Mi piace pensare che fosse maggio.
L’anno non lo ricordo più. Che ad ogni anno che passa metto sul frontespizio un adesivo e lo sistemo accanto agli altri anni in un posto sconosciuto, da qualche parte, nella memoria. Poi, il tempo stacca l’etichetta e la fa finire sul fondo, insieme alle altre, come fossero foglie secche d’autunno. Ed io, quando vago nei ricordi, non riesco mai a rispondere al “Quando è stato che…. In che anno noi ci...?”
L’anno non lo ricordo più. Che ad ogni anno che passa metto sul frontespizio un adesivo e lo sistemo accanto agli altri anni in un posto sconosciuto, da qualche parte, nella memoria. Poi, il tempo stacca l’etichetta e la fa finire sul fondo, insieme alle altre, come fossero foglie secche d’autunno. Ed io, quando vago nei ricordi, non riesco mai a rispondere al “Quando è stato che…. In che anno noi ci...?”
Ho visto per la prima volta Carloforte che certamente era maggio. Incastonata come una pietra preziosa sul filo sottile, lontano, dell’orizzonte. Le finestre dell’albergo si aprivano sul mare. E le strade erano sentieri come di fate. E le case colorate di bianco, d’azzurro, d’ocra e di carminio.
Oltre alla passione per le traversate in mare….ricordo quei pochi viaggi con mia madre che si caricavano di cosi tante aspettative come fossero traversate di oceani…….dicevo, c’era un altro motivo che mi aveva spinto ad andare finalmente a Carloforte.
"Ma davvero andiamo da Nicolo per cena? Ma sul serio mi ci porti?"
Ed era già la terza oppure quarta…forse quinta…volta che passavamo davanti al ristorante.
Da Nicolo. L’esitazione era dovuta solamente al fatto che tante e tante volte avevo sognato di poterci andare. Ed ora, ora che ero li, proprio li , mi sembrava difficile fare il primo passo ed entrare.
Dopotutto, non succede sempre cosi per le cose tanto attese?
Dopotutto, non succede sempre cosi per le cose tanto attese?
Luigi, Luigi Pomata intendo, doveva essere un gigantesco ragazzo dai capelli ricci, allora.
Proprio come oggi.
Almeno, ancora oggi gli occhi sono come quelli di un fanciullo che ha passato la più bella giornata della sua vita nei campi di erbe selvatiche. A farne fasci da tenere come preziosi mazzi di fiori profumati e trasformare poi in cucina in succulente ed insolite leccornie.
Proprio come oggi.
Almeno, ancora oggi gli occhi sono come quelli di un fanciullo che ha passato la più bella giornata della sua vita nei campi di erbe selvatiche. A farne fasci da tenere come preziosi mazzi di fiori profumati e trasformare poi in cucina in succulente ed insolite leccornie.
E come i ragazzi, oltre a volare veloce come il vento, riesce ad essere ancora generoso…..A regalarmi introvabili stencil con le ancore azzurrine per colarci il cioccolato….Ad inventarsi deviazioni dai programmi stabiliti per stupirmi con spume ….all’olio d’oliva? Si lo so so, ma davvero è buona? Con il cioccolato?
E non potevo non scegliere questo dolce per uno dei miei chef.
Un tortino freddo al cioccolato e caffè. Che si fa solo da Nicolo, a Carloforte.
Cosi, quando lo preparo, se chiudo leggermente gli occhi, magari mi sembrerà di essere li, a sentire il profumo intenso del mare.
Tortino al cioccolato freddo
300 g di cioccolato fondente al 50%
300 g di burro
250 g di zucchero
8 uova
2 tazze di caffè ristretto
due cucchiaini di caffè liofilizzato
due cucchiaini di caffè liofilizzato
Ridurre il cioccolato in scaglie e farlo fondere dolcemente al microonde. Aggiungere il burro ridotto in piccoli dadi e completare la cottura fino ad avere un composto liscio e morbido. Separare i tuorli dagli albumi. Versare metà dello zucchero in una casseruolina, bagnarlo con un velo d’acqua e portarlo a cottura fino alla temperatura di 118°C. Versare i tuorli nella ciotola della planetaria, far montare leggermente e, quindi, aggiungere a filo lo zucchero cotto. Montare finchè il composto è chiaro e soffice. Ripetere la cottura dello zucchero con l’altra metà. Versare gli albumi nella ciotola ben pulita e sgrassata con un velo di succo di limone, iniziare a montare a bassa velocità e quando gli albumi cominciano ad essere schiumosi versare a filo lo zucchero cotto. Completare la lavorazione finchè la meringa appare soda e lucida . Preparare il caffè ristretto, unire il caffè liofilizzato e unire il liquido alla montata di tuorli. Aggiungere il cioccolato ed il burro ancora tiepidi e rimescolare con attenzione. Versare in più riprese la crema sugli albumi evitando di smontare il composto.
Accendere il forno a 180°C.
Ungere con un velo di burro degli stampini da forno, versare una cucchiaiata di impasto, fino a circa 2 cm d’altezza e passare in forno caldo per circa 5 minuti.
La procedura di cottura dello zucchero può essere by-passata mediante l’uso di uova certificate e pastorizzate. In tal caso, montare i tuorli con tutto lo zucchero e procedere come indicato nelle fasi successive della ricetta.
