Mia madre sapeva fare solo due dolci: la torta di ricotta e le frappe di Carnevale...
Quando arrivava il Carnevale, tirava fuori il mezzo kg di farina che conservava in un piccolo pensile ad angolo e noi aspettavamo felici.
Lei era serena, si vedeva che le piaceva proprio farle e quando cominciava a friggere le prime non ci stava nella pelle a vedere tutte quelle bolle....
Io facevo l'impossibile per esserci mentre lavorava. Non tanto per la lavorazione ma perché mi piaceva vederla felice. Mi dava un senso di serena armonia e speravo sempre che i preparativi durassero più a lungo possibile....
Alla fine...tra un tripudio di frappe cotte, spolverate di zucchero e assaggiate....andava a finire che facesse i pacchetti. Le mie le metteva in una teglia in alluminio rettangolare avvolta in carta bianca invitandomi a mangiarle subito appena tornata a casa che poi magari chissà che poteva succedere ....
Non le mangiavo subito. Magari imbastivo una piccola cena da consumare in fretta che poi mi attendevano quei pochi minuti in cui...una dopo l'altra....le frappe sarebbero state gustate con una tale felicità...
Alla fine, il vassoio vuoto davanti gli occhi, non restava altro che afferrare tra le dita quei minuti frammenti di pasta fritta inondati di zucchero e portarseli alle labbra....certa che anche lei .....ne ero assolutamente certa!....in quel preciso momento stava facendo altrettanto...
Queste sono per me le frappe...e poco importa che il nome cambi...meraviglie, chiacchiere, crostoli, cenci.....o sfrappole come queste meraviglie del Maestro Gino Fabbri!....queste per me sono le frappe del mio cuore....
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Che belle queste sfrappole, sembrano croccantissime fra le tante ricette proverò anche questa e poi non vi è nulla di più bello che ricordare la propria mamma..! ciao un bacio
RispondiEliminaGrazie a Piero, del blog http://ipasticcidelloziopiero.blogspot.it/ che giustamente mi fa notare che una farina con un w di 320-380 non è di media forza ma di forza!
RispondiEliminaGrazie Piero!!!
Che bello quando un piatto, una preparazione, ci legano indissolubilmente a ricordi e a persone. Diventano più buone perchè condite di amore...
RispondiEliminae che meraviglia queste sfrappole (per me, per le mie doppie origini, sono "crostoli/bugie")...appaiono leggerissime e friabili, di quelle che al primo morso si frantumano in mille sottili coriandoli...
Ormai rimanderò al prossimo anno. Forse...la tentazione di provarci comunque è forte.
dimmi se ho capito giusto: man mano che friggi, le posi su una griglia a sua volta appoggiata sulla leccarda coperta di carta assorbente, ed il tutto dentro in forno?!? mi pare scomodo...o le metti dopo?
ciao Pinella!!!
Cara Ele, diciamo che dato il tempo di frittura, metto la leccarda con sopra la griglia, in forno, ogni 4 fritture. Mi sono piaciute cosi tanto che domenica le rifaccio!
EliminaAnche per me le frappe rappresentano qualcosa......mi fanno vedere ancora la mia casa piccola ....la cucina piccola dove mia madre le aveva e scriveva e sentivo il carnevale alle porte....sentivo la sua sicurezza ....il sul amore che mi scattava la vita....e lo odore di quelle frappe me lo ricordo ancora.....sapeva di amore.
RispondiEliminaConcordo. Ecco perchè continuo a farle tutti gli anni!
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