Lo volevo proprio fare un gatto' di mandorle...
A parte che adoro le mandorle tostate. Sarà certamente perché mio padre le adorava. Mia zia gliele tostava sulle braci del fuoco che ardeva in cucina, in inverno. Ancora semi avvolte dal guscio per cui dopo ci si perdeva a cercarle sul fondo del piatto, un po' intere, un po' ridotte in frammenti.
Mio padre le mangiava con il pane. Un boccone di pane, una mandorla, un sorso di vino rosso.
Potevo stare a guardarlo immobile per interi minuti, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle mani che frugavano tra le schegge di frutta secca a trovarne una intera che, poi, mi allungava cosi, con un sorriso.
Ogni tanto bisogna tornare indietro. In modo da capire quanto il presente sia solo un'appendice del tempo che non tornerà mai più .
Anche la strada la si percorre sempre insieme
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mandorle e limone...un perfetto matrimonio.
RispondiEliminae questo strofinare il limone sopra il croccante mi affascina, perchè parla di gesti lontani che andrebbero perduti, se non ci fosse chi li ricorda e li riporta alla luce...
grazie per questa condivisione, di sapori e profumi, di emozioni.
(la consistenza del gattò è dura come quella di un normale croccante?)
Lo strofinare il limone sul gatto' è la carta vincente di questo dolce. Unito alla quantità maggiore di mandorle rispetto allo zucchero che garantisce la croccantezza ma aggiunge facilità al taglio. Ne risulta un croccante " mangiabilissimo"...
RispondiEliminadevo dire che il titolo "gattò di mandorle" mi ha tratto in inganno. infatti le mie scarse conoscenze comprendono solo il gattò di patate e, quindi, mi aspettavo un qualcosa di simile con l'aggiunta di mandorle....immagina la mia sorpresa nel ritrovare il dolcissimo croccante. a napoli si usa prepararlo nel periodo natalizio e si usa dargli forma di cestini o di cornucopie per poi riempirli di struffoli.
RispondiEliminala ricetta prevede lo stesso peso di zucchero e di mandorle, e con queste proporzioni si va a colpo sicuro!
Lo adoro. Ogni tanto quando ho delle mandorle in più lo preparo con felicità per tutta la famiglia. Da noi si chiama Copeta e le mandorle non le spezzettiamo troppo, anzi a volte le lasciamo quasi intere. Sono piacevoli ricordi ed è grazie a queste semplici ricette che le facciamo riaffiorare alla mente. Ciao Stefania
RispondiEliminaPinella carissima, so che tu non partecipi ai contest (e per fortuna ! aggiungo io, perché nessuno ma proprio nessuno può competere con te) ma se ti segnalo il mio partito l'altro giorno è solo perchè c'è un premio che son certissima tu apprezzeresti. Con stima infinita
RispondiEliminaQuesti li conosco molto bene!
RispondiEliminaUna mia ex collega, quando tornava dalla Sardegna,da casa di sua mamma, me ne portava sempre un po'. Felicissima di avere finalmente la ricetta per rifarlo!
Inoltre scopro anche il perché, quando li mangiavo, sentivo il sapore del limone!
Ciao Pinella ;-)
Grazie!
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