dolce può essere veramente come una magia...e il quasi Yuzu forse esiste davvero.
Magari nel giardino incantato delle pasticcere dei fine settimana....
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8 commenti
Dopo tanti anni sono ritornata al punto di partenza.
Agli inizi del 2000, ho cominciato a prendere aerei e navi e treni per poter entrare, munita di quaderno e penne colorate ,in aule luminose e misteriose e sentir parlare di Pasticceria.
Da allora, il tempo è passato. E ai primi cremosi al cioccolato...le prime glasse...i primi inserti ...le prime decorazioni...si sono unite una miriade di preparazioni, ricette, idee.
Non c'e' stato un solo corso che non mi abbia reso felice. E che non mi abbia lasciata colma di informazioni, notizie, dettagli....tesori, insomma.
Solo che....man mano che camminavo....si infiltrava in me la constatazione che non sarei mai riuscita a "sapere" di tutto. La Pasticceria è una distesa infinita di fiori, ognuno splendido e ognuno ricco di particolari meravigliosi..
Non c'è tempo.
Non ho il tempo di osservare la meraviglia di infiniti fiori.
Devo necessariamente scegliere quello da cogliere. E ho scelto.
Ho scelto tra tutti i dolci possibili quelli che riescono a prendermi il cuore. Più di altri. Perché...sia chiaro...la amo tutta intensamente, la Pasticceria.
E poi...pensavo..che in fin dei conti....quando ho iniziato con Maurizio Santin a fare i corsi sul cioccolato, erano questi i dolci che amavo di più. Ingredienti semplici e buoni, preparazioni non numericamente eccessive, decorazioni lineari ed eleganti.
Sono dovuta andare a Parigi per capire che dovevo tornare indietro e dedicare il mio tempo ai dolci che mi piacevano di più....a volte, la strada è li, davanti, e non la vedi.
Va bene....vado avanti. Ma è come fossi tornata a casa dopo un lungo viaggio....
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Parigi...
La amo cosi tanto. La città..il luogo....che amo di più.
L'aria, il profumo, il colore.
E quando torno a casa mi invento mille modi per pensare, un giorno, di poterci ritornare.
E ora, dopo svariate volte, ci torno per camminare. Non riesco a recuperare un altro modo per scoprirmi serena. Come su una nuvola. Una passeggiata a guardare le finestre delle case. I balconi curati e pieni di fiori. Un croissant in una vetrina di Boulangerie- Patisserie. L'insegna di un bistrot. L'oro dei Grands Magazins Printemps. Le cupole dell'Opéra viste dal Deli-Cieux. Il fiume, immenso e carico di ricordi. Le volute del Metro a Pigalle.
Una moltitudine di dettagli. Che, ogni volta, si arricchiscono di frammenti.
Stavolta, ho introdotto una variante. Che coltivavo da giorni e mesi e secondi interminabili.
Una Masterclass da Christophe Michalak, nella, per me, mitica rue de Faubourg Poissonnière... al n. 60...cosi irresistibilmente vicina a rue Montmartre..
E alle 14..dopo una corsa attraverso il quartiere sotto una pioggerellina fina-fina....puntualissima entro nel sogno.
Finalmente.
Finalmente una leçon con Marie Meunier.
E le aspettative non sono andate deluse. Lei...Marie....lavora cosi incredibilmente bene....cosi elegante e raffinata....cosi assolutamente francese nei gesti, nelle espressioni, nei sorrisi...
Io assaporo ogni istante. Non perdo un solo gesto delle mani. Ogni colore e sfumatura. Ogni dettaglio e movimento.
Ogni tanto, giro gli occhi verso destra. Verso sinistra. Non esito a staccare una fettina di un sublime chocolat avec noisettes che mi sorride davanti ai fogli....penso al grembiule avuto in regalo e che conserverò gelosamente, guardo l'orologio supplicando il tempo di non correre cosi in fretta, immergo gli occhi all'interno dei frigoriferi stracolmi di prelibatezze....sogno. Sogno di poter avere la possibilità, un giorno, di poterci ritornare.
In tutti questi anni, attraverso il blog, ho condiviso le mie gioie. Le mie esperienze e attimi di vita. Sempre più convinta che anche le cose più belle, quelle vagheggiate e costruite, attese e realizzate, non abbiano poi cosi tanto senso se non estese ad altri.
Credo che lo farò anche stavolta.
Pian piano realizzerò ciò che ho visto. Ciò che mi è piaciuto. Quello che ho pensato di poter replicare una volta tornata a casa. Spero di potervi...in attesa che ognuno di voi che legge possa farlo direttamente....farvi scivolare, anche se solo per pochi attimi, nella magica e fatata aula della meravigliosa Michalak Masterclass...
Ricordatevi: rue de Faubourg Poissonnière. Al n. 60....
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Si sente che arriva l'autunno.
A dire il vero, è arrivato da giorni ma è stato cosi silenzioso che non me ne sono neppure accorta. C'era stata qualche avvisaglia ma avevo cosi tante cose per la testa che non ci ho proprio badato. Poi, ieri sera, ho sentito il desiderio di coprirmi le braccia e il petto e le spalle ed è cosi che ho capito che si sta delineando davanti agli occhi un nuovo anno.
Per un attimo mi sono chiesta anche che tipo di anno sarebbe stato. Ma è stato solo un attimo. La mia testa, da cosi tanto tempo, è del tutto incapace di pensare al di là delle 24 ore successive. Dopo questo tempo, si stende una sorta di landa vuota e sconfinata.
Mi basta sapere che oggi c'è un tiepido sole.
E che è piacevole stare affacciata al balcone anche se non passa nessuno e non c'è nulla da vedere.
Mi è sempre piaciuto stare con i gomiti distesi sul parapetto e osservare la gente passare.
Visi che non avrei visto più. Persone di cui immaginare la vita e la storia. Facce sorridenti oppure tristi. Gesti da catturare.
Ma oggi, stamattina, è diverso.
Spero solo che questo sole cosi chiaro e cosi tiepido mi possa riscaldare la testa. E gli occhi. E le mani.
Che di calore, veramente, non se ne ha mai abbastanza....
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