Tanto tempo è passato da quando la prof.ssa Falchi , in 1°media, venne in classe e ci parlò su come fosse importante avere un ricettario.
Un ricettario? Cosa era mai un ricettario?
Al mio paese, un pugno di case abbandonate in mezzo alla campagna, la parola sembrava non esistere. Forse perchè non esistevano ricette. Esistevano piatti da preparare, sughi da far borbottare, agnelli e capretti e maialini da arrostire, pernici da farcire, minestroni da far fremere per ore e tanto, tanto altro ancora. Ma cosi si cucinava da sempre, in tutte la case e dosi non ce n’erano. Neppure per i dolci.Con i tuorli si facevano fragranti ciambelle e struggenti piricchittus. E con gli albumi si iniettava la vita a dolcissime meringhe e a commoventi amaretti.
Il massimo dell’avere la ricetta consisteva nello scrivere gli ingredienti su un pezzo di carta strappata da un quaderno oppure sulla carta marroncina del pane.E la ricetta ….se cosi si puo’ chiamare…..veniva infilata all’interno del doppio vetro della credenza. E li rimaneva quasi per sempre.
Un ricettario?
Si, proprio un grosso quaderno comprato in città, a quadretti piccoli, rivestito di tela ( la mia era rossa…) con la scritta “ Ricettario” ricamata dalle nostre mani. E i capitoli? Antipasti, primi piatti, secondi, contorni e…..dolci.
Si, proprio un grosso quaderno comprato in città, a quadretti piccoli, rivestito di tela ( la mia era rossa…) con la scritta “ Ricettario” ricamata dalle nostre mani. E i capitoli? Antipasti, primi piatti, secondi, contorni e…..dolci.
Iniziammo con i dolci. La prof.ssa dettava la ricetta in un modo cosi intenso che ci sembrava già di gustare il dolce finito. E poi, giu’ a farlo il dolce, in classe. sui banchi di legno con i calamai in mezzo.
Nacquero in tal modo la torta marmorizzata, il calcestruzzo, il dolce mattone.Nacque e divampò cosi la mia passione.
Fu da allora che cominciai a ritagliare le ricette e ad incollarle su grossi quadernoni. Divennero cosi tanti e zeppi di ogni ricetta possibile che….quando realizzai e fui certa che non sarei potuta vivere 1000 anni per provarle tutte ,finii per regalarli .Tutti tranne uno.
Il mio vecchio ricettario? L’ho perso.Ma la prof.ssa Falchi , i suoi occhi, i suoi capelli, i suoi occhiali calati sul naso, la sua pelle velata di cipria, la sua bocca che parlava di zucchero e farina, di burro e panna, lei, la prof.ssa Falchi, no! non l’ho scordata mai.
Biscotti al gianduia
(da una ricetta di Anneliese Kompatscher)
Per la pasta:
250 g di farina, 1/2 cucchiaino raso di lievito, 150 g di nocciole tostate e macinate, 75 g di zucchero, 1 bustina di zucchero vanigliato, 1 uovo, 200 g di burro.
Per il ripieno: alcuni cucchiai di crema gianduia
Per guarnire: 150 g di cioccolato.
Impastare lo zucchero con il burro morbido. Aggiungere lo zucchero vanigliato e l’uovo intero. Setacciare la farina con il lievito, unire anche quella di nocciole. Impastare velocemente fino ad ottenere una pasta liscia da mettere al fresco per due ore. Stendere in una sfoglia sottile e ritagliare in quadrati. Disporli sulla placca rivestita di carta forno e cuocerli a 180°C per circa 15 minuti.. Quando i biscotti si saranno raffreddati unirli in coppia, farcendoli di crema al gianduia, quindi intingere un angolo nel cioccolato sciolto a bagnomaria e poi temperato.
Suggerimento: Al market è in vendita una glassa al cioccolato in confezioni rettangolari che vanno immerse nell’acqua calda in modo da far sciogliere il contenuto. Ottima glassa! In aggiunta, consente di rivestire i biscotti solo di un sottile velo di copertura e di ottenerli brillantissimi!
ho una ricetta sinmile e devo dire che sono buonissimi...ciao katia
RispondiEliminail tuo racconto è meraviglioso...vorrei aver avuto una maestra così anche io...buonissimi e bellissimi come sempre i tuoi biscotti!!!
