Ci sono giornate in cui l’unica cosa che sogni di fare è di tornare a casa.
Liberarti di impermeabile, sciarpa, occhiali per vederci da vicino, occhiali per vederci da lontano, cartelline colorate stracolme di appunti per l’indomani. Liberarti della borsa…cosi pesante… che ti penzola disordinata sulla spalla con ancora il frutto che non hai fatto in tempo a mangiare e la bottiglia dell’acqua che non hai cercato di bere…..anche oggi, come ieri, come ieri l'altro….eppure ti sei cosi ardentemente ripromessa di farlo….
Liberarsi dei pensieri come i fiori di mandorlo quando arriva il maestrale. E sentire la mente leggera e vaporosa come le gonne di cotonina e organza di quando eri bambina. Quella con la passamaneria di raso e le impunture con i cuoricini rossi che saresti voluta rimanere sempre piccola pur di continuare ad indossarla.
Entrare in casa e aver solo la voglia di acciuffare il cartoccio delle uova, setacciare lievemente e ripetutamente la farina e prendere a cucchiaiate lo zucchero dal barattolo bianco e rosso sul ripiano più alto della credenza. Il barattolo che ti segue da 25 anni e ogni volta che lo guardi pensi che sembra solo ieri che….
I limoni .....li hai appena colti, allungando il braccio mentre sali su per le scale.
Ci vuole un dolce semplice, stasera, mi sono detta. E la ricetta dei savoiardi dell’incredibile e generoso Maestro Giovanni Pina fanno proprio al mio caso.
“Che buoni questi biscotti, Maestro Gianni Pina. Te l'ho pure detto che appena li ho fatti...mi sono voltata e non c'erano quasi piu'. Io credo che non possano non piacere ad uno dei miei chef preferiti.
Si chiama Roberto. Roberto Petza.
Credo si meriti un dolce cosi semplice e cosi buono.
Credo si meriti un dolce cosi semplice e cosi buono.
Perchè mi ha dispensato a piene mani molte serate da non dimenticare. Riesco, se un poco ci penso, a ricordarmele una per una. E di ognuna, a ricordare dove fossi seduta. A rivedere i cibi che ho assaporato. Il pane che ho spezzato. Le salse che mi hanno incantata. Gli ingredienti e le cotture che mi hanno stupita.I vini che mi hanno deliziato. I dolci che mi hanno meravigliato. I sorrisi che ci siamo scambiati.
Perchè mi ha ricordato, una mattina di fine ottobre...novembre? ...c'era il sole...io ero cosi emozionata che mi tremavano le mani. E forse ...certamente...la voce.
Che nei dolci ci vuole cuore.
Che nei dolci ci vuole cuore.
A me, che di cuore credevo di averne già cosi tanto.
Ed invece, lo dovevo ancora per intero trovare”
Savoiardi alla mia maniera
(estratta da Dolci-Manuale pratico di pasticceria di Giovanni Pina)
Ingr:
325 g di zucchero semolato
15 g di miele d’acacia
175 g di tuorli
225 g di uova intere
350 g di farina 00
100 g di fecola di patate
2 g di lievito per dolci
Scorza di limoneZucchero al velo per spolverizzare
Montare le uova con lo zucchero, il miele e la scorza grattugiata del limone. Quando la massa si presenterà ben spumosa, aggiungere i tuorli . Cercare di riscaldare la ciotola servendosi di un getto d’aria tiepida in modo che la montata abbia una temperatura il più possibile vicina ai 32-36°C.Quando il composto sembrerà sofficissimo, versare a pioggia la farina unita alla fecola ed al lievito ma precedentemente ben setacciati. Amalgamare il tutto con una spatola lavorando dal basso verso l’alto in modo da non smontare l’impasto. Versare l’impasto in una sac à poche con beccuccio liscio da 1 cm di diametro e formare dei bastoncini su una teglia rivestita di carta da forno.
Spolverizzare con zucchero al velo ed infornare a circa 170°C con il portello ben chiuso fino a completa doratura.
Mio marito chiude lievemente gli occhi per assaporarli. E suggerisce che anche un velo di marmellata...sicuramente...