Crema inglese al profumo di sambuca
4 tuorli 100 g di zucchero
250 g di panna fresca
250 g di latte intero
3 cucchiai di liquore Sambuca
Far scaldare la panna ed il latte . Amalgamare i tuorli con lo zucchero, aggiungere in piu’ riprese il liquido caldo e portare, sul fornello, ad una temperatura di 82°C. Ritirale crema dal fuoco, versarla in una ciotola, raffreddarla subito in un bagno di ghiaccio. Aggiungere il liquore Sambuca.Coprire con pellicola a contatto e conservare in frigo per almeno alcune ore.Al momento dell’uso, passare la crema al setaccio.
Per la sua generosità, mi piace essere io stavolta a regalare a Luigi delle piccole meringhe leggere che ho sperimentato in una sera di quasi primavera.
La ricetta è di una esilissima e fortissima donna che si chiama Loretta Fanella.
Che non ringrazierò mai abbastanza di esistere.
Meringhe leggere
( da una ricetta di Loretta Fanella)
90 g di albumi freschi
6 g di albumi in polvere
130 g d’acqua
50 g di zucchero
Mescolare nell’acqua gli albumi freschi e secchi insieme allo zucchero e far reidratare per 5-10 minuti. Montare il composto a bassa velocità e quando comincia prendere consistenza aumentare la velocità e continuare la lavorazione per 10-15 minuti.
Il composto diventerà molto soffice e areato, spumosissimo. Inserire la meringa in una sac à poche e distribuire il composto su una teglia rivestita di carta forno. In aggiunta, metterne una generosa cucchiaiata su un tappetino in silicone (silpat) e livellarlo con una spatola in uno strato molto sottile.
Infornare le meringhe a 50°C per un tempo non inferiore a 4 ore. Durante la la cottura, le meringhe perdono l’umidità tanto che il forno tenede a bagnarsi di goccie d’acqua. Si suggerisce di praticare una piccola apertura mediante l’inserimento di un cucchiaio di legno in modo da consentire la fuoriuscita del vapore.
Le meringhe tendono ad assorbire l’umidità dell’ambiente. Per cui si consiglia, se il consumo non è immediato, di conservarle in un contenitore con cristalli di gel-silice .
NOTA: Le meringhe, prma della asciugatura in forno si possono cospargere di caffè liofilizzato, di cacao amaro e frutta liofilizzata.
Decorazione
Spolverizzare con delle mandorle oppure nocciole caramellate ridotte in frammenti. Una rondella di cialda a sostenere un triangolino di cioccolato, a mò di vela. Servire con una ciotolina di crema inglese un piattino di meringhe leggere.
Decorazione
Spolverizzare con delle mandorle oppure nocciole caramellate ridotte in frammenti. Una rondella di cialda a sostenere un triangolino di cioccolato, a mò di vela. Servire con una ciotolina di crema inglese un piattino di meringhe leggere.
davvero squisito il tortino al cioccolato!:)lo mangerei subitissimo..per non parlare della crema..davvero impeccabili come ricette!:)ma ti riconsiglio di tornare a carloforte..:)troppo bella!:)
RispondiEliminaUna sequela di operazioni/ricette per un dolce molto raffinato ! bello e...sopratutto brava
RispondiEliminaBello il tortino, e belle anche le ricette pubblicate dalla rivista "A tavola" brava complimenti! Buona domenica
RispondiEliminaA Carloforte ho passato tante estati da ragazzina, rimane per me un luogo ammantato di poesia...e da Nicolo hanno avuto luogo tante cene di allora, periodo leggero e spensierato.
RispondiEliminaGrazie, anche per la ricetta semplicemente splendida :-)
Tutte belle e golose queste ricettine...un bacione
RispondiEliminaLeggo sempre il tuo blog affascinata dalle tue creazioni ma non ho mai lasciato commenti. Ma oggi quando ho letto di Carloforte non ho esitato. Anch'io Carloforte ce l'ho nel cuore, io e mio marito ci abbiamo passato la più bella vacanza della nostra vita qualche anno fa....è un posto che ti conquista, con la sua lentezza, i suoi colori, i suoi profumi!
RispondiEliminaDurante quella vacanza praticamente tutti i giorni passavo davanti al ristorante Da Nicolo con l'intento di entrare a prenotare ma non so perchè quando mi trovavo li davanti mi sentivo....inadeguata....io con il mio abbigliamento da mare avevo quansi un timore reverenziale ad entrare....che stupida che sono stata.....rimpiango ancora adesso diaver perso l'occasione di una cena che sarebbe stata memorabile! Ma comunque ci torniamo a Carloforte...e Nicolo questa volta non me lo lascio scappare! Baci
Roxy, allora non sono stata la sola....Ho avuto una cena meavigliosa da Nicolo. La prossima volta, non esitare.
RispondiEliminacome al solito meraviglioso!
RispondiEliminama questo dolce lo voglio assolutamente provare!
Carissima se passi da me c'è qualcosa per te..kiss!!
RispondiEliminaNon conosco il posto di cui parli, ma mi pare di capire di capire che sia un posto bellissimo...mi piacerebbe andarci!...come mi piacerebbe provare questo dolce, semplice quanto raffinato :-D
RispondiEliminaUn bacione
Ago :-D
Si. E'un luogo dell'anima.Un'isola della fantasia. dove arrivare che ci si è persi e poi scoprire che ci si è ritrovati. e' la magia di Carloforte, della primavera e.......
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