Quando il mattino diventa d'oro.....

in , , by I Dolci di Pinella, domenica, agosto 18, 2013
Lungo il trascorrere degli anni il mio primo giorno di ferie si è vestito di abiti nuovi e diversi. 

Un tempo, mi piaceva girovagare per la città. Magari riuscivo a comprarmi un paio di sandalini colorati oppure un vestito a fiori per quando mi sarei ritagliata una manciata di giorni da trascorrere al mare.
Non poteva mancare un salto al mercato del pesce, come quando ci andavo con mia madre.

Sarà che lei faceva sempre cosi, il suo primo giorno di ferie.
Si alzava presto e spesso mi chiedeva di accompagnarla. Io acconsentivo anche se non mi piaceva per nulla girovagare per ore attraverso i banconi e respirare quegli odori cosi intensi e ascoltare quelle grida e.....ma mi piaceva cosi tanto stare con lei...

Si tornava a casa con le buste cariche di pescetti da friggere, qualche sogliola, un fagotto di pesce per zuppa..

Noi ci lamentavamo tutto il giorno per quei piatti che non amavamo tranne che per gli anellini di calamari fritti che tiravamo a sorte per avere....

" Mamma, ti prego! Non ci andare al mercato...ti prego, non questa volta..."

E quando ho cominciato a farlo anch'io, mi sono accorta che un filo strano e difficile da definire ci aveva avvolto attraverso gli anni....e quando per lei è diventato difficile e poi impossibile farlo, ero io a raccontarle quello che i i miei occhi avevano visto. Le orate guizzanti e argentee, i gamberi rosati e armoniosi, i frutti di mare irresistibili , le spigole e il tonno. Il pesce spada e gli scorfani. E di ognuno il bancone che li ospitava e il prezzo scritto con mano incerta su pezzi di carta gialla strappati certamente in gran fretta....

Adesso il mio primo giorno di ferie si è vestito di abiti nuovi e diversi.
Do un lungo sguardo alla casa attraversandola in ogni angolo e spigolo. Sistemo, riordino, pulisco, scelgo, butto, conservo..come se quei gesti potessero permettermi di entrare nei suoi pori e ridarle vita dopo tanta assenza. 

Poi....mi siedo. Un libro di ricette da una parte, il quaderno dall'altra e guardo e riguardo a lungo qualche trasmissione che ho avuto solo il tempo di registrare nei giorni di lavoro e di affanno.

Il  Mattindor del Maestro Gino Fabbri è nato cosi.  Il dolce del primo giorno di ferie, come fosse il compagno di viaggio di questi giorni lenti e brevi.

Ma..non so come sia nato, ieri, il bisogno incontrollabile e immediato di infilare un vestito e andare al mercato del pesce.....

Mattindor
( ricetta del Maestro Gino Fabbri)



Per uno stampo da 22 cm di diametro leggermente svasato (diametro esterno 24 cm)
Altezza: 4 cm

200 g di burro
200 g di zucchero al velo
210 g di uova intere
135 g di farina debole
5 g di lievito chimico per dolci
una bacca di vaniglia
scorza di un limone


Estrarre per tempo il burro dal frigo e accertarsi che raggiunga la T di circa 18-20°C. Tagliarlo a piccoli pezzi e impastarlo a bassa velocità con la frusta Kappa della planetaria. Nel frattempo, setacciare lo zucchero al velo con accuratezza. Aumentare leggermente la velocità e versare lo zucchero in più riprese continuando nella lavorazione fino a quando l'impasto si presenta cremoso e gonfio. Profumare con la scorza del limone e l'interno della bacca di vaniglia.
Non esagerare nella montatura del burro evitando che venga inglobato un eccesso d'aria che potrebbe provocare una ricaduta dell'impasto in fase di cottura. Prestare anche attenzione che il burro non sia montato a velocità eccessiva per non riscaldarlo troppo. 
Mescolare le uova intere con una forchetta. Versarle a piccole cucchiaiate sull'impasto in lavorazione non aggiungendo altri liquidi se i precedenti non sono stati perfettamente incorporati. In tal modo si realizza una perfetta emulsione e il composto si presenta gonfio e cremoso in modo omogeneo.
Setacciare la farina con il lievito per due volte. Non sembri una procedura inutile perché, oltre ad eliminare i grumi di farina e lievito che diversamente troveremmo intatti all'interno dell'impasto, ciò permette di inserire ancora altra aria all'interno delle polveri migliorando la struttura del dolce.
Versare le polveri e mescolare con la spatola dall'alto verso il basso. In alternativa, mescolare con la frusta ma solo il tempo necessario per consentirne l'inglobamento.
Imburrare ed infarinare uno stampo circolare. Oppure, al posto della farina, velare lo stampo con lo zucchero semolato che, come dice il Maestro Fabbri, aggiunge una nota piacevole di croccantezza.
Infornare a 165°C in modalità ventilata per circa 35-40 minuti oppure finché al tocco delle dita la superficie della torta non ne conserva le impronte. E' bene verso la fine della cottura inserire un cucchiaio di legno attraverso l'apertura della porta del forno per permettere la leggera uscita del vapore creatosi.
Capovolgere il dolce su una gratella e ancora caldo procedere con la glassatura.



Glassa morbida al limone

250 g di zucchero al velo
50 g d'acqua (oppure 25 g d'acqua e 25 g di succo di limone)
1/2 bacca di vaniglia
scorza di limone

Setacciare perfettamente lo zucchero. Mescolare l'acqua con il succo del limone e filtrarla attraverso un passino fine. Versarla nello zucchero al centro della ciotola e mescolare in cerchi concentrici dal centro verso i bordi fino ad ottenere una glassa omogenea. Profumare con ulteriore scorza e l'interno della bacca di vaniglia. Versare la metà della glassa al centro della torta e con una spatola a gomito distribuirla su tutto il dolce.
Il Mattindor può essere conservato in tal modo per un paio d'ore oppure....io ho preferito scegliere l'altra opzione suggerita dal Maestro Fabbri. 
Accendere il forno a circa 220°C. Inserire la torta in forno per 1-2 minuti . Estrarla e farla riposare. Si forma in tal modo una glassa sottile e croccante.

Certo! Una torta cosi buona può anche essere semplicemente spolverizzata di zucchero al velo..magari quello Bucaneve o Dolomiti che cosi rimane sulla superficie del dolce a lungo..invitandoci di continuo a tagliarne ancora una fetta....

E..conservate la glassa che avanza..dura a lungo e vi basterà solo riscaldarla leggermente prima di utilizzarla!


Grazie, Maestro Gino Fabbri !
Pasticceria La Caramella
Via Cadriano 27/2
Bologna