Tema: Una giornata e un altro poco, ad Arezzo, per il compleanno della Ross
Svolgimento
E’ una bella giornata, oggi, ad Arezzo. C’e’ un freddo pungente e l’aria è cosi tersa. Per fortuna, il sole è sfacciatamente luminoso e quasi caldo e mi riscalda il viso e il capo. Passeggio un po’ lenta rasentando i binari in attesa del treno che mi farà iniziare il viaggio di ritorno. Verso casa.
Una metà del viso la appoggio, poi, sul finestrino.A guardare sfilare la campagna.E le case.E penso. Penso agli amici che ho appena lasciato, specialmente. Ma stranamente non ho quel magone che mi chiude la gola e mi blocca il respiro facendo fare al cuore un salto silenzioso , come una strana piroetta.
Penso al dono che il tempo mi ha concesso. Penso a quel giorno di dicembre in cui, chissà per quale misterioso impulso...il caso?….la magia?….il destino?….ho bussato timidamente alla porta di Coquinaria. Del tutto inconsapevole e ignara dei tesori che mi si sarebbero spalancati davanti agli occhi.
Il dono piu’ grande tra i doni grandi? Certamente il tempo sereno. Ore, minuti, mezze sere, frammenti di notti, tempo insomma. Ma lieve come una carezza. Mi è stato regalato il tempo della tenerezza. Dei sorrisi. Delle struggenti malinconie. Il piacere della scoperta delle persone. La felicità delle risate. La condivisione dei momenti che la vita ci fa trovare, anche inaspettatamente a volte, di fronte al viso.
Un dolce per Coquinaria?
Certo.
Ci vuole sempre un momento per un dolce. In questo caso, un piccolo dolce.Semplice. Buono. Che sappia di cucina e di casa.Un dolce che ho scelto per la forma. Quando, facendolo respirare, sono capitata in questa foggia che mi ricorda le scarpe degli gnomi, dei folletti. Dei personaggi delle fiabe, insomma. E cosi le ho chiamate, queste meringhe. Che di fiabe e di fantasia non si puo’ proprio farne mai a meno.
Certo.
Ci vuole sempre un momento per un dolce. In questo caso, un piccolo dolce.Semplice. Buono. Che sappia di cucina e di casa.Un dolce che ho scelto per la forma. Quando, facendolo respirare, sono capitata in questa foggia che mi ricorda le scarpe degli gnomi, dei folletti. Dei personaggi delle fiabe, insomma. E cosi le ho chiamate, queste meringhe. Che di fiabe e di fantasia non si puo’ proprio farne mai a meno.
Le scarpe degli gnomi, dei folletti e….
500 gr di albumi
1 kg di zucchero semolato
40 di farina 00 +250 g di zucchero semolato
2 cucchiai di succo di limone ben filtrato
Per la decorazione: 1 busta di glassa al cioccolato
Velare la ciotola e le fruste con mezzo limone . Versare gli albumi e cominciare a montarli a bassa velocità. Unire il succo del limone e continuare la lavorazione finché la montata comincia a prendere volume e si mostrerà spumosa. A questo punto, unire piano lo zucchero in modo che si sciolga bene nel composto. Quando la meringa comincia a presentarsi consistente, aumentare la velocità e lasciare che il composto diventi ben montato, sodo e lucido.
Una volta pronta, mescolare i 250 g di zucchero con la farina setacciata e aggiungere il tutto alla meringa servendosi di una spatola e lavorando il composto dall’alto verso il basso.
Versare la meringa in una sac à poche con il beccuccio liscio e disegnare dei bastoncini di circa 2-3 cm di diametro. Infornare per circa 1-2 h alla temperatura di 100°C con modalità ventilata o, comunque, per il tempo necessario a consentire la cottura uniforme del dolce Lasciar freddare i bastoncini. Scaldare una confezione di glassa al cioccolato, immergere prima un’estremità del bastoncino in modo obliquo e poi l’altra. Lasciar asciugare perfettamente.
Nota: Ci sono piccole scarpe anche per grandi fate.....
Nota: Ci sono piccole scarpe anche per grandi fate.....
bella l'idea delle scarpe degli gnomi... io le mangiavo sempre da "piccola"...
RispondiEliminapinella posso farti una domanda??
ma sei già andata con il maestro Santin?? Dico per il concorso su fb?? Sono curiosa di vederti al lavoro facci sapere, complimenti ancora!!
katia
No, Katia.....Aspetto che Maurizio si liberi...Certo che lo faccio sapere!!!!
RispondiEliminaCome sempre le tue ricette sono accompagnate da questi deliziosi racconti.Infondono quella serenità,che in alcuni momenti ti manca. Di solito per le meringhe uso un pò di fecola e al posto del limone, l'aceto. che ne pensi?
RispondiEliminaPer la fecola...perfetto! Sai che preferisco il limone? Ne uso una metà per sgrassare la frusta e la ciotola, poi ne spremo un po' sugli albumi....
RispondiEliminaSenza farina o fecola...non sono piu' le mie meringhe!
Pinella scusa, non mi è chiara una cosa, i 250 gr di zucchero in fianco all'altro kg, dove vanno?? Il kg va in montata mentre 250 gr vanno messi a mano insieme alla farina.. ma me ne avanzano 250.. grazie!!
RispondiEliminaSi, in effetti poteva essere capito male.....Volevo intendere che il totale era di 1kg e 250 g, ma sono stata tortuosa e poco chiara.
RispondiEliminaE' proprio come hai scritto. 1kg va lavorato con gli albumi e la frusta elettrica, 250 gr a mano con la farina.
Grazie!
Pinella, ti ammiro spesso silenziosamente, ma questi dolcetti sono proprio perfetti. Complimenti
RispondiEliminaComplimenti Pinella, seguo il tuo blog da settimane. Fai sempre cose bellissime (e buonissime!)e, cosa importante, commentate con molta poesia. Con stima ed ammirazione.
RispondiEliminaChe bellissimo post...sia per le parole davvero toccanti che per la ricettina. Simpatica l'idea delle scarpe degli gnomi, molto originale. Al prossimo buffet te la copio subito :)
RispondiEliminaChe belle queste meringhette, pardon scarpette...meravigliose...davvero molto molto simpatiche...bravissima...a presto Luciana http://www.daldolcealsalato.myblog.it/
RispondiEliminaComplimenti per tutti le tue prelibatezze...sono buone solo a vederle..:)e molte ricette le ho annotate per provarle..:)
RispondiEliminaancora complimenti..sei bravissima..ti aggiungo ai blog così se perdo le ricette le recupero..:)
Ciao Pin, vedo che c'è sempre una buona ragione per restare un po' "assente". Vedo anche che i tuoi racconti che precedono le tue ricette non hanno colpito solo me la prima volta che son passato sul tuo blog. E son felice che in tanti ammiriamo e condividiamo la tua dolcezza oltreché la tua bravura. A presto? Ciao
RispondiEliminahai ragione Pin, perchè c'è la consapevolezza di essere fortunate.....noi ci siamo trovate, ci siamo scelte.... E continueremo a farlo
RispondiEliminaTi voglio bene.
Giuli
G.Carlo.....Sono rientrata e non ho avuto il tempo neppure di fiatare. Troppo lavoro. Ti chiamero' presto. Ho tanto da raccontarti....
RispondiEliminaGiuli...Giuli....magica Giuli!
Oltre che sicuramengte buoni mi ispirano una tenerezza!!! :)
RispondiElimina