Strana settimana, questa.
Il caldo estivo continua ad accompagnarci..quasi a darci l'illusione di un'estate che non lascerà il suo posto cosi facilmente. La vita scorre sui binari sempre uguali eppure sempre diversi.
La mente si perde facilmente verso i prossimi due giorni milanesi. Come fossero, in realtà, molto lontani nel tempo. Distanti al venire.
E non invece cosi a stretta portata di dita.
E non invece cosi a stretta portata di dita.
I pensieri si rincorrono. A tratti sereni. A tratti increduli e stupiti. E diventa naturale fermarsi ogni tanto a ricordare. Tornare indietro nel tempo.
E ripensare a ciò che è stato, che non tornerà più ma che non è mai andato via, diventa come un dolce conforto.
E ripensare a ciò che è stato, che non tornerà più ma che non è mai andato via, diventa come un dolce conforto.
Ricordo quando ero bambina e in famiglia si decideva di preparare un po' di dolci: amaretti, bianchini, gueffus, ciambelle. Adoravo il momento delle ciambelle, le mie preferite. Mi sedevo inginocchiata sopra il fondo in paglia di un'alta sedia disposta al contrario. I gomiti sul tavolo. In attesa che mi accordassero il permesso di avere un pezzo di impasto e far finta di essere brava come loro.
Brava come le donne di casa e quelle del vicinato. Con i capelli raccolti in candidi fazzoletti di cotone e i vestiti scuri protetti da lunghi grembiuli di lino e cotonina ricamati a mano. Venivano tolti dai cassettoni intarsiati solo in quelle circostanze e il prepararsi diventava come una sorta di cerimonia religiosa a cui era impossibile sottrarsi.
Tutto era lindo e splendente. I tavoli di legno. Le ciotole e le posate. I setacci. Gli ingredienti allineati sulla mensola della credenza. I cestini di paglia intrecciata e decorati con pezzi di broccato rosso e turchese e rivestiti da tovaglie candide...pronti ad aspettare dolci fragranti.
E poi..il profumo del forno ..sistemato da anni e anni...di generazione in generazione ...in un angolo del cortile e alimentato da fascine di rami secchi raccolti lì , vicino al fiume, nei giorni precedenti. E le pale di legno usate per estrarre le teglie di latta come tesori dall'interno di una caverna delle favole.
E io ero lì.
Emozionata. Entusiasta.
Come in preda ad una sorta di febbre che mi faceva battere forte il cuore. Non mi muovevo neppure all'avvicinarsi dell'ora di rientro degli uomini dalla campagna. Mi aspettavano tutte le sere all'inizio del paese per farmi salire sulla sponda del carro a buoi e farmi sobbalzare divertita sulle strade lastricate con ciottoli levigati e splendenti.
Emozionata. Entusiasta.
Come in preda ad una sorta di febbre che mi faceva battere forte il cuore. Non mi muovevo neppure all'avvicinarsi dell'ora di rientro degli uomini dalla campagna. Mi aspettavano tutte le sere all'inizio del paese per farmi salire sulla sponda del carro a buoi e farmi sobbalzare divertita sulle strade lastricate con ciottoli levigati e splendenti.
Immobile.
E quando vedevo prendere le ciambelle bollenti con la confettura rossa che colava leggermente di lato per essere fatte, poi, rotolare nello zucchero......mi prendeva una gioia incontenibile e diventava impossibile fermarmi.
E quando vedevo prendere le ciambelle bollenti con la confettura rossa che colava leggermente di lato per essere fatte, poi, rotolare nello zucchero......mi prendeva una gioia incontenibile e diventava impossibile fermarmi.
Allungavo la mano e ne afferravo una....e poi un'altra..e ancora una...ne aspiravo avidamente il profumo e ...la mente andava via. Verso un paradiso sconosciuto. Un viaggio di sola andata verso un mondo misterioso impossibile da descrivere con le parole.
Lungo il trascorrere degli anni il mio viaggio nella pasticceria non è mai cambiato.
Sono cambiati i luoghi. I forni. I cortili. I cesti di paglia non sono più gli stessi. Sono cambiate le persone. I volti. Gli occhi. Le mani.
Ma non il mio viaggio.
Sono cambiati i luoghi. I forni. I cortili. I cesti di paglia non sono più gli stessi. Sono cambiate le persone. I volti. Gli occhi. Le mani.
Ma non il mio viaggio.
Non sono mai cambiata io e non è mai cambiata la mia mano che si allunga verso le ciambelle.....
Ciao Pinella. Ho bisogno di aiuto in merito alla pasta di mandorle al 70%. Non riesco a capire cosa è, ma soprattutto dove la trovo. Ho provato in internet, nei negozi: o trovo la pasta pura fluida o il panetto al max al 50% per fare il latte di mandorle. Mi aiuti per favore?
RispondiEliminaGrazie. Patrizia
La pasta al 70% significa 70 parti di mandorle e 30 parti di zucchero. In rete si trovano le ricette per farla. Con lo sciroppo di glucosio. Farla è semplicissimo! Io l'ho comprata tempo fa in Francia.
RispondiEliminaCiao Pinella, stavo rivedendo le ricette sui bicchierini e mi sono innamorata delle ampolle che hai usato per questa ricetta. Sai dove posso trovarle? Grazie,
RispondiEliminaAlessandra
Certo..online sul sito CHS....
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