Come si fa a non accontentarlo? Come?
Ho velato con marmellata d'arancia e con confettura di ciliegie un lato dei savoiardi. Poi li sovrapposti, spolverizzati di zucchero al velo e tagliati in diagonale con un coltellino affilato.
I migliori biscotti che io....noi...abbiamo mai mangiato.
Maestro Gianni Pina, che altro devo dirti? Che tu già non sappia?
Sono d'avvero belli questi savoiardi e le foto che hai fatto mostrano tranquillità e tenerezza.
RispondiEliminacomplimenti
meravigliosi ! c'è una vera epidemia dei savoiardi nei blog e la cosa non mi dispiace sono bellissimi, li farò anch'io ! felice domenica
RispondiEliminaWow...grazie! era quello che avevo dntro quando li ho fatti....
RispondiEliminaSi, Stef...i savoiardi sono la mia passione. Ho fatto ormai tante ricette, da quella del mio paese a quest'ultima. Che dire?
Ogni volta è un'emozione....
Miei cari...stacco la spina 3 giorni. 3 soli giorni. Ma mi bastano....
Spero di lasciarvi con un po' di buona musica, un dolce molto semplice e una manciata di sentimenti.
A prestissimo!
c'è davvero un mood savoiardesco nei blog, e la cosa più bella è leggere in ognuno una storia diversa ad essi legata! che emozione la tua...e che buoni e teneri devono essere questi biscotti...come potrebbero non piacere?? :D
RispondiEliminaI tuoi savoiardi devono essere buonissimi, su questo non ci piove.
RispondiEliminaMa sono le tue storie e le tue emozioni a rendere le ricette uniche, e cosi' dirette nell'arrivare al cuore di chi legge.
Come sempre, grazie.
Bastano le foto per capire quanto devono essere meravigliosi questi savoiardi. Il velo di marmellata credo che sia la morte sua :)
RispondiEliminameravigliosi!
RispondiEliminali faccio subito e li metto nel tiramisu', che dici????
Pinella, ero rimasta in attesa dell'altra ricetta di savoiardi di cui mi dicevi. Eccola. :-)
RispondiEliminaSarò sincera: dev'essere colpa del sangue nordafricano, dev'essere che noi sardi siamo così testardi e attaccati alle tradizioni...ma la fecola! Ho quasi una ritrosia superstiziosa ad usarla. Confesso: se li rifarò, sostituirò la fecola con altrettanta farina.
Valeria
p.s. sperando che Giovanni Pina non legga...mi ricordo della sua frolla al cacao. Ricordo di aver lucidamente pensato: ricetta perfetta ad uso professionale.
Eh, no, Valeria! Non farlo. Non credo che il maestro Pina sbagli un colpo....
RispondiEliminaFalli come dice lui. E vedrai la bontà...
Va bene, proverò anche questo. Tanto, è inutile che io sia ipocrita. Nelle mie condizioni, la pasticceria è per lo più un esercizio tecnico-teorico. Non avrebbe senso impuntarsi sull'emotività proprio su questa ricetta. ;-)
RispondiEliminaStavo dimenticando la cosa più importante: grazie. :-)
Lo sai che sono molto legata ai savoiardi!!! Mi ricordano quando ci siamo conosciute ed è il tuo primo dolce che ho assaggiato.....lo farò anche in quest versione.
RispondiEliminaAhahahaha mi scappa da ridere tesoro....in particolare credo che tu non possa dimenticare UNA serata a cena da Roberto !!!!! ahahahahha l'unica che vorresti dimenticare vero????
HO VOGLIA DI VEDERTI !!!!!!
Che buonissimi savoiardi....ricordi d'infanzia sarda anche per me! Ciao Pinella, ti seguo sempre anche se, per timidezza, non scrivo mai...
RispondiEliminaAppena fatti.. E come tutte le altre ricette che posti sul tuo blog provate fin'ora..... Non hanno assolutamente deluso!! Buonissimi!! Spiegazione perfetta e risultato all'altezza! Grazie per il lavoro che fai per tutti noi!
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