Data l'età, è ormai da un pezzo che non ho piu' le nonne.
Una, poi, non l'ho mai nemmeno conosciuta. Mi guarda distratta da una foto ingiallita e rugosa e non riesco a immaginare come fosse, se ridesse spesso, se fosse tenera oppure severa. Mio padre non mi ha mai detto se sapesse fare i dolci o, in alternativa, se almeno le piacessero. Cosi, giusto per andare a scoprire chi mai mi abbia potuto trasmettere questa passione cosi profonda, intensa.
L'altra nonna, forse aveva troppo da fare per avere il tempo di impastare burro, zucchero e farina. Me la ricordo indaffarata a togliere l'acqua ghiacciata dal pozzo del giardino, a sistemare la legna in grosse e voluminose cataste, a riordinare le bottiglie di un vino nero come la pece e denso che se mettevi il fiasco in controluce, i raggi del sole non riuscivano a passarci attraverso.
Per questo e per altro ancora mi piacciono le nonne. La Rita Mezzini, invece, sa da chi ha ereditato quella sua stupefacente bravura, che giusto in questi giorni l'ha vista vincere un bellissimo concorso indetto dalla rivista Cucina&Vini.
La nonna. La nonna alla figlia. La figlia alla nipote.
Non la conosco ma deve essere una nonna da desiderare di avere se si commuove al fatto che mi siano piaciute le sue raviole.
E come non possono piacere le sue raviole, nonna di Rita?
Le Sue magiche, insuperabili, stratosferiche raviole.
Talmente buone che sono scomparse nello spazio di una serata.
Grazie, nonna.
Ed io, cosa posso mai fare, io, per Lei?
Raviole della nonna di Rita Mezzini
Ingredienti:
500 g di farina
2 uova grandi
190 g di burro
15 g di strutto
200 g di zucchero semolato
25 g di latte
1 bustina di lievito
Un pizzico di sale
Preparare la pasta frolla unendo lo zucchero con il burro, aggiungere i tuorli, un nulla di sale ed infine la farina setacciata con il lievito. Impastare e far riposare in frigo per circa un’ora. Stendere la pasta ad un’altezza di ½ cm , ritagliare dei dischi con un coppapasta liscio.
Per il ripieno:
200 g di marmellata di prugne
200 g di mostarda bolognese
Una manciata di uva sultanina ammollata in acqua tiepida e asciugata.
Variante:
Mi sono permessa di introdurre in futuro una piccola variante, dovuta esclusivamente al fatto che mi risulta difficile reperire della mostarda di frutta. Ho pensato, allora, ad unire un po' di mosto cotto, tipico della mia terra, ad una buona marmellata di prugne.
marmellata di prugne
uvetta
mosto cotto
Prendere il disco tra le mani, inserire al centro un po’ di ripieno evitando la fuoriuscita che sporcherebbe la pasta. Chiudere bene i bordi con i rebbi di una forchetta. Infornare a 180°C fino a completa cottura.
Far freddare i biscotti, quindi passarli velocemente nell’alkermes e nello zucchero semolato.
Disporre le raviole in un solo strato e spolverizzarle di zucchero al velo.
Le grandi passioni penso possano scaturire anche da piccoli gesti e forse anche la tua nonna troppo indaffarata ha contribuito in qualche modo :)
RispondiEliminaSostituire la mostarda...Pinella, ma la mostarda non è ben caratterizzata dalla senape?
RispondiEliminaMostarda di frutta. Almeno, non credo ci fosse senape. E' una mostarda dolce, come una confettura dal sapore marcato, intenso. Chiediamo a Rita come la fanno.
RispondiEliminaRita?!?!
Li immagino con il mosto cotto...deliziosi!
RispondiEliminache bella ricetta...grazie mia cara Pinella!!!
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