RispondiEliminaChe dolce e pieno d'affetto è il tuo post! Mi spiace per il ricettario perso...
RispondiEliminaè vero prima era difficile avernlo, a casa mia nè mia nonna e nè mia madre ne ha mai posseduto uno!Ti farò ridere ma loro preparavano il ciambellone dosando gli ingredienti con i pugnetti!!!!
Devono essere buoni questi biscotti!!!
A presto un abraccio!
favolosi!! le foto sono bellissime!
RispondiEliminaI biscotti sono bellissimi, la presentazione come sempre perfetta.......ti è mai venuta la voglia o il pensiero di scriverlo un ricettario? Ora intendo, con tutte queste belle parentesi di vita tra una ricetta e l'altra.... e poi pubblicarlo...
RispondiEliminagià penso alle persone a cui potrei regalarlo....volo troppo di fantasia??? Vabbè...baci e buon we.
mmm che golosità!!davvero ottimi e complimenti per le foto e la post-produzione buon fine settimana
RispondiEliminami sa che la prof.ssa Falchi è riuscita nel suo intento...adesso è la prof.ssa Pinella a parlare di zucchero e farina, di burro e panna e a lasciare tutti a bocca aperta..
RispondiEliminaEhh nooo Pinellaaa così non valeeeeeeeeeee
RispondiEliminaNe voglio uno..no anzi due tre quattrooo!!!
Ottimi...qusi superlativi! Complimentissssimi ^-^
bellissima la storia del ricettario!e altrettanto buonissimi questi biscotti!baci
RispondiEliminaDevono essere state fantastiche le tue scuole medie! Fai dei biscotti favolosi!
RispondiEliminaSemplicemente meravigliosi!
RispondiEliminaPer caso hai la ricetta di biscotti tipo oswego?
Un saluto
Kemi
bellissimo il tuo racconto!
RispondiEliminaun ricettario!che bello!e la prof che dettava la ricetta:)
e il tuo vecchio ricettario, chissà dove sarà finito?
i biscotti sono favolosi!!!sembra di sentirne il profumo!
li devo fare al più presto per regalare pause di infinita bontà!
graziee!
Ogni volta che passo da qui è sempre un gran belvedere...
RispondiEliminaComplimenti Pinella...per la smisurata passione che trasmetti nelle tue preparazioni...
A presto..
o mamma!!!!
RispondiEliminache perfezione..sono una meraviglia!!
..sempre belle le tue creazioni, dalle torte elaborate ai biscottini!! Ah, visto che è nato ti lascio l'indirizzo del mio nuovo blog, nel caso ti andasse di farci un giro.. http://lapasticcioneria.blogspot.com Grazie per l'ispirazione che mi dai!!
RispondiEliminaIl mio ricettario? Ricordo che lo tenevo custodito con gran cura. Poi, i traslochi in città...chissà che successe....Quando ci penso è come avessi perduto un tesoro di monili d'oro.....
RispondiEliminaKem: Oswego. E' difficilissimo rifarli perchè da qualche parte ho letto che proprio la lavorazione e la stesura di biscotti è possibile grazie alle procedure industiali.
Marcello: le tue parole sono per me bellissime. Grazie chef!
complimneti per la selezione e la realizzazione è fantastica
RispondiEliminaMi piacciono molto questi biscotti, brava, come sempre, bravissima...ma tanto mi è piaciuto anche il tuo racconto così pieno d'emozione e di ricordi...grazie di tutto..Paola
RispondiEliminaI biscotti sono certo buonissimi, ma la tua storia mi ha catturato.
RispondiEliminaQuando ricordi la tua prof., mi sembrava di rivedere quel film, Il marito della parrucchiera...
E poi il ricettario...
Bellissimo come sempre passare per il tuo blog.
Alberto
le tue ricette sono una garanzia e poi le sai introdurre in un modo particolare che fa rivivere anche a me antichi sapori e affetti... ho una domanda proprio banale ma domani voglio farli per cui: di che peso è la busta di zucchero vanigliato? sai, non l'ho mai comprato... grazie e sempre complimenti.
RispondiEliminaNon ho trovato le bustine l'ultima volta. Ho rimediato con un cucchiaio di zucchero vanigliato fatto da me.
RispondiElimina